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Vietate le anguille alla diossina nel Lago di Garda. Martini firma ordinanza


Il provvedimento vieta per 12 mesi l’immissione sul mercato e il commercio al dettaglio delle anguille del Garda che sono risultate contaminate da diossina. Il sottosegretario alla Salute Francesca Martini ha sottolineato come con le regioni Veneto, Lombardia e la provincia di Trento si stiano “promuovendo tutte le azioni necessarie per individuare l’origine della contaminazione”.

18 MAG - Niente anguilla sui tavoli dei ristoranti sulle rive del Lago di Garda. Il sottosegretario alla Salute Francesca Martini ha firmato ieri un’ordinanza dal nome “Misure urgenti di gestione del rischio per la salute umana connesso al consumo di anguille contaminate provenienti dal lago di Garda”.
Il provvedimento vieta agli operatori del settore alimentare di immettere sul mercato o commercializzare al dettaglio le anguille provenienti dal Lago di Garda destinate all’alimentazione umana, che sono risultate contaminate da diossina, e demanda alle Regioni e alle Province autonome interessate, attraverso le competenti autorità sanitarie, la vigilanza sul rispetto dell’Ordinanza nonché l’adozione di  provvedimenti per garantire un’adeguata informazione agli operatori e ai consumatori sui rischi per la salute legati al consumo.
“Nel sottolineare che le acque del Lago di Garda sono assolutamente sicure per la balneazione e non si rileva alcun problema sulla qualità dell’acqua degli acquedotti – ha dichiarato la Martini - ho firmato l’ordinanza che vieta l’immissione sul mercato e il commercio al dettaglio delle anguille del lago di Garda per i prossimi 12 mesi. La sicurezza delle produzioni ittiche del Lago è, oltre che un dovere nei confronti dei cittadini, un valore per il turismo e l’economia locali: per questo abbiamo realizzato un Piano di intervento dalle solide basi scientifiche. Il nostro Garda rappresenta un patrimonio inestimabile e da proteggere su cui c’è il massimo impegno da parte di tutti.”
Il Piano ha previsto l’analisi per la ricerca di diossine, furani e PCB diossina-simili in 102 campioni di anguilla, agone, coregone, luccio, persico e tinca, prelevati da 10 stazioni individuate in modo da coprire tutta l’estensione del lago. I dati, ottenuti dalle analisi effettuate presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna e presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, hanno permesso al Centro di referenza nazionale dell’Istituto Zooprofilattico dell’Abruzzo e Molise di effettuare la valutazione del rischio per la salute umana. I risultati delle analisi indicano che  tutte le specie ittiche esaminate sono conformi, eccetto le anguille che presentano valori superiori alla norma.

18 maggio 2011
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