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Decreto Balduzzi. Cassi (Cimo): “I problemi della categoria non sono risolti”


Per il presidente nazionale del sindacato, il testo approvato alla Camera non interviene nulle norme del D.lgs 229 che hanno danneggiato i medici,  lascia la sua carriera nelle mani della politica e consegna la sanità nelle mani del privato.  

18 OTT - “Certo non ci aspettavamo miracoli ma il testo approvato non risolve minimamente i problemi della categoria”.
Questo il commento del Presidente Cimo-Asmd, Riccardo Cassi, dopo il via libera da parte della Camera al Ddl Balduzzi.
“Avevamo già affermato che era insufficiente, perché non interveniva su quelle norme della 229 che hanno distrutto la carriera dei Medici – ha dichiarato Cassi –  ma almeno speravamo che venisse recuperata la valutazione della componente professionale. Così non è  stato, si continua considerare il Medico un Dirigente e non un professionista, e la sua carriera è sempre nelle mani della politica. Per la libera professione è stato mantenuto il balzello del 5%, che, sommato alle tasse già attive in molte Regioni e ai nuovi costi imposti da questa legge, aumenta le tariffe costringendo i cittadini a rivolgersi al medico privato e penalizzando chi ha scelto di lavorare per il servizio pubblico. Senza alcun vantaggio per le liste di attesa perché quei soldi finiranno negli sprechi delle aziende sanitarie”.

E ancora, per Cassi, il provvedimento non diminuisce neppure il contenzioso e i cittadini non saranno comunque garantiti perché con l’intervento del Ministero dell’Economia è stato cancellato l’obbligo dell’assicurazione per le Aziende, assieme alle norme sul turn over e sul pensionamento.
 
“Questa è una legislatura alla fine del mandato, senza una maggioranza politica e forse non poteva fare di più – ha concluso –  ma dalla manifestazione nazionale del 27 ottobre a Roma deve partire un movimento unitario di tutti i Medici a difesa del Ssn. Un movimento che chieda la modifica del titolo V della Costituzione per garantire a tutti i cittadini il diritto alla salute e restituisca ai Medici ed agli altri professionisti della sanità, quel ruolo che hanno in tutta Europa e che solo in Italia è stato tolto per consentire alla mala politica di poter mettere le mani sulla Sanità pubblica. Dal nuovo Parlamento che verrà eletto ad aprile ci aspettiamo una vera riforma, fatti e non parole”.

18 ottobre 2012
© Riproduzione riservata

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