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Fumatori di nuovo in calo, ma preoccupano i più giovani


Un’indagine Doxa-Iss fa il punto sulla diffusione del vizio del fumo in Italia. Per ottenere risultati più decisi occorrono un maggiore impegno dei medici di famiglia e una strategia istituzionale più ampia.

18 MAG - Dopo aver subito una battuta d’arresto lo scorso anno, la tendenza che da anni vede il numero di fumatori in calo in Italia è ripresa.
Sono gli uomini a trainare il trend positivo: rispetto allo scorso anno riducono del 5% i consumi. Uno sparuto -2,5% per le donne, invece.
Queste alcune delle cifre dell’indagine Doxa sui fumatori in Italia elaborati dall’Istituto Superiore di Sanità.
Sono 11,1 milioni (il 21,7% della popolazione) i fumatori: 5,9 milioni di uomini (il 23,9%) e 5,2 milioni di donne (19,7%).
La percentuale maggiore si concentra nella fascia di età compresa tra i 25 e i 44 anni (il 26,6 % del totale), seguita dalla fascia 45-64 anni.
Ciò che più preoccupa, però, è la diffusione del fumo tra i giovani: un quinto dei fumatori totali ha un età compresa tra i 15 e i 24 anni. Non solo, l’80% di essi ha messo in bocca la prima sigaretta prima di compiere il diciottesimo anno di età.
Nella maggior parte dei casi si dimostrano inefficaci i tentativi di smettere: un quarto dei fumatori dichiara di averci provato, ma il 70% ha ripreso dopo pochi mesi. Solo il 20% ha resistito per uno o più anni. Interessante il fatto che soltanto il 6,9% dei medici di famiglia abbia suggerito di smettere di fumare ai propri pazienti. Invece, ha precisato Piergiorgio Zuccaro, direttore dell’Osservatorio Nazionale Fumo Alcol e Droghe dell’Iss, “proprio dai medici di famiglia potrebbe giungereun aiuto fondamentale. Se ogni medico riuscisse a convincere 10 pazienti a smettere, in un anno avremmo 500 mila fumatori in meno”. 
L’impegno dei medici, però, è solo un tassello all’interno di una strategia antifumo che dovrebbe essere ben più ampia: “Per far diminuire il numero dei fumatori bisogna anche attivare delle strategie che possano scoraggiare i consumatori – ha proseguito Zuccaro – come aumentare il prezzo minimo del pacchetto di sigarette a 5 euro, introdurre le terapie di disassuefazione nei livelli minimi di assistenza (LEA), rimborsare i farmaci di provata efficacia”.
“Dal punto di vista della conoscenza dei dati sul fumo – ha aggiunto – è importante l’apertura di laboratori che analizzino le sigarette soprattutto tenendo conto che ormai nei canali illegali vengono vendute sigarette contraffatte di cui non conosciamo la composizione e la pericolosità. I circa 5.000 controlli effettuati ogni anno dai Monopoli di Stato – ha concluso Zuccaro – sono una piccola cosa rispetto ai 50 miliardi di sigarette fumate in un anno in Italia”.
A.M. 

18 maggio 2010
© Riproduzione riservata

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