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L’evoluzione dell’Oss è fondamentale e quanto mai necessaria

di Saverio Proia

La questione del riordino dell’oss e il varo del profilo evoluzione dell’oss è una questione quanto mai necessaria sia per contribuire ad attuare al meglio le scelte strategiche del PNRR  che a dare una risposta più avanzata e adeguata alle sfide che si presentano nell’organizzazione del lavoro per rispondere ai nuovi bisogni di salute per il mutato quadro epidemiologico e nosologico del Paese

14 APR -

Un’ottima notizia la ripresa del confronto con le rappresentanze professionali e sindacali interessate al riordino delle competenze e della formazione degli oss sulla base delle proposte diffuse anche da questo quotidiano; sono passati oltre vent’anni dal varo del profilo professionale di oss e altrettanti più di dieci anni da quando mi trovai a coordinare un tavolo di lavoro al ministero della salute con cui, con l’accordo di tutte le rappresentanze varammo un documento condiviso per un new deal di questo profilo, ma proprio dalle Regioni non venne la necessaria intesa per attuarlo.

Ora, pare che le Regioni facciano bene e sul serio; mi auguro che, dopo l’arricchimento che sicuramente verrà dal confronto con le parti professionali e sindacali interessate, si potrà sia varare il nuovo profilo di oss che il varo della nuova figura professionale evoluzione dello stesso oss “Ugo” come mi venne di chiamarlo scherzosamente anni fa quando si iniziò a parlarne.

Ricordo che nella passata legislatura due disegni di legge “Boldrini” e “Guidolin” erano intervenuti per dare l’impulso per riprendere il confronto tra Regioni e parti interessate per giungere ad un’intesa sulla proposta di riordino del profilo professionale di oss e ora mi auguro che si possa finalmente giungere al varo del provvedimento di riordino.

Mi ha sempre stupito come in sanità si analizzi e si denunci la necessità di intervenire con profonde riforme sulle varie questioni del personale e poi la politica ci metta decenni ad arrivare al varo della risposta legislativa, cosa quanto mai incomprensibile per la mente di un comune mortale e la vicenda dell’oss è l’ennesima testimonianza.

Il testo proposto dalla Commissione Salute delle Regioni è certamente un’ottima base di partenza, il confronto con le parti interessate lo implementerà certamente di ulteriori miglioramenti; da parte mia vorrei far notare alcune precisazioni:

-mi sarei speso di più nel valorizzare la conferma dell’appartenenza dell’oss all’area delle professioni sociosanitarie di cui all’articolo 5 della legge Lorenzin piuttosto che insistere nel definirlo un operatore di interesse sanitario di cui alla legge 43/06, mi insegnavano che prevale la legge varata successivamente risposto alla precedente, del resto la costituzione del nuovo ruolo sociosanitario in cui è compreso anche il profilo di oss è l’ulteriore conferma di questa prevalenza dell’essere un professionista sociosanitario rispetto a un operatore di interesse sanitario, che ricorda più una figura del ruolo tecnico;

-avrei fatto partecipare anche il Ministero della Salute nella definizione programmata dei fabbisogni formativi di oss, coinvolgendo in questa programmazione anche le rappresentanze sindacali e professionali della categoria;

-avrei definito in maniera centrale ed uniforme il rapporto che intercorre, già concordato in più Regioni, nella formazione dell’oss tramite il coinvolgimento del percorso integrato di formazione degli istituti professionali ad indirizzo sociosanitario.

Ma sono questioni che certamente il confronto con le parti interessate chiarirà e definirà positivamente, almeno me lo auspico.

Per quanto riguarda, invece, la proposta della nuova figura professionale di XX mi pare un intervento quanto mai opportuno da realizzare e di cui ne avevo già scritto.

Da decenni ho ritenuto necessario che si dia corso alla istituzione di nuovi profili professionali non laureati ai quali far svolgere tutte quelle competenze nel processo assistenziale che potevano essere individuate sia da loro gestibili autonomamente o da essi a loro delegate, liberando i professionisti sanitari laureati di cui alla legge 251/00, da queste competenze per permettere loro di svolgere appieno la conquistata funzione ed operatività di professione sanitaria autonoma con un più elevato ambito professionale successivamente implementabile in relazione sia all’evoluzione scientifica e tecnologica e al mutato quadro epidemiologico e tecnologico; un processo analogo a quello delle competenze avanzate e specialistiche di queste professioni con la professione medica.

Per quanto riguarda il nome di questo nuovo profilo mi pare che la prima X possa essere tolta chiamandolo “assistente” che riflette la collocazione contrattuale in sanità di chi è assunto con il requisito della maturità secondaria superiore; così come invece che attestato di qualifica lo avrei chiamato diploma di assistente X come dovrebbe essere più adeguato a un professionista sociosanitario qual è anche l’evoluzione dell’oss.

Mi pare che contrariamente al pensiero dominante in qualche rappresentanza professionale sia la proposta di questo nuovo profilo che di quello dell’oss di base chiarisca che non è di supporto a chicchessia ma collabora e si integra nell’equipe con gli altri professionisti della salute, quindi una giusta e corretta definizione dei ruoli e competenze nell’organizzazione del lavoro nelle linee di produzione del diritto alla salute.

La seconda X potrebbe essere infermieristico ma mia pare riduttivo come se fosse solo un profilo in collaborazione unicamente con la professione infermieristica non potrebbe collaborare anche con l’ostetrica, ad esempio, in particolare in ospedale e non solo?

Io lascerei il termine assistente sociosanitario oppure assistente alla salute, mi immagino già, comunque i problemi con la professione di assistente sanitaria per questioni nominalistiche…tipo vicenda Grecia e Macedonia per capirci…alla fine il termine “Ugo” inventato per scherzo appare quello che abbia il maggior successo mediatico e privo di conflittualità interprofessionale.

A parte ogni battuta la questione del riordino dell’oss e il varo del profilo evoluzione dell’oss è una questione quanto mai necessaria sia per contribuire ad attuare al meglio le scelte strategiche del PNRR che a dare una risposta più avanzata e adeguata alle sfide che si presentano nell’organizzazione del lavoro per rispondere ai nuovi bisogni di salute per il mutato quadro epidemiologico e nosologico del Paese, per cui mi auguro che nel più breve tempo possibile siano varati i necessari Accordi Stato-Regioni in materia e si passi altrettanto celermente alla loro attuazione in quanto già siamo in ritardo grave.

Saverio Proia



14 aprile 2023
© Riproduzione riservata


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