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Siamo molto lontani dal sangue artificiale


È quanto sostiene Pier Mannuccio Mannucci, ematologo e a direttore del Centro Emofilia “Angelo Bianchi Bonomi” della Fondazione Policlinico di Milano, a margine del 39° Convegno della Simti (Società Italiana di Medicina Trasfusionale e Immunoematologia), appena concluso a Milano.

14 GIU - Le notizie talvolta ricorrenti sulla creazione di sangue artificiale “bypassando” la donazione “sono al momento prive di fondamento”. Ad affermarlo è Pier Mannuccio Mannucci, ematologo, professore ordinario di medicina interna all’Università di Milano e direttore del Centro Emofilia “Angelo Bianchi Bonomi” della Fondazione Policlinico di Milano, che a margine del 39° Convegno della Simti (Società Italiana di Medicina Trasfusionale e Immunoematologia), appena concluso a Milano, ha spiegato: “Non esiste alcuna possibilità di sostituire il sangue con mezzi artificiali” perché anche se “i globuli rossi possono essere prodotti dalle cellule staminali ottenibili dal cordone ombelicale”, occorre “fondamentalmente considerare il fattore costo: se un’unità di sangue da donatore contiene 2000 miliardi di globuli rossi, per produrli con le tecniche odierne, occorrerebbe un’area pari a due campi da tennis”.
 
La spesa delle sostanze necessarie a far crescere le cellule si aggirerebbe sui 6.000 euro, mentre un’unità di sangue costa all’ospedale 150 euro. “È possibile – ha precisato Mannucci - che i costi possano anche abbassarsi con l’affinamento delle tecniche, ma al momento la produzione su larga scala di globuli rossi in laboratorio non può oggi raggiungere le quantità utili alle necessità trasfusionali”.
 
Come ribadito più volte nel corso del Congresso da parte degli esperti, allo stato attuale non si può che “razionalizzare l’uso del sangue”. “Se poi parliamo di sostanze chimiche che possano trasportare l’emoglobina ai tessuti – ha sottolineato Mannucci -, siamo ancora in alto mare e quindi dobbiamo ribadire che a tutt’oggi la donazione di sangue è l’unico modo per raccoglierlo, elaborarlo e utilizzarlo per scopi clinici. L’Italia riesce a far fronte alla richiesta di sangue in modo soddisfacente, ma – ha sottolineato l’esperto in conclusione - occorre sempre mantenere il “flusso” di donazioni in modo costante”.
 

14 giugno 2010
© Riproduzione riservata

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