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Salute per tutti. Anelli (Fnomceo): “Un Osservatorio per ridurre le diseguaglianze tra Regioni”


L’Osservatorio, da istituire presso il ministero della Salute, dovrebbe avere funzioni di monitoraggio e consultive. E in questo ambito, la Fnomceo rivendica “un ruolo centrale per i professionisti”. Per Anelli “la situazione è drammatica”. E cita le risorse stanziate nel 2020 per il recupero delle prestazioni sospese a causa del Covid: “Il 67% non è stato speso dalle Regioni, ancora una volta con grandi differenze lungo la penisola: accantonamento del 96% al Sud e Isole”.

04 GIU - Un Osservatorio, da istituirsi presso il Ministero della Salute, che monitori le disuguaglianze in sanità tra le Regioni. E metta in atto opportuni correttivi, con interventi a livello normativo, per calmierarle. È questa la proposta del Presidente della Fnomceo, la Federazione degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli, fatta a margine del Comitato Centrale in corso oggi per via telematica.

La riflessione muove i passi da quanto emerso dal quarto Report dell’associazione Salutequità, frutto di un’elaborazione del Rapporto 2021 sul Coordinamento della finanza pubblica della Corte dei Conti. “Mostra - rileva Anelli - una situazione drammatica, con una drastica riduzione, nel 2020 dei ricoveri, urgenti o meno, degli interventi chirurgici, delle terapie, delle visite ambulatoriali. Queste ultime sono state addirittura 400mila in meno al giorno rispetto al 2019. Eppure, nonostante la forte riduzione delle prestazioni erogate, circa il 67% delle risorse stanziate nel 2020 per il loro recupero non sono state spese dalle Regioni. E grandi sono, ancora una volta, le differenze lungo la penisola: l’accantonamento delle risorse è stato infatti di circa il 96% nelle Regioni meridionali e insulari, di circa il 54% al Nord e del 45% al Centro”.

“La salute diseguale, problema che da sempre ci affligge, è stata resa ancor più diseguale dalla pandemia di Covid – spiega il presidente Omceo in una nota -. Il Covid è arrivato su un terreno già disomogeneo e ha aperto varchi, scavato solchi, che rischiano di diventare voragini capaci di inghiottire i diritti civili, garantiti dalla nostra Costituzione. E a tutela di tali diritti, del diritto alla Salute, di cui all’articolo 32, del diritto all’Uguaglianza, di cui all’articolo 3, della garanzia stessa dei diritti, di cui all’articolo 2, lo Stato elegge gli Ordini delle Professioni Sanitarie, quali suoi Enti Sussidiari. Dobbiamo vigilare quindi: ripianare tali solchi, affinché non si aprano crepacci insanabili”.

“Occorre garantire il superamento delle differenze ingiustificate tra i diversi sistemi regionali, creando un sistema sanitario più equo, salvaguardando il servizio sanitario nazionale pubblico e universalistico – prosegue Anelli -. Il raggiungimento di obiettivi di salute deve restare la finalità prioritaria del servizio sanitario”.

“È arrivato il momento di riflettere su un ruolo più forte e centrale del Ministero della Salute: auspichiamo una modifica di legge che rafforzi le sue capacità di intervento, aumenti le disponibilità economiche e le sue funzioni al fine di colmare le diseguaglianze – conclude Anelli -. Primo, importante passo può essere l’istituzionalizzazione di un Osservatorio, incardinato all’interno del Ministero della Salute, sulle disuguaglianze in sanità. Un organismo con funzioni non solo di monitoraggio, ma anche consultive, che proponga interventi normativi per riportare all’unità, all’universalità e all’uguaglianza il nostro Servizio Sanitario Nazionale. Rivendichiamo anche un ruolo centrale per i professionisti, che devono essere messi nelle condizioni di partecipare alla definizione e al raggiungimento, in autonomia e indipendenza, degli obiettivi di salute. È la Professione medica, sono le Professioni sanitarie, in quanto garanti dei diritti, la vera rete di unità del Paese in tema di salute, tanto più in questa emergenza dovuta alla pandemia”.

04 giugno 2021
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