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Stop ai Presidenti-Commissari. Emendamento del relatore al decreto fiscale riapre la partita 


La misura, in un primo momento introdotta nel decreto Genova per poi essere stralciata, potrebbe essere ora introdotta nel decreto fiscale all'esame della Commissione Finanze del Senato. Con l'approvazione di questo emendamento salterebbero i ruoli di Vincenzo De Luca per la Campania e Nicola Zingaretti per il Lazio (da sottolineare, tuttavia, che sia Campania che Lazio hanno annunciato una rapida e prossima uscita dai piani di rientro). Inoltre, verrebbe colpito anche Donato Toma, neo presidente del Molise che ambisce a quel ruolo di commissario rimasto vacante. L'EMENDAMENTO

13 NOV - Si torna a parlare dello stop al doppio incarico Presidenti di Regione-Commissari ad acta per la sanità. La norma, inizialmente prevista all’articolo 45 del decreto per Genova, e successivamente stralciata, potrebbe essere ora reintrodotta nel Decreto Fiscale collegato alla prossima legge di Bilancio.
 
Un emendamento del relatore Emiliano Fenu (M5S) al decreto attualmente all'esame della Commissione Finanze del Senato (presentato proprio oggi in coincidenza con la pubblicazione da parte del Ministero della Salute degli esiti delle verifiche sulle Regioni in Piano di rientro) potrebbe far saltare i ruoli di Vincenzo De Luca per la Campania e Nicola Zingaretti per il Lazio (da sottolineare, tuttavia, che sia Campania che Lazio hanno annunciato una rapida e prossima uscita dai piani di rientro). La misura, inoltre, colpirebbe anche Donato Toma, neo presidente del Molise che ambisce a quel ruolo di commissario rimasto vacante. 
 
Oltre alla fine del doppio ruolo, nell'emendamento si spiega che le Regioni commissariate dovrebbero predisporre, con cadenza semestrale, in occasione delle periodiche riunioni di verifica, una relazione ai Ministri della Salute e dell'Economia, da trasmettere al Consiglio dei ministri, con particolare riferimento al monitoraggio dell'equilibrio di bilancio e dell'erogazione dei livelli essenziali di assistenza.

Vengono inoltre elencate le caratteristiche che dovranno possedere i futuri commissari ad acta: "Il commissario ad acta deve possedere qualificate e comprovate professionalità nonché specifica esperienza di gestione sanitaria ovvero aver ricoperto incarichi di amministrazione o direzione di strutture, pubbliche o private, aventi attinenza con quella sanitaria ovvero di particolare complessità, anche sotto il profilo della prevenzione della corruzione e della tutela della legalità".
 
Infine, si spiega che il Consiglio dei ministri, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto, dovrà procedere alla nomina di un commissario ad acta per ogni regione in cui si sia determinata l’incompatibilità del commissario, il quale resterà comunque in carica fino alla nomina del nuovo commissario ad acta.
 
Giovanni Rodriquez

13 novembre 2018
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