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Intramoenia allargata. Commissione Affari Sociali: "Basta proroghe"


Parere favorevole della commissione al decreto Milleproroghe, con la richiesta, però, di abbreviare il termine del 31 dicembre 2012 per la scadenza dell’intramoenia allargata. Balduzzi: “Ecco la mappa degli interventi nelle singole regioni: l'allargata non si fa solo in Toscana e a Bolzano”.

19 GEN - Abreviare il termine del 31 dicembre 2012 il termine della facoltà di utilizzazione straordinaria del proprio studio professionale per l'esercizio dell'attività libero-professionale intramuraria. E' quanto chiede la commissione Affari Sociali della Camera nel parere favorevole espresso ieri sul decreto Milleproroghe. Si tratta di un'osservazione comunque non vincolante, rivolta alle Affari costituzionali e Bilancio di Montecitorio, che stanno esaminando il testo. La commissione Affari Sociali, infatti, si è pronunciata in sede consultiva. Aggiungendo nel parere anche altre due osservazioni:
- valutare l'opportunità di abbreviare il termine del 30 settembre 2012 il termine dell'incarico del Commissario straordinario della Croce rossa italiana;
- valutare l'opportunità di inserire una disposizione volta a prorogare il termine di cui all'articolo 4, comma 4, del decreto legislativo n. 207 del 2001 sul Riordino del sistema delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza, che prevede che gli atti relativi al riordino delle istituzioni in aziende di servizi o in persone giuridiche di diritto privato sono esenti dalle imposte di registro, ipotecarie e catastali, e sull'incremento del valore degli immobili e relativa imposta sostitutiva.

Alla seduta di ieri della commissione era presente anche il ministro della Salute, Renato Balduzzi, che ha illustrato le difficoltà nella realizzazione delle norme per il termine dell’intramoenia allargata. Nel secondo semestre 2010, l’Osservatorio nazionale per l’attività libero-professionale ha infatti registrato un quadro complessivo di disomogeneità presenti e criticità evidenziate che impediscono o rallentano il percorso attuativo della norma che prevede la fine del fenomeno, spiega Balduzzi. In primo luogo, la relazione dell’Osservatorio mette in evidenza lo stato di avanzamento dei programmi regionali per la realizzazione di strutture sanitarie per l’attività libero-professionale intramuraria. Nello specifico, con decreto ministeriale 8 giugno 2001, è stato ripartito fra le regioni l’importo di 826.143.140,92 euro (dati riferiti al 31/12/ 2010); delle risorse ripartite con il citato decreto ministeriale, sono stati ammessi a finanziamento n. 418 interventi, per complessivi 746.843.755,27 e, pari al 90,40 per cento delle risorse disponibili. Dagli ultimi dati riferiti risulta che 9 regioni e province autonome hanno completato il programma [provincia autonoma di Trento (11 interventi), Veneto (39 interventi), Liguria (22 interventi), Emilia Romagna (69 interventi), Toscana (27 interventi), Umbria (9 interventi), Lazio (49 interventi), Basilicata (7 interventi) e Sardegna (11 interventi)].

Accanto agli interventi di ristrutturazione, ritenuti essenziali per la messa a regime del sistema della libera professione intramuraria, si è indagato sulla necessità di acquisire spazi ambulatoriali esterni, tramite acquisto, locazione e stipula di convenzioni. Nel 2010, 15 regioni (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Toscana, Veneto) hanno manifestato queste esigenza.

Un ulteriore elemento conoscitivo del fenomeno proviene dalle informazioni relative all’attivazione, da parte delle Aziende, di specifici strumenti di controllo e verifica del corretto svolgimento dell’attività libero-professionale svolta in intramoenia allargata. I dati forniti hanno evidenziato che: in due regioni e province autonome (Toscana, provincia autonoma di Bolzano) non viene esercitata l’intramoenia allargata; in sei regioni (Basilicata, Liguria, Marche, Umbria, Valle d’Aosta, provincia autonoma di Trento) tutte le aziende hanno attivato tali strumenti; in dieci regioni (Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte. Sardegna, Sicilia, Veneto) parte delle aziende insistenti sui rispettivi territori hanno implementato specifiche attività di verifica e controllo sull’intramoenia allargata; in due regioni nessuna azienda ha implementato tali specifiche attività; per una regione (Lazio) il dato fornito non è completo.

Il ministro Balduzzi ha inoltre evidenziato che il dato riscontrato nella regione Toscana e nella provincia autonoma di Bolzano rileva che in alcuni contesti è stato possibile gestire il sistema e garantire il superamento dell’intramoenia allargata. L’intenzione, ha quindi annunciato il ministro, è quella di avviare studi volti ad analizzare questi modelli virtuosi, al fine di individuarne i punti di forza e promuoverne il trasferimento in altre realtà.


 

19 gennaio 2012
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