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Tumori al seno “di intervallo” e altri tipi di tumore

di David Douglas

Secondo un recente studio svedese, le donne con tumore al seno scoperto tra gli screening di routine, definito “tumore al seno di intervallo”, hanno maggiori probabilità di vedersi diagnosticare un tumore diverso da quello mammario sia prima che dopo la diagnosi. Per gli autori dello studio, queste pazienti hanno maggiori probabilità di presentare rare mutazioni nei geni per il cancro, che potrebbero aumentare il rischio di altri tipi di neoplasia.

31 OTT - (Reuters Health) Felix Grassmann e colleghi, del Karolinska Institutet di Stoccolma, hanno esaminato i dati di due studi svedesi e uno statunitense che hanno coinvolto più di 14.000 donne con tumore al seno. Di queste, 13.074 hanno ricevuto la diagnosi durante lo screening e le restanti 1.772 presentavano un tumore al seno di intervallo.
Il gruppo dell’intervallo aveva probabilità significativamente maggiori di aver avuto un altro tumore prima della diagnosi di quello al seno (odds ratio, 1,43). Lo stesso valeva per la scoperta di un altro tumore dopo la diagnosi (OR, 1,28).
Oltre a una maggiore manifestazione generale di altri tipi di tumore, i ricercatori “hanno scoperto che praticamente tutti i tipi di cancro sono più comuni negli intervalli rispetto a quelli rilevati durante lo screening”.

Tra le precedenti diagnosi significativamente associate a un rischio aumentato di tumore al seno di intervallo figuravano tumore al polmone (OR, 2,57), tumore colorettale (OR, 1,74) e tumore della pelle (OR, 1,70).

Il gruppo dell’intervallo aveva quasi il doppio delle probabilità di segnalare tumori diversi da quello al seno nell’anamnesi familiare rispetto all’altro gruppo. Ciò era ancora più marcato nelle pazienti che avevano avuto una precedente diagnosi di tumore non al seno (OR, 3,41).

“L’associazione della storia familiare di altri tumori con il rischio di tumore di intervallo indica che le rare mutazioni penetranti per il cancro predispongono le persone sia al tumore al seno di intervallo che ad altre neoplasie”, concludono i ricercatori.

Fonte: Nature Comm 2019
 
David Douglas
 
(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
 

31 ottobre 2019
© Riproduzione riservata

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