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Arrivano le nuove Sdo. Più informazioni sui ricoveri guardando agli esiti delle cure


Pubblicato in Gazzetta il decreto della Salute che integra le attuali caratteristiche della Scheda di dimissione ospedaliera. Obiettivo quello di adeguare le informazioni alle esigenze di monitoraggio, valutazione e pianificazione della programmazione sanitaria, anche in considerazione degli orientamenti definiti dalla normativa UE sull’assistenza transfrontaliera. IL DECRETO.

08 FEB - Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 7 febbraio entra in vigore la nuova Scheda di dimissione ospedaliera che sostituisce quella prevista dal DM del 2000.
 
Rispetto alla “vecchia” SDO, il nuovo decreto di Lorenzin amplia la mole di dati da raccogliere relativi ad ogni ricovero ospedaliero e prevede l’invio dei dati da parte delle Regioni con cadenza mensile anziché trimestrale.
 
Le innovazioni nelle Sdo sono motivate dall’esigenza di poter contare su più informazioni possibili relative ai ricoveri ospedalieri sia ai fini di migliorare le rilevazioni epidemiologiche che per rispondere a quanto previsto dalla normativa UE in riferimento all’assistenza sanitaria transfrontaliera.
 
Con la nuova SDO si dovrà infatti rispondere all’esigenza di adeguare il contenuto informativo della scheda “alle esigenze di monitoraggio, valutazione e pianificazione della programmazione sanitaria, anche in considerazione degli orientamenti definiti dalla normativa dell'Unione europea”.
 
In particolare si sottolinea che i dati saranno utilizzati per “il monitoraggio e la valutazione degli interventi sanitari, compresi i loro esiti, la definizione degli standard di qualità, l'efficacia e l'efficienza, il monitoraggio del rischio clinico per garantire la sicurezza del paziente”. 
 

Secondo il ministerio della Salute le nuove SDO consentiranno di migliorare il monitoraggio  e la valutazione dell’assistenza sanitaria del “percorso nascita”, ma saranno anche utili a caratterizzare le reali condizioni dei pazienti al fine di valutare meglio l’appropriatezza delle prestazioni erogate, a monitorare il rispetto degli standard dei volumi di attività chirurgica per unità operativa e per operatore e a stimare con maggiore accuratezza gli esiti degli interventi sanitari e gli indicatori di qualità dell’assistenza erogata.

 

Tra le novità rispetto alla vecchia SDO la raccolta di informazioni sul livello di istruzione del paziente, la data di prenotazione della prestazione e la classe di priorità, eventuali trasferimenti da un ospedale all’altro, l’identificativo del chirurgo e dell’anestesista, la check list della sala operaoria, la rilevazione del dolore, la stadiazione condensata, la pressione arteriosa sistolica, la creatinina serica e la frazione di eiezione.
 

Si stabilisce infine un più stretto legame tra SDO e cartella clinica.

08 febbraio 2017
© Riproduzione riservata

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