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Pillola del giorno dopo. Medici Camera non la prescrivono ad un deputata. "Sono tutti obiettori"


A spiegare l’accaduto è stata la deputata Psi Pia Locatelli che ha denunciato come ad una giovane collega sia stata negata la prescrizione dai medici dell’ambulatorio di Montecitorio “perché tutti obiettori”. “Un fatto increscioso. Presenterò interrogazione”. Ma per la deputata del Pdl Roccella: “Non si tratta di obiezione di coscienza ma di deontologia professionale”.

11 SET - “Presenterò un'interrogazione al Ministro della Salute per chiedere se è vero che i medici in servizio alla Camera sono tutti obiettori di coscienza e, nel caso di risposta affermativa, quali iniziative intenda assumere per garantire alle parlamentari il diritto alla salute e i diritti sessuali e riproduttivi". Lo afferma Pia Locatelli, presidente onoraria dell'Internazionale socialista donne e deputata del Psi. in un intervento in aula al termine dei lavori, raccontando quanto è avvenuto a una collega parlamentare.

"Questa mattina (il 9 settembre ndr), proprio in avvio dei nostri lavori, verso le 10.30 una collega si è recata all'ambulatorio della Camera per chiedere al medico di turno la prescrizione della cosiddetta pillola del giorno dopo. Il medico le ha risposto di non essere disponibile alla prescrizione in quanto obiettore di coscienza. La collega ha deciso di aspettare il turno successivo e l'ha comunicato al medico obiettore. Si è sentita rispondere che anche il medico del turno a seguire è obiettore, così come gli altri in servizio". 
 
“Il principio dell'obiezione di coscienza - ha proseguito Locatelli - va difeso, quando nasce da vero convincimento morale e non sia dettato da altre ragioni; ma che l'esercizio dell'obiezione di coscienza non deve impedire l'applicazione della legge n. 194 in tutte le sue parti, a partire dal diritto di ogni singola donna alla salute e all'autodeterminazione, come nel caso della giovane collega”. A quanto si apprende da alcuni quotidiani sarebbe stato alla fine un deputato medico a prescrivere la pillola.
 
“Si sta facendo una grande confusione”. Questa invece la reazione della deputata Pdl e vicepresidente della commissione Affari Sociali Eugenia Roccella. “Innanzitutto – si legga in una nota - , il farmaco in questione è la cosiddetta “pillola del giorno dopo”, e non una “capsula abortiva” come erroneamente scritto: la pillola abortiva non può essere acquistata in farmacia, ma solo somministrata  in ospedale”.
 
“La “pillola del giorno dopo”  - sottolinea Roccella -  è rubricata come “contraccettivo di emergenza”, e in quanto tale per la legge italiana  la sua somministrazione non ha niente a che fare con la 194”.
 
Per quanto riguarda il rifiuto della prescrizione “non si tratta di obiezione di coscienza ma innanzitutto di deontologia professionale: come è noto, nessun medico può essere obbligato a prescrivere un farmaco su richiesta del paziente. Ammettere la possibilità di ottenere cure e terapie “on demand”,  significa trovarsi poi di fronte a casi come quello “Stamina”, fondato sull’idea che le richieste dei malati vadano accolte a prescindere dall’appropriatezza clinica, dalle considerazioni del medico in scienza e coscienza, e persino dalle regole e dalle normative”.

11 settembre 2013
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