Romano (Scienza&Vita): “Embrione non è mero materiale biologico”
12 DIC - “Ancora una volta si è scelta la via giudiziaria per tentare di minare la Legge 40 e i fondamenti antropologici su cui si basa il nostro Paese”. Così Lucio Romano, presidente nazionale dell’Associazione Scienza & Vita, commenta l’ordinanza del Tribunale di Firenze che ha deciso di rinviare la legge 40 alla Consulta per esprimersi sulla legittimità della norma che vieta la revoca del consenso al trattamento da parte della donna e l’utilizzo degli embrioni a fini scientifici.
“Le derive che delineavamo riguardo l’abbandono e la distruzione degli embrioni crioconservati, si confermano purtroppo un tema di stringente attualità”, afferma Romano sulla vicenda. Aggiungendo che “il rinvio del Tribunale di Firenze alla Consulta, rispetto al divieto di utilizzare per la ricerca gli embrioni malati o abbandonati, e come tale ’scartati’ dal processo di procreazione medicalmente assistita, ci interpella sul significato che vogliamo dare alla vita umana, soprattutto nelle sue primissime fasi”.
Per Romano “l’embrione non è mero materiale biologico di cui liberamente disporre, facendone l’uso che si ritiene più conveniente, ma è un essere umano, portatore di intrinseca dignità e valore, che va rispettato”. Per il presidente di Scienza & Vita “si esige ancor più, a questo punto, un’attenta riflessione sul destino degli embrioni crioconservati, abbandonati o dei quali si fa rinuncia all’impianto, che sia pienamente rispettosa della natura umana degli stessi e che li accompagni al naturale compimento del percorso esistenziale: la nascita”.
12 dicembre 2012
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