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I trattamenti che hanno cambiato la storia della malattia


18 LUG - È il 1996 l’anno della svolta per i malati di Hiv/Aids. Fino ad allora il trattamento prevedeva la somministrazione di un unico farmaco, l’AZT (azidotimidina o zidovidina), dall’efficacia limitata, pesanti effetti collaterali e uno schema terapeutico poco agevole (più di dieci assunzioni al giorno). Finché in quell’anno il Journal of the American Medical Association pubblica nuove raccomandazioni per il trattamento dell’infezione da Hiv che tengono conto delle ultime approvazioni delle autorità regolatorie. E per la prima volta indicano l’utilizzo di più classi di farmaci: il cosiddetto “cocktail di farmaci”. È quella che verrà chiamata HAART (Highly Active Antiretroviral Therapy), una modalità terapeutica che si giova di tre o più antiretrovirali nel medesimo regime. Oggi può contare su una cinquantina di farmaci appartenenti a 5 classi, tutti in grado di interferire con la replicazione del virus in una specifica fase del ciclo cellulare, azione che consente al sistema immunitario dell’organismo di recuperare la sua capacità di produrre le cellule bianche necessarie a rispondere adeguatamente alle infezioni opportunistiche. 
L’uso della HAART ha prodotto un sensibile abbassamento della morbilità e della mortalità connesse al virus HIV e alle sue complicanze.
Le classi di antiretrovirali attualmente disponibili
Gli Inibitori Nucleosidici della Trascrittasi Inversa (NRTIs, Nucleoside Reverse Transcriptase Inhibitors): bloccano la replicazione dell’HIV interferendo con una proteina chiamata Trascrittasi Inversa (RT, Reverse Transcriptase), essenziale per la riproduzione del virus.
Gli Inibitori Non-Nucleosidici della Trascrittasi Inversa (NNRTIs, Non-Nucleoside Reverse Transcriptase Inhibitors): anche questi inibitori bloccano la RT ma con modalità lievemente differenti.
Gli Inibitori della Proteasi (PIs, Protease Inhibitors): bloccano le funzioni di una proteina, la proteasi, indispensabile alla riproduzione dell’HIV.
Gli Inibitori d’Entrata (EIs, Entry Inhibitors)): bloccano il virus impedendo che entri nelle cellule target. Esistono due Inibitori d’Entrata in commercio: un Inibitore della Fusione e un antagonista del corecettore CCR5, presente su molte cellule che il virus può infettare.
Inibitori delle Integrasi (IIs, Integrase Inhibitors): impediscono all’HIV di integrare il suo messaggio genetico nel genoma della cellula ospite, convertendo il proprio RNA in DNA.

18 luglio 2011
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