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Mangiar bene: gli italiani dicono sì agli integratori


Un’indagine dell’Associazione delle industrie alimentari rivela come agli italiani interessi una corretta dieta affiancata, se necessario, dall’uso regolare di integratori alimentari: circa un terzo del campione intervistato ha dichiarato di far ricorso abitualmente a integratori della propria alimentazione. Dimostrando altresì una buona conoscenza delle varie tipologie di questi prodotti: dagli integratori di vitamine a quelli a base di erbe.

12 MAG - Nel 2006 un’indagine dell’Aipa, l’Associazione italiana delle industrie alimentari, aveva rilevato come circa il 30% degli italiani facesse regolarmente uso di integratori alimentari. A quattro anni di distanza l’indagine demoscopica realizzata da Astra Ricerche, sempre per conto della stessa Aiipa, ha mostrato come questa quota sia pressoché raddoppiata.
Ma chi sono gli italiani attenti all’integrazione alimentare? Intanto va detto che il campione di riferimento è stato di 1084 cittadini tra i 25 e i 64 anni di età e che circa un terzo di loro ha affermato di usare regolarmente integratori alimentari. A farlo, in particolare, è un consumatore che si posiziona nelle fasce più scolarizzate – in maggioranza adulti tra i 45 e i 54 anni e senior tra i 55 e i 69 – che seguono buone abitudini alimentari e un sano stile di vita. Si tratta, come viene rilevato dalla ricerca, di un “elemento significativo” perché non è riferito soltanto agli integratori alimentari tout cour, ma comprende anche gli alimenti addizionati e quelli funzionali. Questo avviene anche perché c’è una maggiore conoscenza di questi prodotti. Quelli più noti sono gli integratori a base di vitamine (88,5%), di sali minerali (77,2%), gli integratori a base di fibre (59,6%), di probiotici (39,7%) o a base di erbe e loro estratti (37,5%).
Gli intervistati nei riguardi della loro alimentazione hanno comunque mostrato una percezione ambivalente: da un lato, infatti, otto italiani su dieci ritengono di mangiare e bere in modo sano ed equilibrato. Ma allo stesso tempo affermano di consumare in modo non adeguato carboidrati (67,5%), fibre (59,2%), proteine (58,9%), vitamine (55,0%), sali minerali (44,3%), cibi integrali (33,5%).
Si esprime così l’esigenza – particolarmente sentita – di seguire una corretta alimentazione: lo afferma un intervistato su quattro rispondendo alla domanda su quali siano gli aspetti della vita che hanno necessità di essere “integrati”, perché presenti in misura insufficiente o addirittura perché non presenti del tutto. La risposta viene in particolare da gli over cinquantacinquenni, prevalentemente in Emilia Romagna e nelle zone urbano metropolitane, single o separati, divorziati, vedovi.
L’aspirazione, in ogni caso, è quella di una esistenza migliore: al primo posto, oltre alla corretta alimentazione, si posiziona, infatti, la necessità di un’“integrazione” di reddito, di viaggi e di vacanze, di attività fisica, di serenità, di lavoro e relazioni sociali, di risparmi. È una prospettiva, si legge nella nota che accompagna la ricerca, che fa parte “del più ampio quadro di un bilancio esistenziale degli italiani fortemente diverso rispetto al quadriennio precedente”.
 

12 maggio 2010
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