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Responsabilità professionale medica, la Legge Gelli e i possibili scenari di cambiamento

di Arnaldo Iodice

Se n’è discusso presso la sede dell’OMCeO di Roma, al convegno “Responsabilità professionale e obbligo assicurativo alla luce della Legge 24/2017”. Fatto il punto sulla riforma e la necessità di procedure più snelle e concrete, a salvaguardia dei professionisti e delle strutture sanitarie. Presentato il servizio assicurativo “Pronto Assicuratore”, strumento che consente ai medici di accedere a consulenze gratuite

10 NOV -

A sei anni dall’approvazione della legge 24 del 2017 (la cosiddetta Legge Gelli-Bianco), la riforma della responsabilità professionale medica è all’attenzione della Commissione Nordio. Sul tavolo diversi aspetti da valutare ed eventualmente modificare per dare ulteriore chiarezza ed efficacia al quadro normativo che regola l’intero settore della responsabilità sanitaria.

Per delineare i nuovi possibili scenari di cambiamento della Legge 24, Pronto Assicuratore (servizio di SanitAssicura), in convenzione con l’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Roma, ha organizzato il convegno intitolato “Responsabilità professionale e obbligo assicurativo alla luce della Legge 24/2017”, che ha avuto luogo giovedì 9 novembre nella sede dell’OMCeO capitolino. Il convegno ha dato l’occasione, ai vari autorevolissimi relatori che si sono alternati e ai tanti intervenuti, per fare il punto sui decreti attuativi e sulla riforma, con focus anche sui possibili strumenti di tutela per il professionista.

Articolo 5 della Legge Gelli-Bianco e linee guida

“La Legge Gelli-Bianco – spiega Paola Frati, docente ordinario di Medicina Legale della Sapienza Università di Roma, tra le relatrici dell’evento – ha il pregio di aver affrontato in maniera sistematica l’intero settore della responsabilità sanitaria coniugandolo con l’implementazione e la gestione del rischio clinico”. Il punto, però, è che “i primi quattro articoli dedicati interamente a questo ultimo aspetto necessitano di ulteriori sviluppi e soprattutto di una verifica concreta della loro applicazione”. Insomma, “i contenuti ci sono ma vanno calati in un contesto operativo che porta da un lato al miglioramento della qualità delle prestazioni sanitarie erogate e dall'altro al contenimento dei costi della medicina difensiva e del contenzioso, comportando un vantaggio economico indiretto che può essere investito in una sanità migliore”.

Un altro aspetto da rivedere è l'articolo 5 e il sistema di produzione delle linee guida. Non ci sono regole chiare? “La regola chiara, in effetti, ci sarebbe – risponde la professoressa Frati –, perché l’articolo 5, così come previsto dalla Legge Gelli-Bianco, dettava un percorso per la produzione delle linee guida. È successo però che il sistema è troppo farraginoso e le società scientifiche hanno avuto difficoltà a rispondere perché produrre una linea guida implica molto tempo e anche costi economici. Per questo non c’è stata una grande risposta e, al momento, quelle pubblicate sono circa un centinaio e sono insufficienti. La giurisprudenza – continua Frati – ha dunque recuperato le linee guida esistenti, anche se non prodotte ai sensi dell’articolo 5, come buone pratiche”. E forse sono proprio le buone pratiche quelle su cui “dobbiamo concentrarci, con un sistema più snello rispetto alla produzione delle linee guida ma con una metodologia di lavoro ben definita, così come era stata dettata per loro. In questo modo possono essere verificabili nel contenuto e anche certificate. Credo – conclude Frati – che una metodologia di lavoro che porti l’attenzione sulle buone pratiche possa essere una soluzione”.

Il ruolo del Consulente tecnico d’ufficio secondo l’articolo 15 della Legge Gelli-Bianco

L’articolo 15 della legge 24 del 2017 “ha sancito che in tutti i giudizi di responsabilità professionale ci sia l’obbligo, da parte del giudice, di nominare un collegio costituito da uno specialista in medicina legale e uno di branca”, spiega Raffaele La Russa, Professore Ordinario presso l’Università degli Studi di L’Aquila e relatore dell’evento. “Questo dà maggiori garanzie sia al sanitario che alla struttura, la quale vedrà valutata la propria condotta attraverso un collegio medico-legale e di uno specialista della propria branca che ha capacità di valutazione del caso molto più rigorose rispetto al passato, quando era invece data al magistrato la possibilità di scegliere, in maniera assolutamente priva di regolamentazione, qual era il consulente migliore. Ciò comportava anche l’analisi di casi molto complessi di responsabilità sanitaria con uno specialista che non era né un medico legale né uno specialista nella branca di interesse del caso. Ciò ha comportato gravi errori in fase di giudizio”, conclude La Russa.

La risposta assicurativa nei casi di responsabilità professionale

In questo contesto di riforma della responsabilità professionale medica, il sistema assicurativo gioca inevitabilmente un ruolo fondamentale. “Oggi, i professionisti sanitari hanno la necessità di una tutela assicurativa che possa innanzitutto adempiere a quelli che sono gli obblighi previsti dalla Legge 24, ma anche una copertura che possa tutelare sia il loro patrimonio sia il paziente che si affida alle sue cure”, spiega il dott. Attilio Steffano, presidente Assimedici, anch’egli tra i relatori. “Tra queste, una copertura assicurativa che preveda un’attività e dei servizi aggiuntivi è certamente preferibile rispetto a una sola polizza di responsabilità professionale. Da evidenziare l’esigenza di una copertura di tutela legale che sia a completamento della polizza di responsabilità professionale”.

Ma quali sono i servizi che gli operatori sanitari si aspettano dal mondo assicurativo? “I servizi che il sanitario si aspetta – spiega ancora Steffano – sono senza dubbio quello di una costruzione tailor made del servizio assicurativo. Quelli che SanitAssicura, con Pronto Assicuratore, ha messo a disposizione, costituiscono una copertura assicurativa idonea, andando a perimetrare l’attività professionale, ma che viene supportata anche in un secondo momento, ovvero quello in cui viene evidenziata l’esigenza dell’apertura del sinistro, offrendo quegli strumenti che possono aiutare il sanitario a gestire al meglio il contenzioso”.

A questo scopo, quest'anno l’OMCeO di Roma ha stipulato una convenzione con SanitAssicura, la quale fornisce gratuitamente a tutti gli iscritti dell’Ordine un servizio completo che va dalla valutazione delle polizze già stipulate alla stesura di nuovi preventivi basati sulle proprie necessità di professionista e sulla propria specializzazione. Si tratta del servizio Pronto Assicuratore che garantisce una consulenza informativa, grazie alla quale i medici possono sentirsi più tutelati nello svolgimento quotidiano della loro professione.

Quello attuale è un momento caldo di discussione sulle polizze assicurative. Con la scadenza dell’anno di proroga del triennio formativo 2020-22, si parla infatti della norma che – con l’approvazione dei decreti attuativi della Legge Gelli-Bianco – renderà essenziale il soddisfacimento del 70% dei crediti ECM del triennio per mantenere l’efficacia della copertura assicurativa.

“I crediti ECM – conferma il dott. Steffano – sono la certificazione di una formazione che oggi può diventare, per il mondo assicurativo, uno strumento di valutazione del professionista ai fini di una eventuale copertura assicurativa”. Sappiamo quindi che il futuro della responsabilità professionale sanitaria, legato a filo con doppio con la Legge Gelli, vedrà una interazione sempre più forte tra assicurazione, tutela legale e formazione.








10 novembre 2023
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