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Manovra. “Via la norma su pensioni medici, investire sui professionisti”. L’audizione della Fnomceo al Senato


Trovare ulteriori risorse per affrontare le criticità e rendere attrattivo Ssn per il personale. La Fnomceo disponibile a diventare interlocutore con il Mef sulla sanità. "Chiediamo al Governo e al Parlamento un impegno al fine di trovare ulteriori risorse finanziarie necessarie per affrontare  le criticità che affliggono il nostro Ssn, per rendere maggiormente attrattivo il Servizio sanitario pubblico per i professionisti e garantire una sostenibilità effettiva ai Lea". LA RELAZIONE

10 NOV -

“Questa Federazione si aspetta la soppressione della norma, prevista dalla Manovra, che incide fortemente sul rendimento della quota retributiva della Cassa pensione sanitari, e che contrasta con il dovuto riconoscimento ai medici che, in ragione della straordinaria emergenza pandemica, hanno profuso il loro impegno con abnegazione e senza risparmio, sacrificando il loro tempo, la loro salute e financo la propria vita”.

Ad auspicarlo, la Fnomceo, la Federazione degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, audita questa mattina, nella persona del suo Segretario Roberto Monaco, sulla Manovra, presso le Commissioni Congiunte Bilancio.

“Sono 380 i medici caduti per il Covid – ha sottolineato Monaco - che ricordiamo sul portale della Fnomceo. Non ci piaceva essere definiti eroi ma, allora come oggi, rivendichiamo il rispetto della nostra dignità professionale e del nostro lavoro. Serve, anzi, un segnale in più – ha aggiunto - per proseguire in quel percorso virtuoso intrapreso dal Ministro della Salute Orazio Schillaci volto a valorizzare i professionisti e ad aumentare l’attrattività del Servizio sanitario nazionale”.

La Fnomceo ha espresso infatti apprezzamento per l’impegno del Governo volto ad aumentare i fondi destinati al Servizio sanitario nazionale, ad abbattere le liste di attesa, a contrastare la carenza di personale, riconoscendo che “i fondi stanziati a per il rinnovo dei contratti di lavoro del personale sanitario, dipendente e convenzionato sono un primo passo per invertire una tendenza che aveva visto sinora allocare gli investimenti in sanità, attraverso il Pnrr, prevalentemente sulle strutture e sulle infrastrutture del Servizio sanitario nazionale”.

Tuttavia, i 2,4 miliardi previsti per il personale sono “destinati a finanziare non solo il contratto della dirigenza medica e sanitaria, dei medici di medicina generale e degli specialisti ambulatoriali, ma anche quelli dell’intero comparto sanità. Il che rende ad esempio lo stanziamento per i medici e dirigenti sanitari di poco superiore a quello del contratto appena concluso e molto al di sotto (10%) del tasso inflattivo”.

E infatti questa condizione, insieme alla contestata norma che taglia gli assegni pensionistici dei medici ospedalieri, ha portato le Organizzazioni sindacali della dirigenza medica alla proclamazione dello stato di agitazione che, afferma Monaco, “non possiamo non comprendere”.

Anche la Fnomceo, del resto, è preoccupata per una disposizione che riguarderebbe 50mila medici, causando un taglio sino a un quarto dell’assegno pensionistico. E che potrebbe avere ripercussioni pesanti sul Servizio sanitario nazionale, per l’abbandono in massa e inaspettato degli almeno 6000 medici ospedalieri che hanno già maturato i requisiti per l’uscita dal lavoro. Con il paradosso di andare ad aggravare proprio quelle liste d’attesa che il Governo, con la Finanziaria, si propone invece di ridurre.

“In ogni caso – ha osservato ancora Monaco – questa misura, creando un clima di incertezza sulle tutele e sui diritti, non fa che rendere ancor meno attrattivo il lavoro nel Servizio sanitario pubblico”. Valutazione positiva, dunque, per le aperture del Governo, e in particolare dei Ministri Orazio Schillaci, Marina Elvira Calderone e Luca Ciriani, “volte a trovare una soluzione concreta su una questione complessa, tramite la presentazione di un maxiemendamento che dia risposte reali ai professionisti”.


E sempre il maxiemendamento potrebbe essere, per la Fnomceo, “l’occasione giusta per rilanciare il Servizio sanitario nazionale”, così come richiesto, secondo un recente sondaggio condotto dall’Istituto Piepoli, dal 90% dei cittadini. Tra l’altro, investire risorse pubbliche nella sanità conviene: ogni euro immesso nel Servizio sanitario nazionale ne rende quasi due, producendo dunque valore e generando occupazione. A dimostrarlo, il Rapporto Censis-Fnomceo “Il valore economico e sociale del Servizio sanitario nazionale”, allegato al testo depositato per l’audizione.

“Auspichiamo che il Governo e il Parlamento – ha proposto Monaco - all’interno del disegno di legge di bilancio, possano adoperarsi per dedicare ulteriori risorse a sostenere l'offerta di assistenza sanitaria, il potenziamento degli ospedali e della medicina territoriale, il costo dell'assistenza domiciliare, la riduzione delle liste d’attesa, la realizzazione delle case di comunità e per finanziare ulteriori strumenti incentivanti per i professionisti della sanità. Questi sono risultati che riteniamo possano essere raggiunti attraverso il coinvolgimento della professione tutta”.

“Occorre – ha spiegato - un grande impegno in termini di investimento sui giovani, sui professionisti, sul capitale umano del nostro Servizio sanitario nazionale. Vi è quindi la necessità di valorizzare tutti i professionisti del Servizio sanitario pubblico dal punto di vista contrattuale ed economico. Tra le priorità, lo sblocco del turnover, con un incremento e un ricambio generazionale del personale ospedaliero, l’aumento dei medici convenzionati sul territorio. Riguardo agli ospedali, riteniamo prioritario eliminare il tetto di spesa per il personale”.

E ancora, la Fnomceo chiede “un piano straordinario di assunzioni da parte del Ministero della Salute, che incentivi innanzitutto nuovi ingressi dei giovani”.

“Sono necessarie - ha dettagliato Monaco - almeno diecimila assunzioni già dal 2024. Bisogna rendere attrattivo il nostro SSN, attraverso un intervento di sostegno ai professionisti, in maniera sistemica e globale. È necessario intervenire sia sul piano economico, sia su quello delle condizioni di lavoro, oggi insostenibili e con gravi ricadute sulla salute degli operatori, oltre che sulla loro vita privata e familiare”.

“In conclusione – ha sintetizzato - chiediamo al Governo e al Parlamento un impegno al fine di trovare ulteriori risorse finanziarie necessarie per affrontare le criticità che affliggono il nostro Servizio sanitario nazionale, per rendere maggiormente attrattivo il Servizio sanitario pubblico per i professionisti, per garantire una sostenibilità economica effettiva ai livelli essenziali di assistenza e per ridurre le differenze territoriali, attraverso il finanziamento congruo del Fondo sanitario nazionale, nel rispetto dei principi di universalità, di uguaglianza e di equità, in attuazione dell'articolo 32 della Costituzione”.

E a tal proposito, “così come fatto in maniera costruttiva con il Ministero della salute”, la Fnomceo si rende disponibile a diventare interlocutore del Mef sulle tematiche che riguardano la sanità.



10 novembre 2023
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