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Farmacovigilanza. In Italia cresce, ma non tra i medici di famiglia e gli infermieri


Con un totale di 29.048 segnalazioni (479 per milioni di abitanti), il 2012 ha segnato un boom per la farmacovigilanza italiana (+35% rispetto al 2011). Cittadini sempre più in prima linea. Tra i professionisti sanitari, il merito va ai medici ospedalieri e ai farmacisti, rispettivamente con il 55% e il 14% delle segnalazioni. I dati nella relazione al Parlamento.

11 SET - La farmacovigilanza italiana passa per il terzo anno di fila l’esame Oms, ma stavolta lo fa con voti alti. Nel 2012, infatti, le segnalazioni di ipotetiche reazioni avverse da farmaco nel nostro Paese hanno raggiunto quota 29.048, pari a 479 segnalazioni per milioni di abitanti, dato che supera egregiamente il paletto di 300 segnalazioni per milioni di abitanti fissato dall’Oms per dichiarare un sistema efficiente (il valore italiano era di 364 nel 2011 e 334 nel 2010).

Un successo a cui hanno contribuito tutte (o quasi) le componenti e aree del Paese. Ma il vero boom è stato tra i cittadini, con il +153% di segnalazioni effettuate nel 2012 rispetto all’anno precedente. Migliora anche il lavoro - già positivo - dei medici ospedalieri e dei farmacisti. Peccato che lo stesso impegno non arrivi dai medici di famiglia, dagli infermieri e dai dentisti.

Sono questi i principali dati contenuti nella relazione sulla farmacovigilanza dell'Aifa che il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha presentato al Parlamento. Che non nasconde, però, come ci sia ancora da fare molto. La relazione, infatti, presenta molte luci, ma anche qualche cono d’ombra. Basti pensare che se è vero che l’attività è cresciuta nell’80% delle Regioni italiane, in 4 regioni si è addirittura registrato un peggioramento (Molise -78%, Lazio -40%, Basilicata -18%, Liguria -4%). E comunque il 55% delle segnalazioni totali arriva dalle sole Lombardia e Toscana.

Insomma, se si dovesse usare il criterio dell’Oms, in Italia passerebbero l’esame solo 8 Regioni su 21: Lombardia, Toscana, Piemonte, Emilia Romagna, Campania, Puglia, P.A. di Trento e Basilicata.

Come accennato, luci ed ombre anche sul contributo dei professionisti della sanità alla rete di farmacovigilanza. Se i medici ospedalieri sono infatti la prima fonte di segnalazione di aventi avversi in Italia (57% dei casi, + 38% rispetto al 2011), seguiti dai farmacisti con il 14% (+60% rispetto allo scorso anno), resta invece carente la partecipazione dei medici di medicina generale (8%, anche se in aumento del 53% rispetto al 2011) e dei medici specialisti (7%, ma anch’essi in aumento rispetto al 2011 del 41%). Addirittura, il già esiguo contributo degli infermieri (poco sopra l’1% delle segnalazioni), subisce un ulteriore colpo: le segnalazioni degli infermieri sono scese del 12% tra il 2011 e il 2012. Ancora peggio i dentisti, il cui numero di segnalazioni, già vicino allo zero, è addirittura sceso del 24%.

11 settembre 2013
© Riproduzione riservata

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