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Cosa devono prevedere i Piani regionali


28 OTT -  Gli undici i punti che devono essere previsti nei Piani regionali:
  1. la fissazione dei tempi massimi regionali per le prestazioni tenendo presente che, nel caso questo non avvenisse, si applicano direttamente i parametri temporali determinati nel Piano;
  2. il governo della domanda di prestazioni, garantendo in particolare un ricorso appropriato alle attività del Ssn attraverso diversi strumenti tra i quali l’uso sistematico delle classi di priorità, sia nella fase prescrittiva che di prenotazione, e il rispetto dei tempi e delle modalità previste dai sistemi di monitoraggio avviati;
  3. la definizione e i criteri di utilizzo delle prestazioni programmate e di quelle, se previste, senza indicazione di priorità;
  4. la messa in atto di procedure di verifica dell’appropriatezza prescrittiva, anche attraverso provvedimenti specifici che regolamentino le condizioni di erogabilità, con particolare riferimento: all’utilizzo delle classi di priorità, alla presenza del quesito diagnostico, alla corretta identificazione delle prime visite e dei controlli;
  5. la gestione razionale degli accessi, attraverso l’uso diffuso del Cup per integrare il complesso dell’offerta pubblica e privata accreditata con quello della domanda, per supportare la gestione dei percorsi diagnostico-terapeutici, per questo le Regioni dovranno recepire le Linee guida nazionali sul sistema Cup (come da accordo Stato-Regioni del 29 aprile 2010);
  6. la definizione delle modalità alternative di accesso alla prestazione, nel caso in cui a livello aziendale non vengano garantite le prestazioni nei tempi massimi di attesa;
  7. la trasmissione sistematica dei flussi informativi di monitoraggio delle liste e dei tempi d’attesa;
  8. un’adeguata organizzazione delle attività in libera professione erogate dai professionisti per conto e a carico delle aziende, per il contenimento dei tempi di attesa per le prestazioni particolarmente critiche; nonché la verifica e il controllo delle prestazioni erogate in libera professione dai professionisti a favore e a carico dell’utente che ne fa richiesta, per le quali devono essere attivati percorsi di prenotazione differenziati rispetto alle prenotazioni in regime istituzionale, attraverso numeri telefonici, sportelli e agende dedicati;
  9. lo sviluppo di iniziative di Ict che prevedano, anche sulla base di quanto stabilito dalle Linee guida nazionali sul sistema Cup, lo sviluppo di funzionalità automatizzate per la gestione del processo di prescrizione, prenotazione e refertazione digitale, sistemi per l’accesso informatizzato ai referti e uso della telemedicina ;
  10. l’informazione e la comunicazione sulle liste d’attesa in coerenza con quanto previsto nel Piano, promuovendo la partecipazione di utenti e di associazioni di tutela e di volontariato, per favorire sia un’adeguata conoscenza delle attività che delle modalità di accesso alla prenotazione delle prestazioni, attraverso sezioni dedicate e accessibili sui siti web regionali e aziendali, campagne informative, Urp e Carte dei servizi;
  11. la vigilanza sistematica sulle situazioni di sospensione dell’erogazione delle prestazioni.


28 ottobre 2010
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