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Racca (Federfarma): “Demolire le regole danneggia il cittadino”


11 NOV - La presidente di Federfarma, Annarosa Racca, in una nota del Sindacato dei titolari, contesta le affermazioni del Presidente dell’Antitrust, rilasciate oggi di fronte alla commissione Igiene e Sanità del Senato. “Non concordo” con Catricalà, perché “demolire le regole che oggi garantiscono il buon funzionamento del servizio farmaceutico sarebbe solo un danno”.
Per la presidente di Federfarma, “piuttosto che liberalizzare è necessario dare piena attuazione alla normativa vigente, fare i concorsi e consentire l’apertura delle farmacie dove effettivamente servono. In questo modo si risponderebbe realmente ai bisogni dei cittadini”.
Quanto sostenuto da Catricalà, sui benefici in termini di risparmio e vantaggi per i cittadini a seguito dell’eliminazione della pianta organica delle farmacie è invece, per Racca, “tutto da dimostrare”. “La Corte di Giustizia Europea ha detto esattamente il contrario: le regole servono a tutelare il cittadino”. L’abolizione della pianta organica e la conseguente possibilità di aprire farmacie, infatti, secondo Racca “indurrebbe i farmacisti che oggi assicurano il servizio nelle piccole località rurali a trasferirsi nelle zone più redditizie dei grandi centri urbani”. E così città il numero delle farmacie aumenterebbe, mentre i tanti piccoli centri del nostro Paese resterebbero privi di un servizio essenziale. “In molti paesi la farmacia è l’unico presidio sanitario sempre accessibile”, ricorda racca sottolineando che in Italia oggi esiste una farmacia ogni 3.300 abitanti, “esattamente in linea con la media europea”.
Sentita da Quotidiano Sanità, la presidente della Federfarma, ha aggiunto “Il farmacista ha studiato per dare salute e il farmaco è esattamente un bene per la salute, non un semplice prodotto industriale al quale applicare le leggi del mercato e della concorrenza. L’Antitrust, invece, batte da tempo su questo tasto, giungendo al punto di definire “strumentali” le decisioni della Corte Costituzionale e della Corte di Giustizia Europea. Mi pare francamente eccessivo”. “Del resto” riprende Racca “la liberalizzazione ha finito proprio con l’introdurre logiche commerciali nel nostro settore. Siamo sicuri che questa soluzione sia la più opportuna per un campo tanto delicato qual è quello della tutela della salute?”

11 novembre 2010
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