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Desideri: "Servono investimenti e idee organizzative"

di Fonda, Bettanini

24 LUG - Intervista a Enrico Desideri, direttore generale della Usl 8 di Arezzo
 
Cosa ne pensa del Patto sulla Sanità Digitale contenuto nell'articolo 14 del Patto per la Salute? Nella sua Azienda la sanità elettronica svolge un ruolo nell’evoluzione dei modelli assistenziali e di quelli organizzativi.
E' un piano strategico che si sviluppa in un orizzonte triennale in un contesto nazionale e regionale di forte frammentarierà e bassa interoperabilità dei sistemi. Questo limite, presente anche nell'Azienda Sanitaria che dirigo, può e deve essere superato attraverso l'adozione di investimenti, e idee organizzative a monte, tesi a superare i forti limiti sovra indicati.
 
Per raggiungere gli obiettivi del Patto sulla Sanità Digitale sono necessari ingenti fondi dedicati: nella sua Azienda da chi potrebbero essere/saranno stanziati? Vi servirete di partner privati per aumentare le risorse destinate all’eHealth?E quanto questa spesa potrebbe essere/sarà a carico del cittadino?
In una Azienda Sanitaria, quale quella che dirigo, (circa 350.000 abitanti, 5 ospedali etc.) il nostro parco di tecnologie consiste in 3.400 PC, 400 router, un CED e 150 server "virtuali" (16 fisici), 94 APP, i costi di manutenzione/ annui sono di 3,5 mln e i canoni, inclusi i costi per il "traffico dati", sono di 1 mln/ annuo. Gli investimenti di "sopravvivenza" sono ogni anno, inoltre, di 2 mln. A questo vanno aggiunte necessità di finanziamento per circa 2-3 mln/annuo per procedure strategiche tese ad unificare i sistemi su base regionale (laboratorio analisi, emergenza urgenza, home banking, sistemi di sicurezza, etc, etc..). Credo quindi che, nella innovazione delle tecnologie informatiche, il ruolo delle partnership private sia irrinunciabile anche in termini di know how, ma il controllo e la priorità dei mezzi deve rimanere pubblica facendo scelte anche negli investimenti non vincolati a sistemi che non rispondono a standard universali: fermo restando l'approccio di piena trasparenza delle procedure di acquisto.
 
Il Patto sulla Sanità Digitale secondo Lei è più per l’Azienda o per il cittadino? Quanto permette di avvicinarsi al cittadino? Il bacino di utenza della sua Azienda è formato da utenti “attivi” e partecipativi o, nel caso contrario, chi sono e come sono?
Il cittadino è attore e soggetto, ancor più, attraverso sistemi capaci di assicurare la memoria del suo PDTA. Intendo con questo sottolineare la necessità, non più rinviabile, che i sistemi informativi aziendali/regionali - nel rispetto delle norme per la privacy - mettono il cittadino, e i professionisti della salute, in condizione di non dover duplicare esami anche costosi - a causa di un' incompleta fruibilità della documentazione già in possesso del cittadino.


Raffaella Fonda e Carlotta Bettanini

24 luglio 2014
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