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L’Italia è il Paese europeo dove si fanno più tagli cesarei


Al centro del meeting annuale dell’Ema, l’Associazione europea che riunisce organizzazioni professionali e società scientifiche delle ostetriche, il tema posto dalla Federazione nazionale dei Collegi delle ostetriche. “Malgrado l’impegno del ministro Fazio e delle istituzioni sanitarie – ha sottolineato Miriam Guana, presidente Fnco – in Italia quasi il 40% dei parti avviene con taglio cesareo”.
 

29 SET - Gli ultimi dati ufficiali sono del 2009 e indicano che in Italia i parti cesarei sono il 38,4% del totale, con differenze altissime, e difficilmente spiegabili clinicamente, tra una Regione e l’altra, con il 22% in Friuli e il 63% in Campania. Oltretutto, malgrado gli sforzi compiuti in questi ultimi anni dalle istituzioni sanitarie (ricordiamo il Piano per la riorganizzazione dei Punti nascita voluto dal ministro Fazio varato nel gennaio 2011 e le Linee Guida per una scelta appropriata e consapevole del taglio cesareo prodotte dall’Iss nel febbraio 2010) il fenomeno non accenna a ridursi ed anzi sembra essere ancora in crescita.
Tutti gli esperti concordano nel sottolineare come la presenza dell’ostetrica vicina alla donna nelle ultime fasi della gravidanza e poi al momento del parto riduce notevolmente il ricorso al parto cesareo, sostenendo la donna nelle sue necessità e anche nell’affrontare le sue paure e agevolando così la possibilità di realizzare un parto fisiologico.
Purtroppo, però, non tutte le strutture del servizio sanitario garantiscono un’adeguata presenza di ostetriche, tale da realizzare un rapporto “one to one” tra ostetrica e donna, mortificando in questo modo sia il ruolo professionale delle ostetriche, che la piena espressione dell’autodeterminazione e della scelta da parte delle donne.
Proprio per la criticità della situazione in Italia, le ostetriche italiane rappresentate dalla Fnco (Federazione nazionale Collegi delle ostetriche) hanno scelto di mettere il tema dell’appropriatezza dei tagli cesarei al centro del meeting annuale dell’Ema (European Association of Midwifery) che si è svolto quest’anno a Firenze, il 23 e 24 settembre nella prestigiosa e storica sede dell’Istituto degli Innocenti. Come tradizione, infatti, è la nazione ospitante a proporre l’argomento centrale del meeting, affidato in questa occasione alle relazioni di Bruno Rusticali, dell’Agenas, e di Antonella Cinotti, presidente del Collegio delle ostetriche di Firenze/Prato/Arezzo/Grosseto e Siena, coordinatore del Corso di Laurea in Ostetricia dell'Università degli Studi di Firenze nonché vicepresidente della Fnco.
“Malgrado l’impegno del Ministero della Salute e le Linee Guida dell’Iss per un uso appropriato del taglio cesareo – ha detto la presidente della Fnco Miriam Guana aprendo i lavori – l’Italia continua ad essere il Paese europeo dove questa pratica è più utilizzata”.
Per intervenire in questo quadro e realizzare un reale contenimento del numero dei tagli cesarei, la Federazione dei Collegi delle ostetriche ha messo a punto modelli organizzativi, applicabili in tutte le strutture del Ssn, che puntano soprattutto sulla continuità delle cure nel percorso nascita, valorizzando il rapporto tra ostetrica e donna.
Realizzare concretamente questi modelli organizzativi, che si rifanno ai principi espressi sia nel Piano per la riorganizzazione dei punti nascita sia alle Linee Guida dell’Iss, sarebbe anche una risposta alla difficoltà di ingresso nel mondo del lavoro delle giovani laureate nei corsi di laurea in Ostetricia, che spesso vedono “occupare” i ruoli destinati alle ostetriche da altre professioni sanitarie non specifiche.
 


29 settembre 2011
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