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Francesco Saia nuovo presidente della Società Italiana di Cardiologia Interventistica


Quattro punti di programma: aumentare l’offerta terapeutica delle procedure di interventistica strutturale, puntare su digitale e intelligenza artificiale, sfruttare la sinergia delle reti per l’infarto miocardico acuto per migliorare il trattamento dei casi gravi di embolia polmonare, puntare la ricerca anche nella medicina di genere.

06 OTT -

Laurea in medicina a Bologna nel 1995, specializzazione in Cardiologia a Bologna nel 2000, due dottorati di ricerca, 52 anni, 2 figlie e una moglie cardiologa. Cardiologo Interventista lui, presso IRCCS Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna, Policlinico S. Orsola di Bologna e ricercatore universitario. Ecco la carta d’identità di Francesco Saia, che riceve oggi le redini del GISE, la Società Italiana di Cardiologia Interventistica, da Giovanni Esposito.

Resterà in carica 2 anni, con un programma di lavoro molto articolato. Viene eletto oggi, al termine dei lavori del 44° Congresso Nazionale a Milano. Le principali linee programmatiche sono 4 e guardano al futuro della Cardiologia Interventistica, sempre più lanciata nell’era digitale e dell’intelligenza artificiale.

1. Aumentare l’offerta terapeutica delle procedure di interventistica strutturale attraverso diffusione delle competenze, adeguamento delle strutture, collaborazione con le istituzioni e interlocuzione con aziende per promuovere nuove forme di acquisto dei dispositivi medici;

2. Sfruttare le molteplici nuove opportunità offerte dalla tecnologia e dallo sviluppo digitale: implementazione nelle sale di emodinamica di nuove tecnologie che, con l’ausilio dell’AI, permettono diagnosi più accurate e trattamenti mirati (precision medicine), il cui corretto utilizzo necessita un investimento in termini di formazione dei professionisti e il supporto da parte delle amministrazioni ospedaliere. Utilizzo della telemedicina per follow-up dei pazienti e collaborazione con medicina territoriale;


3. Utilizzare le reti esistenti per l’infarto miocardico acuto per migliorare il trattamento dei casi gravi di embolia polmonare, essendoci attualmente scarso o nullo accesso alle terapie interventistiche sulla maggior parte del territorio nazionale, e dello shock cardiogeno, ancora gravato da altissima mortalità;

4. Affrontare con sempre maggiore decisione il tema della medicina di genere anche in Cardiologia Interventistica, facilitato dallo sviluppo di nuove conoscenze e dalla crescente attenzione che il GISE sta dedicando a questi aspetti.

Ma anche intensificare la collaborazione con le altre società scientifiche nazionali e internazionali, proseguendo gli sforzi in tal senso delle ultime presidenze; rafforzare il ruolo dei giovani all’interno del GISE, dando sempre più spazio al gruppo GISE Young; promuovere un processo di certificazione delle competenze cliniche e tecniche dei cardiologi interventisti; elaborare documenti di consenso e di indirizzo tra esperti su argomenti con importanti gap di evidenze scientifiche; sviluppare progetti di awareness su patologie cardiologiche per i pazienti e per la popolazione generale attraverso la collaborazione con associazioni di pazienti.

Il primo dottorato del presidente Saia è in Fisiopatologia dello Scompenso Cardiaco, arriva nel 2000 sempre a Bologna, cui segue un diploma di dottorato (PhD) in Cardiologia Interventistica conseguito nel 2004 presso l’Erasmus University of Rotterdam con tutorship del prof. Patrick Serruys, pioniere e gigante della Cardiologia Interventistica mondiale. Tra le altre esperienze all’estero si annovera una Fellowship al Royal Brompton Hospital, National Heart & Lung Institute a Londra nel 1997-1998.

Esperienza di lungo corso in Cardiologia Interventistica con una specifica dedizione, dal 2008 in avanti, alla Cardiologia Interventistica strutturale, con leadership sul programma del S. Orsola, da anni primo centro italiano pubblico per numero di TAVI, e impegnato su tutti gli altri interventi transcatetere tra cui riparazione mitralica, tricuspidale, valvuloplastica mitralica ed aortica, chiusura auricola sinistra, chiusura di leak perivalvolari. Inoltre, team leader dell’unico centro italiano dove si eseguono angioplastiche polmonari in pazienti con cuore polmonare cronico tromboembolico (malattia rara ma molto grave che colpisce spesso anche pazienti giovani compromettendo drammaticamente anche la qualità di vita).



06 ottobre 2023
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