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Coronavirus. Curva in calo ma più ricoveri ospedalieri, anche se meno in terapia intensiva. Iss: “Siamo ancora nella Fase 1 dell’emergenza”


Rispetto a ieri i casi in più sono 3.153 con il totale che sale a 159.516 tra cui 35.435 persone guarite (+1.224) rispetto a ieri (pari al +4%) e 20.465 deceduti (+566 rispetto a ieri pari al +3%). Le persone attualmente positive sono quindi 103.616 (+1.363 rispetto a ieri pari al +1%). Prosegue la discesa dei pazienti nelle terapie intensive. I casi tra gli operatori sanitari superano i 16 mila.  IL REPORT

13 APR - I casi di nuovo Coronavirus in Italia sono saliti a 159.516 (+3.153 rispetto a ieri pari al +2%), tra cui 35.435 persone guarite (+1.224) rispetto a ieri pari al +4%) e 20.465 deceduti (+566 rispetto a ieri pari al +3%). Le persone attualmente positive sono quindi 103.616 (+1.363 rispetto a ieri pari al +1%). Complessivamente sono stati effettuati 1.046.910 tamponi +36.717 dei quali oltre 730 mila in Lombardia, Emilia Romagna, Lazio, Piemonte, Toscana e Veneto.

Questi i dati principali dell’aggiornamento odierno forniti dal Capo della Protezione Civile Angelo Borrelli durante il punto stampa delle ore 18. Rispetto a ieri si registra un netto calo dell'incremento dei nuovi casi e dei nuovi positivi. Da segnalare però che rispetto all'ultima settimana il numero dei tamponi è stato più esiguo. Sale anche il numero di morti nelle ultime 24 ore mentre scende rispetto all'ultima settimana il numero di guariti giornalieri. Dopo giorni di calo tornano a crescere le persone che necessitano di ricovero ospedaliero mentre prosegue la discesa di coloro che hanno bisogno della terapia intensiva.
 
Ad oggi il numero di persone tuttora positive (esclusi deceduti e guariti) nelle singole Regioni risulta il seguente: 31.935 i malati in Lombardia (+670 rispetto a ieri pari al +2%), 13.818 in Emilia Romagna (+146 pari al +1%), 10.766 in Veneto (+37 pari al +0,3%), 12.765 in Piemonte (+260 pari al +2%), 3.080 nelle Marche (-34 pari al -1%), 3.062 in Campania (+5 pari al +0,2%), 3.365 in Liguria (+32 pari al +1%), 6.257 in Toscana (+95 pari al +2%), 3.920 nel Lazio (+103 pari al +3%), 1.307 in Friuli Venezia Giulia (-19 pari al -1%), 2.050 in Sicilia (+20 pari al +1%), 2.512 in Puglia (+60 pari al +2%), 1.778 in Abruzzo (+36 pari al +2%), 2.080 nella Pa di Trento (-2 pari al -0,1%), 202 in Molise (+0), 625 in Umbria (-62 pari al -9%), 1.537 in provincia di Bolzano (+22 pari al +1%), 791 in Calabria (-4 pari al -1%), 914 in Sardegna (+11 pari al +1%), 582 in Valle d’Aosta (-6 pari al -1%) e 270 in Basilicata (-7 pari al -3%).
 
Le vittime sono 10.901 in Lombardia (280 in più di ieri pari al +3%), 2.615 in Emilia Romagna (+51 pari al +2%), 882 in Veneto (+26 pari al +3%), 713 nelle Marche (+13 pari al +2%), 1.826 in Piemonte (+97 pari al +6%), 760 in Liguria (+11 pari al +1%), 284 nel Lazio (+5 pari al +2%), 202 in Friuli Venezia Giulia (+7 pari al +4%), 224 in Abruzzo (+12 pari al +6%), 518 in Toscana (+23 pari al +5%), 248 in Campania (+6 pari al +2%), 115 in Valle d’Aosta (+3 pari al +3%), 300 nella Pa di Trento (+7 pari al +2%), 212 nella Pa di Bolzano (+7 pari al +3%), 171 in Sicilia (+8 pari al +5%), 75 in Sardegna (+2 pari al +3%), 67 in Calabria (+1 pari al +2%) 15 in Molise (+0), 52 in Umbria (+0), 18 in Basilicata (+0) e 267 in Puglia (+7 pari al +3%).
 
Delle persone attualmente positive (103.616) sono ricoverate con sintomi 28.023 (+176 pari a +0,6% rispetto a ieri), 3.260 (-83 pari a -2%) sono in terapia intensiva, mentre 72.333 (+1.260 pari al +2%) si trovano in isolamento domiciliare.
 
“Al momento qualsiasi ipotesi è prematura”. Così il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, ha risposto a una domanda sulla possibile riapertura di alcune filiere produttive nelle prossime settimane. “La task force è al lavoro su un report - ha detto -, poi una valutazione sarà fatta dal decisore politico”.
 
“Siamo ancora in fase uno, non c'è dubbio. Segnali positivi ci sono ma il numero dei morti è ancora elevato perché è da attribuire a contagi precedenti. I numeri diminuiscono lentamente perché si riferiscono ai contagi”. È quanto ha affermato Giovanni Rezza dell'Istituto superiore di sanità e componente del Comitato tecnico-scientifico nella conferenza stampa alla Protezione civile.
 
“Il tempo che passa tra il momento del contagio e il momento della notifica dei dati, cioè oggi, può essere anche di 20 giorni, per cui se si legge che `oggi ci sono 300 nuovi contagi´, sono in realtà nuovi casi, quindi che hanno acquisito le infezioni 20 giorni fa”, ha aggiunto Rezza specificando che “quello che si vede oggi è qualcosa che in termini di contagi è attribuibile a giorni fa, questo è importante per capire bene il senso dei dati”. 
 
Rezza ha poi parlato di quando potremo vedere gli effetti delle misure di contenimento anche sui decessi. “Credo sia l'ultimo indicatore a diminuire perché il tempo che intercorre tra contagi e decessi è il più lungo, purtroppo è l'ultimo degli indicatori che vedremo deflettere. Sicuramente c'è stata una diminuzione, ma prima vedremo diminuire i casi e poi i decessi. Ecco perché dobbiamo consolidare i dati e resistere”
 
L’esponente dell’Iss ha anche affrontato il tema della ripresa del campionato di Calcio: “Siamo a maggio e..insomma per parere personale non sarei favorevole alla ripresa del campionato, sta comunque alla politica decidere”.
 
Una battuta anche sul vaccino italo-britannico che sembra a buon punto. “È un candidato promettente. Si tratta di un vaccino vettoriale con un vettore che non replica nell'uomo e che esprime la proteina di superficie del coronavirus. E' un vaccino che usa una piattaforma simile a quella già usata per il vaccino contro ebola. Il vantaggio sarebbe di poter accelerare ulteriormente i tempi magari comprimendo le fasi di sperimentazione”.
 





 

13 aprile 2020
© Riproduzione riservata


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