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Unioni civili. Dopo bocciatura del ‘supercanguro’ il voto sul ddl slitta al 24 febbraio. E Cirinnà annuncia possibile addio alla politica


Dopo il colpo di scena di ieri, con il dietrofront dei senatori Cinque Stelle sul voto al maxiemendamento che avrebbe eliminato larga parte delle centinaia di proposte di modifica, il presidente dei senatori Pd, Luigi Zanda, chiede il rinvio del voto: “Ieri abbiamo registrato un fatto politico nuovo, un gruppo che sembrava favorevole a un iter ci ha ripensato. Quindi serve un lavoro di riflessione”. Cirinnà: “Ho sbagliato a fidarmi del M5S”

17 FEB - Dopo lo smarcamento di ieri da parte dei senatori del M5s sul voto al 'supercanguro' che avrebbe eliminato larga parte delle centinaia di proposte di modifica, questa mattina l'Aula del Senato ha registrato un'altra seduta burrascosa conclusasi con uno slittamento al 24 febbraio del voto al ddl Cirinnà sulle Unioni Civili. A chiedere il rinvio è stato il presidente dei senatori Pd, Luigi Zanda: "Ieri abbiamo registrato un fatto politico nuovo, un gruppo che sembrava favorevole a un iter del provvedimento ci ha ripensato. Quindi serve un lavoro di riflessione per riannodare dei fili politici e per fare una buona legge".
 
A questo punto la legge è a rischio. Due le strade percorribili: stralciare la contestata misura della stepchild adoption ed aprire ad alcune modifiche in modo da approvare il provvedimento con una maggioranza più ampia, oppure insistere con l'emendamento Marcucci - il canguro che permetterebbe di evitare decine di voti segreti e centinaia di proposte di modifica - cercando in Aula una nuova maggioranza capace di assicurare il via libera al ddl.
 
Intanto la senatrice del Pd, Monica Cirinnà, attacca il M5s e annuncia il suo possibile addio alla politica: "Mi sono fidata del Movimento 5 Stelle e ne pagherò l'errore. Mi prendo la responsabilità di questo errore e la mia carriera politica la chiudo con questo scivolone. Il 2081, cioè il disegno di legge sulle unioni civili, lo abbiamo scritto, nella sua ultima versione, per rispettare la scadenza voluta da Renzi del 15 ottobre, io, Tonini e Lumia nella stanza di Tonini. E questa versione rappresentava l'accordo raggiunto nel Pd sulla materia. Era nel totale rispetto del programma di governo".

17 febbraio 2016
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