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Guerra Israele-Palestina. Oltre 2mila morti, a Gaza ospedali al collasso

di L. C.

Per Israele si parla di 1.200 morti e quasi 3mila ricoverati in ospedale dall’inizio del conflitto, sabato scorso; a Gaza i morti sono circa 900 e oltre 4.200 i feriti. Medici senza frontiere: ““La situazione a Gaza è catastrofica; gli ospedali sono sopraffatti. Il numero dei feriti è estremamente alto e le équipe mediche sono esauste”. L’Ong ha poi spiegato di non gestire attualmente programmi medici in Israele, ma di avere offerto il proprio sostegno agli ospedali israeliani.

11 OTT - Cresce il numero di vittime del conflitto tra Israele e Palestina. Il ministero della Salute di Gaza nel bilancio di ieri parlava di 830 morti tra i palestinesi e 4.250 feriti dall’inizio del conflitto, sabato 7 ottobre, ma i morti avrebbero già superato i 900. In Israele le vittime sarebbero oltre 1.200, e il bilancio alle 19 di ieri del ministero della Salute parla di 535 feriti ricoverati in ospedale, 1 in condizioni critiche, 105 gravi, 262 in condizioni moderate, 167 feriti lievi. Dall’inizio del conflitto, lo scorso sabato, 2.901 persone sono state trasferite negli ospedali: 26 in condizioni critiche, 340 gravi, 547 moderate, 1.523 lievi, 117 con stress traumatico.

Con l’aggravarsi della situazione crescono anche le difficoltà a garantire assistenza sanitaria. Léo Cans, il capo missione di MSF per la Palestina, riferisce in una nota che “la situazione a Gaza è catastrofica; gli ospedali sono sopraffatti. Il numero dei feriti è estremamente alto: c’è un afflusso costante in tutti gli ospedali della Striscia di Gaza. Le équipe mediche sono esauste e lavorano 24 ore su 24 per curare i feriti. I bombardamenti sono molto intensi. Interi edifici vengono distrutti, compreso quello proprio accanto all'ufficio di MSF”.

“Le ultime stime – riferisce ancora - parlano di circa 200.000 sfollati”, persone le cui case sono state distrutte dai bombardamenti o che abbandonano le loro case per paura che siano colpite. “Hanno bisogno di tutto: acqua, un posto dove fare la doccia, cibo, un materasso su cui dormire... insomma sono bisogni vari ma fondamentali”.

Medici senza frontiere torna, quindi, a rilanciare l’appello al rispetto della neutralità delle strutture sanitarie: “E’ qualcosa che dovrebbe essere negoziato”.

Il governo israeliano ha intanto deciso di tagliare completamente le forniture di acqua ed elettricità, e la rete telefonica è stata gravemente danneggiata e questo, spiega Cans, rende “estremamente difficile coordinare le operazioni di soccorso e raggiungere i feriti”.

Msf riferisce che “l’intensità delle violenze e dei bombardamenti è scioccante, così come il numero delle vittime. La dichiarazione di guerra non deve in nessun caso portare ad una punizione collettiva della popolazione di Gaza. Tagliare le forniture di acqua, elettricità e carburante è inaccettabile perché punisce l’intera popolazione e la priva dei suoi bisogni primari”.

Avril Benoît, Direttore esecutivo Msf-Usa, ha quindi spiegato che attualmente la Ong “non gestisce programmi medici in Israele. Questo perché ci concentriamo sul colmare le maggiori lacune nell’assistenza sanitaria, e Israele dispone di sistemi sanitari e di emergenza forti”. Benoît ha però precisato che “Msf ha offerto il proprio sostegno agli ospedali israeliani che curano un elevato numero di vittime”.

Da 20 anni, invece, le équipe di Msf lavorano a Gaza e in Cisgiordania: “Questo è il motivo per cui il nostro reportage si concentra sulla testimonianza diretta dei nostri pazienti e del personale sul campo a Gaza”.

Msf, chiarisce ancora Benoît, “fornisce assistenza medica a qualsiasi paziente che ne abbia bisogno, indipendentemente da razza, religione o appartenenza politica”. E poi un nuovo appello a tutte le parti in conflitto: “Di garantire la sicurezza dei civili, delle strutture mediche e del personale. Gli ospedali devono rimanere un santuario per le persone in cerca di cure”.

11 ottobre 2023
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