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Pon Gov Cronicità. Trasferimento di know how clinici, organizzativi, di management o tecnologici


Nell’ambito delle politiche sanitarie il concetto di buona pratica si identifica come un know how da trasferire, un kow how di tipo organizzativo che include metodi, interventi e procedure che si fondano su evidenze scientifiche di eccellenza volte a migliorare gli esiti dell’attività sanitaria e la gestione dei pazienti

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Il progetto Pon Gov Cronicità per buona parte ruota attorno al concetto di buone pratiche, alla loro individuazione e poi al loro trasferimento in modo da estenderne l’utilizzo per una migliore gestione e presa in carico della cronicità su territorio nazionale. Know how clinici, organizzativi, di management e tecnologici sono proprio tra le buone pratiche individuate nel corso del progetto.

Nell’ambito delle politiche sanitarie, come ricordato da Stefania Mele, esperta del nucleo tecnico centrale del ministero della Salute in un podcast di Sanità Informazione, il concetto di buona pratica si identifica come un know how da trasferire. Si tratta di un kow how di tipo organizzativo che include metodi, interventi e procedure che si fondano su evidenze scientifiche di eccellenza volte a migliorare gli esiti dell’attività sanitaria e la gestione dei pazienti. È un sapere condiviso che afferisce all’area del knowledge management.

Rispetto al Pon Gov Cronicità si tratta di esperienze innovative di gestione della cronicità nella popolazione over 65 relative sia agli aspetti più prettamente clinici che a quelli di management, che presentino elementi riferibili alle tecnologie. Parliamo quindi di know how clinici, organizzativi, di management o tecnologici che possono consistere in una intera pratica tra quelle mappate all’interno o in singoli elementi della stessa, stimolando il ricevente al design di un processo di gestione o presa in carico della cronicità. Per questo motivo, ha fatto presente Alessia Sciamanna, referente di progetto per Agenas, è stato elaborato uno strumento operativo chiamato “Cassetta degli attrezzi”, formato da 19 componenti che costituiscono una sorta di mosaico che può essere tailorizzato sulla singola realtà e su specifici bisogni del suo target.

Ma in che modo può avvenire il trasferimento di know how? Per rispondere a questa domanda possiamo riprendere le parole della dott.ssa Mele. La trasferibilità di know how, o dell’intero modello, è legata allo sviluppo di una knowledge, di una conoscenza comune capace di spostare le capacità e i processi in contesti diversi ma che presentano esigenze e fabbisogni simili. Il Knowledge Management (KM) rappresenta l'applicazione del modello di approccio al change management per supportare i processi di cambiamento attraverso lo scambio di esperienze e la diffusione dei risultati della conoscenza, ma anche il confronto con sistemi di benchmarking capaci di stimolare i professionisti attraverso il confronto con esperienze che portino a emulazione positiva.

E non è tutto. Come ricordato dalla dott.ssa Sciamanna, attraverso un accorto utilizzo del knowledge management come leva di cambiamento è possibile promuovere e sviluppare, con adeguati strumenti di formazione, incentivazione e comunicazione, la capacità di apprendere all'interno dell'organizzazione, generando una cultura aperta al continuo confronto.

Il progetto Pon Gov Cronicità sta contribuendo proprio al capacity building sul tema della cronicità attraverso un’ampia comunità di pratica e sta concretamente supportando la capacità amministrativa delle aziende sanitarie e delle regioni nel change management sulla cronicità con strumenti digitali. Il progetto costituisce, dunque, un caso esemplare di come il benchmarking con esperienze di successo italiane, attraverso il gemellaggio tra diversi territori unito a una solida metodologia di emersione, validazione, sistematizzazione e trasferimento di best practice, sia un efficace volano per favorire lo scale up o il trasferimento di risultati pregevoli su altri territori.

Obiettivi e finalità di questo approccio sono molteplici. Una tipologia di Knowledge Management riguarda il desiderio della popolazione di avere maggiore influenza nei confronti nel contesto pubblico; questo trend, definito “Community Building”, rappresenta un'opportunità di valorizzazione del know how e del suo trasferimento laddove la partecipazione stessa al consesso costituisce un’implicita dichiarazione di convergenza di intenti e di appartenenza ad una comunità di esperti. Sicuramente, ha ricordato infine Mele, il Pon Gov ne è un esempio, avendo favorito un’attività di animazione e facilitazione nell’ambito della comunità di pratica che è attiva su uno o più temi strategici emersi dalla gap analysis dei bisogni regionali attorno a cui ruotano i tavoli di lavoro del progetto.

All’interno di questa fucina di idee, quale è il Pon Gov, sono condivise esperienze e conoscenze atte a promuovere buone prassi sulla gestione della cronicità con il supporto delle tecnologie digitali. Come precisato da Sciamanna, il trasferimento di conoscenze richiede da un lato l’azione propulsiva dei soggetti qualificati all’interno dell’amministrazione regionale e dall’altra un’attività di accompagnamento nel processo di comprensione e adattamento degli strumenti di miglioramento e del passaggio dalla conoscenza di una buona pratica alla sua adozione nel concreto. Il confronto si è dimostrato una strategia risolutiva per svolgere un’attività di accompagnamento e di coinvolgimento degli attori interessati al trasferimento. Il ricorso alla comunità di pratica ha creato un’opportunità di scambio e condivisione tra regioni con diversi gradi di esperienza e può guidare il trasferimento di conoscenza e la promozione della salute e della medicina d’iniziativa, riconosciuta anche nell’ambito del PNRR e di cui il Pon Gov si pone come volano e acceleratore dando un senso concreto alle politiche di coesione dell’Unione Europea.



18 luglio 2023
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