Integratori alimentari. Dal Ministero della Salute gli standard di qualità delle materie prime e buone pratiche di fabbricazione
Tra le numerose indicazioni contenute nel provvedimento si spiega che, per garantire ai consumatori “un elevato livello di tutela” nella fabbricazione di integratori occorre impiegare materie prime di qualità, assicurata dalla rispondenza a standard di purezza generalmente riconosciuti. E ancora, la loro fabbricazione richied la documentazione di procedure di controllo sulle condizioni operative dello stabilimento, come le buone pratiche igieniche (GHP) e le buone pratiche di fabbricazione (GMP). LA NOTA DEL MINISTERO
18 SET - Il Ministero della Salute ha pubblicato una nota concernente gli standard di qualità delle materie prime e le buone pratiche di fabbricazione degli integratori alimentari. Tra le numerose indicazioni contenute nel provvedimento si spiega che, per garantire ai consumatori “un elevato livello di tutela” - obiettivo previsto dalla
direttiva 2002/46/CE per il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative agli integratori alimentari - nella fabbricazione di integratori occorre impiegare materie prime di qualità, assicurata dalla rispondenza a standard di purezza generalmente riconosciuti.
La suddetta Direttiva 2002/46/CE, si spiega, contiene prescrizioni specifiche solo per vitamine e minerali e non riporta indicazioni sui requisiti di purezza che devono presentare tutte le altre sostanze impiegabili.
Inoltre, nel
regolamento (UE) 609/2013 - relativo agli alimenti per la prima infanzia, agli alimenti a fini medici speciali e alimenti destinati a sostituire la dieta per la riduzione del peso - è previsto che per le sostanze incluse nell’elenco dell’Unione, i cui criteri di purezza non sono ancora stati adottati a livello di Unione e al fine di garantire un elevato livello di tutela della sanità pubblica, siano applicati i criteri di purezza generalmente accettati e raccomandati da organismi o agenzie internazionali, come ad esempio il comitato congiunto FAO/OMS di esperti sugli additivi alimentari (JECFA) e la Farmacopea europea. Queste indicazioni possono essere considerate valide anche per l'impiego di aminoacidi e di altre sostanze negli integratori al fine di assicurarne la conformità a standard di qualità riconosciuti.
E ancora, la fabbricazione degli integratori alimentari richiede, come prerequisiti, lo sviluppo, la realizzazione e la documentazione di procedure di controllo sulle condizioni operative dello stabilimento, come le buone pratiche igieniche (GHP) e le buone pratiche di fabbricazione (GMP). Devono inoltre essere messi in atto programmi e procedure per la sicurezza basate sui principi del sistema HACCP.
Resta in ogni caso fermo quanto previsto dal regolamento (UE) sui novel food che richiede la preventiva autorizzazione della Commissione europea per l’impiego di ingredienti e sostanze che non hanno fatto registrare una storia di consumo sicuro al 15 maggio 1997.
18 settembre 2019
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