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Decreto Balduzzi. Gentili (Card): “Perplessità sulla riforma delle cure primarie”


Per il presidente della Confederazione delle associazioni regionali di distretto permangono forti dubbi sulla realizzazione del progetto previsto nel decreto del ministro della Salute dove, peraltro, “il ruolo del Distretto è scarsamente rappresentato”.

31 AGO - Il contributo di Gilberto Gentili, presidente di Card Italia (Confederazione delle associazioni regionali di distretto), sul decreto sanità del ministro della Salute, Renato Balduzzi e, in particolare, sulla riforma delle cure primarie prevista nella bozza di decreto.

Prendo atto che il percorso di riforma delle cure primarie sta concludendo il suo iter apprestandosi a diventare norma. La presa in carico dei pazienti cronici è un obiettivo concreto che sicuramente va perseguito anche riformando la modalità di lavoro dei medici di famiglia.
Permangono peraltro alcune perplessità sulle modalità proposte che sinteticamente riassumo in punti sintetici.

- Come avverranno le integrazioni (20  professionisti) nella grandi città metropolitane ovvero con quali fondi saranno reperite idonee sedi e assunti i relativi carichi di gestione?

- Come, parimenti, si struttureranno le aggregazioni laddove sia necessario porre a fattor comune la attività in piccoli comuni dove, di norma operano 1 o 2 medici?

- Come si garantirà l’H 24 con gli attuali medici di continuità, senza incrementarne il numero?

- Come evolverà la concettualizzazione della “scelta fiduciaria” e del “massimale” in strutture cui affluiscono 20.000 pazienti?

- Come verrà finanziato il decentramento delle strutture specialistiche che prevedono costi di decine di migliaia di euro solo per garantire le attrezzature minimali (cardiologia, oculista, otorino)?

- Con quali risorse si finanzierà l’adeguamento della rete informatica che dovrà mettere in rete le strutture ospedaliere e le sedi ambulatoriali?

- Come si inseriranno queste nuove strutture organizzative nelle reti territoriali distrettuali e come sarà gestita la continuità assistenziale con gli ospedali?

- Come evolverà la gestione delle attività domiciliari che DEVE rimanere sotto il controllo del Sistema pubblico per garantire pari diritti di accesso ed equità a tutti i cittadini?

Risulta inoltre scarsamente rappresentato il ruolo del Distretto che, nel campo della cura delle malattie croniche ha assunto da anni uno specifico ruolo di govenance, facilitazione e spesso di produzione. In questo contesto ben venga una ridefinizione del ruolo della medicina di famiglia che passi però attraverso una rielaborazione di compiti e funzioni, che arrivino a definire forme altre di aggregazione rispetto alle attuali, più funzionali e maggiormente rispondenti alle esigenze della comunità.

Gilberto Gentili
Presidente di Card Italia (Confederazione delle associazioni regionali di distretto)

 

31 agosto 2012
© Riproduzione riservata

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