Malattia di Chron. Stretto monitoraggio clinico con adalimumab migliora esiti endoscopici e clinici
Lo studio di fase III CALM - i cui dati sono stati pubblicati da The Lancet - ha mostrato l’efficacia della strategia tight control, basata sullo stretto monitoraggio clinico, nei pazienti affetti da Malattia di Chron - di grado da moderato a severo - in terapia con adalimumab
07 NOV - Uno stretto monitoraggio dei pazienti con malattia di Chron, attraverso la valutazione di biomarcatori infiammatori e parametri clinici, migliora gli esiti endoscopici e clinici nelle forme di grado da moderato a severo. È questa l’evidenza che emerge dallo studio di fase III CALM (Open-Label, MultiCenter, Efficacy and Safety Study to Evaluate Two Treatment ALgorithms in Subjects with moderate to Severe Crohn’s Disease) disegnato per valutare la strategia tight control nella malattia di Chron, che prevede uno stretto monitoraggio clinico e di laborarorio, sulla base del quale modificare il regime terapeutico con adalimumab (Humira, AbbVie) nei pazienti affetti dalla forma di grado da moderato a severo. I dati dello studio sono stati pubblicati da The Lancet e presentati a Barcellona in occasione dell’evento United European Gastroenterology (UEG) Week 2017.
Lo studio
Dopo 48 settimane, un maggior numero di pazienti nel gruppo tight control ha raggiunto l’endpoint primario previsto per lo studio costituito dalla guarigione della mucosa (punteggio CDEIS [Crohn’s disease Endoscopic Index of Severity] <4) in assenza di ulcere profonde e dal miglioramento degli esiti clinici rispetto ai pazienti gestiti secondo un approccio clinico tradizionale basato sui sintomi. Inoltre, una valutazione economica nell’ambito dello studio CALM, che ha analizzato i costi riferiti al sistema NHS del Regno Unito ha confermato il favorevole profilo costo- efficacia della strategia terapeutica tight control supportato dal prolungamento del periodo di remissione, dalla riduzione dei ricoveri ospedalieri richiesti per la malattia di Crohn e dal miglioramento dei parametri relativi alla qualità di vita dei pazienti. Anche questi dati sono stati presentati in occasione dell’evento UEG Week 2017.
“Questi risultati vanno ad arricchire le evidenze a supporto di un approccio tight control per la gestione dei pazienti con malattia di Crohn,” ha spiegato
Isidro Villanueva Torrecillas, Vice Presidente, Immunology Medical Affairs di AbbVie. “Partendo dalla nostra vasta esperienza nel campo delle patologie infiammatorie immunomediate, stiamo esplorando approcci terapeutici innovativi, con il fine ultimo di migliorare gli esiti per questi pazienti. ”
Le presentazioni dei dati a Barcellona
La presentazione orale svolta in occasione dell’evento UEG Week 2017, intitolata “Superior endoscopic and deep remission outcomes in adults with moderate to severe Crohn' s disease managed with treat to target approach versus clinical symptoms: data from CALM”, ha descritto la valutazione della strategia tight control con il monitoraggio regolare dell’attività di malattia basato su parametri clinici e di laboratorio prestabiliti, fra cui il punteggio CDAI (Crohn’ s Disease Activity Index) e l’uso di prednisone e i valori di proteina Creattiva (PCR) e di calprotectina fecale (CF),.1 Nel gruppo di controllo , il trattamento veniva modificato in base ai parametri clinici tradizionali.1,4 Dopo 48 settimane, un numero significativamente più elevato di pazienti nel gruppo tight control ha raggiunto l’endpoint primario costituito dalla guarigione della mucosa (confermata in base a un punteggio CDEIS [ Crohn’s Disease Endoscopic Index of Severity] < 4) in assenza di ulcere profonde, rispetto ai pazienti del gruppo con gestione clinica dei sintomi (rispettivamente 45,9% (n=56/122) vs 30,3% (n= 37/122), p=0.010).1
Una seconda presentazione orale intitolata, “Treat to target for Crohn’s disease with adalimumab treatment is cost effective over 48 weeks: an economic assessment of the CALM trial,” ha illustrato i risultati della valutazione economica dell’approccio tight control in confronto alla tradizionale gestione clinica mediante un modello di costo-efficacia utilizzando i dati dello studio CALM nella prospettiva del Regno Unito. Nell’arco di 48 settimane, l’approccio tight control ha prodotto un tasso medio di remissione più elevato (62,1% rispetto a 47, 3%), un numero inferiore di ricoveri ospedalieri dovuti alla malattia di Crohn ( valore medio di 0,13 vs 0,28 eventi/anni persona), un valore più elevato di QALY ( anni di vita guadagnati corretti per qualità) (0,684 vs 0,652) rispetto al gruppo di controllo.
Dati aggiuntivi contenuti in una terza presentazione orale (#OP227) hanno dimostrato che la strategia tight control ha avuto un impatto significativo nel ridurre le ospedalizzazioni dovute alla malattia di Crohn. Il tasso di ricoveri ospedalieri è risultato significativamente inferiore nel gruppo tight control rispetto al gruppo di gestione clinica tradizionale basata esclusivamente sul monitoraggio dei sintomi (14 eventi [13,2 eventi/100 anni paziente] rispetto a 29 eventi [28,0 eventi/100 anni paziente], p=0,021).,3 La percentuale di pazienti con ricoveri ospedalieri o complicanze serie correlati alla malattia di Crohn è risultata numericamente inferiore nel gruppo tight control rispetto al gruppo di controllo (18 pazienti [14,8%] vs 25 pazienti [20,5%], p=0, 240).
“L’insieme di questi dati supporta la strategia tight control, evidenziandone l’importanza clinica ed economica sia per i pazienti che per la comunità scientifica,” ha affermato
Jean-Frederic Colombel, Direttore del Center of Inflammatory Diseases of the Intestine, Department of Gastroenterology, Icahn School of Medicine, Mount Sinai, New York. “Attuare un approccio precoce e attento alla gestione della malattia offre ai pazienti l’opportunità di ottenere la remissione clinica con modalità improntate a criteri di economicità ed efficacia”.
07 novembre 2017
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