Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Venerdì 14 NOVEMBRE 2025
Scienza e Farmaci
segui quotidianosanita.it

Demenza. I farmaci ad azione anticolinergica possono favorirla

di Marilynn Larkin

Antidepressivi, farmaci urologici o contro il Parkinson, che agiscono con un meccanismo anticolinergico, sarebbero associati a un aumentato rischio di andare incontro a demenza. È quanto emerge da uno studio inglese pubblicato dal British Medical Journal

03 MAG - (Reuters Health) - Il team coordinato da Georg Sawa, della East Anglia University di Norwich, nel Regno Unito, ha analizzato i dati raccolti dal 2006 al 2015 su oltre 40 mila pazienti di età compresa tra 65 e 99 anni colpiti da demenza e su circa 284 mila persone non interessate da questo disturbo. L’assunzione quotidiana di anticolinergici, prescritti da quattro a 20 anni prima della diagnosi di demenza, è stata codificata usando la scala di valutazione Anticholinergic Cognitive Burden (Acb). Complessivamente, a 14.453 individui con demenza e a 86.403 persone senza questo disturbo è stato prescritto almeno un farmaco anticolinergico con un punteggio Acb di 3, ovvero ad attività anticolinergica definita.

I risultati
La demenza è stata associata a un punteggio Acb medio crescente. Però, mentre i farmaci gastrointestinali ad attività anticolinergica con un punteggio Acb di tre non erano legati a demenza, né lo erano gli antiistaminici, a mostrare un collegamento con la demenza sono stati gli antidepressivi, i farmaci urologici e quelli contro il Parkinson.

“Il rapporto di probabilità per il rischio di sviluppo di demenza associato a quattro o più anni di uso di antidepressivi è stato di 1,29, mentre per gli urologici è stato di 1,24”, spiega Sawa. Ma la mancanza di un legame con antistaminici e antinfiammatori a livello gastrico “mette in discussione che sia l’effetto anticolinergico stesso a essere responsabile dell’associazione”, sottolinea l’esperto. Inoltre, “non abbiamo confrontato questi farmaci con trattamenti alternativi in specifici gruppi di pazienti in cui il rischio di demenza è più alto o più basso”, sottolineando che i medici dovrebbero comunque prendere in considerazione medicinali alternativi, per lo meno nei pazienti a rischio di demenza.

Fonte: British Medical Journal

Marilynn Larkin

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

03 maggio 2018
© Riproduzione riservata


Altri articoli in Scienza e Farmaci

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
Homnya srl
P.I. e C.F. 13026241003

Sede legale e operativa:
Via della Stelletta, 23, 00186 - Roma
Sede operativa:
Via Luigi Galvani, 24, 20124 - Milano
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06 45209 715

info@homnya.com

Copyright 2013 © Homnya srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 13026241003
- iscrizione al ROC n. 34308
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy
Cookies policy