Ospedali. In dieci anni 3,5 milioni di ricoveri in meno. Urbani (Min. Salute): “L’assistenza ospedaliera sta cambiando e molte patologie non si curano più in corsia”
di Luciano Fassari
La pubblicazione delle Sdo 2018 (Schede di dimissioni ospedaliere) è l'occasione per un bilancio su come stia cambiando l'assistenza in ospedale sia nei reparti per acuti che in quelli per la lunga degenza e riabilitazione. Dal 2008 a oggi meno posti letto e meno ricoveri in tutte le attività (tranne riabilitazione in crescita). Per il DG della Programmazione sanitaria del ministero è il risultato della progressiva innovazione tecnologica e terapeutica che sposta l'asse dall'ospedale a forme alternative di assistenza e infatti il territorio cresce. LE SDO 2018
17 GEN - Innovazioni terapeutiche e assistenza territoriale spingono giù i ricoveri ospedalieri che negli ultimi 10 anni in Italia sono stati 3,5 mln in meno (-29%). Un calo enorme che ha riguardato soprattutto i ricoveri per acuti a fronte di una piccola crescita di quelli in riabilitazione ordinaria. In picchiata anche le ore di degenza: -16,9 milioni (-22%) tra il 2018 e il 2008.
A fornire i dati è il Ministero della Salute che ha appena pubblicato le
Sdo 2018.
Da qui parte quest’analisi elaborata da
Quotidiano Sanità che ha messo a confronto gli ultimi dati sui ricoveri ospedalieri con quelli di 10 anni prima (anno 2008) per cercare di capire come sta cambiando il Ssn italiano e per quale ragione. Colpa dei tagli? Potenziamento del territorio? O merito delle innovazioni terapeutiche?
I ricoveri: in 10 anni sono 3,5 mln in menoPer prima cosa nel 2018 ci sono stati 8,6 mln di ricoveri. Rispetto al 2008 sono circa 3,5 mln in meno (un calo del 29%). A calare di più sono i ricoveri in acuto: -1,5 mln per quelli in ordinario e -1,7 mln per quelli diurni. Per quanto riguarda la riabilitazione è cresciuto invece il volume dei ricoveri ordinari che sono passati da 292 mila nel 2008 a 312 mila nel 2018. In calo invece la Lungodegenza: dai 109 mila ricoveri del 2008 si è arrivati nel 2018 a 97 mila (-12%).
Meno ospedali più strutture territoriali (private)In questi 10 anni è cambiata però anche la composizione del Servizio sanitario nazionale. Andando ad analizzare sempre in base ai dati forniti dal Ministero della Salute (Annuario Ssn) si scopre che rispetto a 10 anni fa sono stati chiusi quasi 200 ospedali e 1000 presidi di specialistica ambulatoriale. Di contro però ci sono 2000 presidi in più per l’assistenza territoriale residenziale, 700 in più per l’assistenza semiresidenziale. E in crescita sono anche le strutture territoriali e per la riabilitazione.
Insomma, in questi 10 anni sembra essersi avviato il percorso di potenziamento del territorio in modo da trasformare l’ospedale in un presidio riservato al trattamento delle acuzie. A testimonianza di ciò anche il raddoppio delle persone in Assistenza domiciliare integrata: dieci anni fa erano 500 mila ora sono 1 milione. Certo è che lo switch territoriale ha visto però anche un calo della presenza pubblica. Molte delle nuove strutture assistenziali sono private.
Meno personale e posti letto.In questa chiave di lettura si può leggere anche il calo dei posti letto ospedalieri che in 10 anni sono diminuiti di circa 40 mila (circa il 18% in meno) così come il personale è sceso di 35 mila unità (-5%).
Il ruolo fondamentale dell’innovazione.Come abbiamo visto dai numeri il Ssn sta progressivamente spostando dall’ospedale al territorio molte attività assistenziali. Ma il merito è anche e, forse soprattutto delle innovazioni terapeutiche come ci ha spiegato il Dg della Programmazione sanitaria del Ministero della Salute,
Andrea Urbani che abbiamo contattato. “Il calo dei ricoveri – ha detto – è dovuto in grande misura alle innovazioni terapeutiche. Molti interventi che solo 10 anni fa richiedevano lunghi ricoveri oggi vengono fatti in una day surgery o addirittura sul territorio. Basti pensare alle laparoscopie per cui prima si ricoverava per giorni un paziente o anche i progressi dell’oncologia sulla chemioterapia. L’ospedale sta diventando il luogo dove trattare l’alta complessità anche grazie alle innovazioni terapeutiche che ogni anno arrivano”.
Luciano Fassari
17 gennaio 2020
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