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“Ovunque per il bene di tutti”. Parte domani da Firenze il Congresso itinerante della Fnopi. Ecco come si articolerà nelle 20 tappe previste da qui a dicembre 

di Barbara Mangiacavalli

Da maggio a dicembre, i componenti del neo-eletto Comitato centrale toccheranno varie aree del Paese (Nord Est, Nord Ovest, Centro Sud versante adriatico, tirrenico e isole). In programma 20 appuntamenti a carattere locale con i referenti di progetti innovativi, buone pratiche ed eccellenze della professione infermieristica, proiettando l’infermiere in una dimensione nuova, più vicina al paziente e in grado di intercettare proattivamente la domanda di salute soprattutto nelle aree più interne e disagiate del Paese

11 MAG - Il 12 maggio 2021 è la giornata internazionale dell’infermiere, l’anniversario della nascita della nostra madre fondatrice, Florence Nightingale.
 
Lo scorso anno avevamo organizzato i festeggiamenti per i 200 anni dalla sua nascita – 1820-2020 – ma la pandemia ha fermato tutto.
Nonostante tutto, però, abbiamo comunque onorato questo anno, con abnegazione, sacrificio e dimostrando tutte le nostre capacità, tutta la nostra professionalità.
 
Abbiamo pagato un prezzo alto, come persone, come professionisti, sia per lo sforzo senza precedenti che non abbiamo mai cessato di fare e facciamo per assistere le persone in difficoltà, sia in termini di nostri colleghi ammalati – siamo la professione sanitaria con il maggior numero di contagi in assoluto - e con tanti che non ce l’hanno fatta. E in questo senso a pagare sono state anche le nostre famiglie.
 
Questa occasione, questo 12 maggio, deve essere il giorno che segna un nuovo inizio, un momento di rinascita, che segna una nuova era, perché lo vogliamo con tutte le nostre forze e perché a questo ci siamo dedicati in tutti questi mesi.
 
Ed è anche l’avvio del nostro primo congresso itinerante “anti-Covid”, un congresso come non ne sono mai stati fatti prima, diverso da quelli a cui siamo abituati in cui migliaia e migliaia di colleghi si riunivano assieme. Un congresso organizzato nel rispetto della tutela della salute come solo gli infermieri sanno fare e che dovrà servire ancora una volta a mettere in primo piano quello che gli infermieri sono capaci di fare e di essere.
 
Un congresso nuovo, in cui saranno messe in evidenza e premiate le buone pratiche degli infermieri in tutte le zone geografiche d’Italia, “itinerante”, nel pieno rispetto elle regole di distanziamento e di tutte le misure contro la pandemia per limitare al massimo gli assembramenti e rispettare tutte le normative vigenti anti-Covid: l’obiettivo è fotografare lo stato di attuazione dell’infermieristica di prossimità, chiave di volta per un sistema salute più equo, giusto ed efficace.
 
Anche per questo abbiamo scelto lo slogan “Ovunque per il bene di tutti” proprio per sottolineare la presenza degli infermieri su tutto il territorio e il peso e l’importanza della loro.
 
Da maggio a dicembre, i componenti del neo-eletto Comitato centrale toccheranno varie aree del Paese (Nord Est, Nord Ovest, Centro Sud versante adriatico, tirrenico e isole): in programma 20 appuntamenti a carattere locale con i referenti di progetti innovativi, buone pratiche ed eccellenze della professione infermieristica che, soprattutto sul territorio, hanno consentito di affrontare l’assistenza, anche durante la pandemia, rimanendo sempre vicini ai cittadini, proiettando l’infermiere in una dimensione nuova, più vicina al paziente e in grado di intercettare proattivamente la domanda di salute soprattutto nelle aree più interne e disagiate del Paese.
 

 
Prima tappa il 12 maggio Giornata Internazionale dell’Infermiere, a Firenze, nella Sala del Cenacolo della Basilica di Santa Croce che riapre con l’occasione al pubblico, nel giorno in cui si celebra la nascita di Florence Nightingale, immortalata in Santa Croce da un famoso monumento a cui ogni anno rendono omaggio infermieri provenienti da tutto il mondo. 
 
Per l’occasione sarà anche presentato un volume inedito sui rapporti tra Florence e l’Italia, nazione dove nacque nel 1820 e che ben conobbe, anche dal punto di vista scientifico e professionale, durante due lunghi viaggi nel corso della sua vita. Florence Nightingale è passata alla storia per avere ridotto della metà i decessi per malattia nella guerra di Crimea ed essere stata precorritrice delle buone pratiche di igiene e salute pubblica che ancora oggi contribuiscono a ridurre le malattie e salvare vite, in particolare in contesti epidemici.
 
Il filo rosso che legherà le esperienze che contraddistingueranno le tappe del Congresso sarà l’Infermieristica di prossimità, a partire dall’Infermiere di famiglia e comunità, figura presente in Toscana, dive si avvia il Congresso,  dal 2018 e che col decreto Rilancio del maggio 2020 è stata istituita per legge e dovrebbe essere presente in tutte le Regioni.
 
Nella stesura del nuovo Recovery Plan, inoltre, assume un ruolo di protagonista proprio per l’assistenza sul territorio. Gli infermieri, infatti, non vogliono che il paziente debba raggiungere necessariamente una struttura per essere assistito: sono loro che vanno verso il cittadino, sviluppando così i presupposti dell’assistenza territoriale finora mai decollata e che potrebbe essere ormai a un passo con le novità in arrivo dal PNRR.
 
Soprattutto, gli infermieri, con le loro buone pratiche dimostrano all’organizzazione sanitaria, ai programmatori e ai cittadini stessi che la vera assistenza si fa in team, con uno scambio virtuoso e mai né invadente né prevaricante di una professione sull’altra.
 
Abbiamo scelto di onorare così il 12 maggio quest’anno, garantendo la nostra vicinanza ai nostri assistiti, rispettando il dovere che abbiamo di tutelare la salute e non dimenticando la nostra storia.
 
E’ il modo migliore di farlo anche nel ricordo di tutti i nostri colleghi che si sono ammalti, di quelli che non ci sono più, di quelli che stanno dando tutti se stessi in prima linea contro una pandemia che sta flettendo la sua forza d’impatto, ma che è ancora tra noi e siamo anche noi a doverla, volerla e poterla fermare.
 
Le prime buone pratiche premiate
A Firenze, alla presenza dei vertici della FNOPI, di rappresentanti istituzionali regionali e degli Ordini delle professioni infermieristiche della Toscana, saranno premiati quattro progetti.
 
“Fuori dal guscio”, progetto della Asl Toscana Sud Est (zona Distretto Grosseto). Prevede il supporto dell’infermiere di famiglia e comunità al SerD (servizio pubblico per le dipendenze patologiche) per la prevenzione secondaria su pazienti con patologie croniche tra cui dipendenza da abuso di alcol, dal gioco d’azzardo, dal fumo, obesità, diabete, malattie cardiovascolari. Il percorso di prevenzione parte da una segnalazione degli infermieri o medici di medicina generale alla coordinatrice dell’ospedale di comunità e SerD, motivando la richiesta. La coordinatrice attiva l’intervento dell’infermiere di famiglia e comunità a seconda delle esigenze. Si tratta di un modello di cura basato sull’assistenza infermieristica che unisce ambiti di cura finora non così integrati, per una presa in carico multiprofessionale, continua e specialistica, focalizzata non solo sulle conseguenze della malattia, ma contestualmente dedicata alla prevenzione delle cause.
 
“I colori delle farfalle”, progetto della Asl Toscana Sud Est (Zona Distretto Valdarno). Prevede l’infermiere di famiglia, care manager in ambito domiciliare e comunitario, nella gestione di pazienti cronici in età evolutiva (bambini e adolescenti) che svolge funzione di coordinamento gestionale-organizzativo sulle attività assistenziali, creando una rete multi specialistica tra i vari settingdi cura ospedalieri, territoriali e con le istituzioni, incluse le scuole e tutti i percorsi formativi del destinatario delle cure. Le figure coinvolte nel team sono: l’infermiere, il pediatra o il medico di medicina generale, l'assistente sociale, il fisioterapista, lo psicologo, il nutrizionista, il neuropsichiatra infantile, l'insegnante e la famiglia. L’infermiere care manager rappresenta la figura di riferimento per il paziente, la sua famiglia e il caregiver; è colui in grado di gestire in maniera efficace ed efficiente la presa in carico a favore della domiciliarità e dell'integrazione nella comunità.
 
Sempre rivolto a bambini e adolescenti è l’ambulatorio specialistico infermieristico nel Comune di Agliana (Pistoia) per un servizio sul territorio privato, a supporto delle famiglie di bambini complessi e non, dalla nascita dei lori figli fino alla pubertà. Questo perché non esiste attualmente un Servizio Infermieristico che risponda ai bisogni dei bambini, in quanto lo stesso è esclusivamente dedicato ad adulti/anziani portatori di patologia. Tra gli obiettivi raggiunti, l’80% dell’utenza è soddisfatto delle prestazioni erogate; ridotti gli accessi in Pronto Soccorso, dal pediatra di libera scelta e dal medico di medicina generale; le famiglie dei bambini, portatori di patologie complesse, saono in grado di gestire al domicilio certe problematiche, che precedentemente venivano svolte in ospedale; anche il paziente  adulto - perché il centro è rivolto anche ad adulti e anziani portatori di patologie croniche e sani -, portatore di patologie croniche, e le loro famiglie saranno in grado di gestire al proprio domicilio certe problematiche, che precedentemente venivano affrontate in ospedale.
 
Infine, una buona pratica di auto-analisi dell’attività degli infermieri di famiglia e comunità, perché monitoraggio e controllo sono componenti essenziali dell’assistenza sanitaria. Nelle province di Firenze, Pistoia e Prato la sperimentazione del modello IFeC (infermiere di famiglia e comunità) ha permesso agli infermieri coinvolti di crescere professionalmente, con un arricchimento personale importante.  Da qui, una indagine qualitativa su “Percezioni e vissuti degli infermieri coinvolti nella sperimentazione del modello di Infermieristica di Famiglia e di Comunità nella Asl Toscana Centro. Dai dati rilevati sono emerse 4 categorie sostanziali: Prepararsi al cambiamento (il corso di formazione erogato all’avvio del progetto e l’esperienza lavorativa in possesso hanno permesso agli IFeC di intraprendere la sperimentazione con maggior sicurezza); La relazione: fare gioco di squadra (il legame con le famiglie in carico e la collaborazione multiprofessionale sono fondamentali); Un vortice di emozioni (lo stress iniziale, ma anche l’apprezzamento del modello e la riscoperta della passione per la professione); L’infermiere di famiglia e comunità (definizione soggettiva e non univoca della figura professionale e sguardo propositivo al futuro professionale).
 
Barbara Mangiacavalli
Presidente Fnopi

11 maggio 2021
© Riproduzione riservata

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