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L’appropriatezza in TV. Un’altra occasione mancata per fare chiarezza sulla vera posta in gioco

di Roberto Polillo

Mettendo da parte la performance non certo felice della delegazione medica a Porta a Porta ieri sera, il dato sconcertante che emerge dal dibattito tra i sanitari in studio e il ministro Lorenzin è l'assenza di un contraddittorio sui risvolti e la genesi di un decreto comunque inadeguato. E cioè la progressiva smobilitazione del Ssn attraverso continui tagli lineari

29 SET - Dopo le schermaglie di dubbia valenza tra il Ministro Lorenzin e il Presidente delle Regioni Chiamparino con il reciproco scambio di accuse sulla paternità delle sanzioni per i medici, siamo stati costretti ad assistere ad un altro siparietto di identica qualità: quello che si è svolto nel salotto buono di Porta a Porta dove il conduttore, Bruno Vespa, ha recitato il ruolo di difensore d’ufficio dell’efficienza e della lotta a gli sprechi e il Ministro quella della madre di famiglia premurosa, amante del dialogo e pronta a recepire le ragioni degli altri.

Altrettanto inadeguata la performance della delegazione medica che ha dato l’impressione di avere a cuore non la salute dei cittadini e il modo migliore per preservarla ma gli interessi più stretti dei medici colpiti dalle sanzioni che dovranno pagare per la prescrizione di prestazioni giudicate inappropriate. In realtà i limiti del decreto, che ho già illustrato in precedenti interventi su QS, non sono il regime sanzionatorio che esso introduce, ma gli effetti di shift verso il privato per i sovracosti che i pazienti dovranno sostenere (non senza difficoltà) per accedere ad alcuni specialisti con funzione di gatekeeper ( allergologi e genetisti) e l’esproprio di competenze di immunologi, reumatologici ed internisti che per prescrivere esami importanti ai fini diagnostici per importanti malattie reumatiche ed autoimmuni dovranno essere autorizzati dal genetista che quelle malattie non ha mai trattato!

Il discorso vero è che il governo, non diversamente dai precedenti, sta sistematicamente smobilitando il nostro Ssn con tagli del fondo sanitario e leggi inique che impediscono le sostituzioni del personale collocato in quiescenza, scaricando su quello intrappolato in servizio carichi di lavoro talvolta insopportabili. E così in molte regioni l’impoverimento dei servizi si accompagna alla desertificazioni delle aree periferiche con la conseguenza che sempre più difficile è accedere ai servizi. Una combinato disposto che crea disaffezione nei cittadini e spinge tutti coloro che possono permetterselo a dotarsi di una polizza assicurativa privata

In trasmissione i medici avrebbero dovuto semplicemente dire che da tale responsabilità il ministro Lorenzin non può sottrarsi e avrebbero dovuto chiamare in causa anche il Presidente Chiamparino che su questo argomento fa orecchie da mercante e che invece è coinvolto fino al collo.
Il tema dell’appropriatezza come quello delle buone pratiche è una componente essenziale del attività di un buon professionista e il buon professionista è colui che si rifiuta di prescrivere accertamenti inutili e non necessari non per le sanzioni a cui potrebbe andare incontro ma perché un eccesso di prestazioni ha un effetto iatrogeno inducendo sovradiagnosi prima che spreco di risorse.

Il tema dell’appropriatezza tuttavia non può risolversi con la pagliacciata di una semplice elencazione di prestazioni non coerenti per la patologia che si ha davanti. Al contrario si rende necessaria una diversa organizzazione del lavoro che valorizzi lo scambio di consulenze tra i professionisti e che introduce nuovi criteri di valutazione spostando il focus dalla quantità delle prestazioni alla quantità delle relazioni che il professionista crea nella propria attività. Un discorso che è stato completamente assente nelle parole del Ministro ma anche in quello dei medici presenti in trasmissione.
 
Roberto Polillo 

29 settembre 2015
© Riproduzione riservata

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