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Nel Regno Unito un infermiere può far carriera. Ecco la mia storia

di Aurora Medonica

09 NOV -

Gentile Direttore,
le scrivo da infermiera italiana emigrata all’estero, perché vorrei parlarle di cosa l’estero, in particolare l’Inghilterra, realmente offre alla professione.
Inizialmente, uno dei motivi che mi hanno spinto a lasciare il Paese è stato la prospettiva di avanzamento di carriera. Avanzamento che purtroppo presenta ancora delle lacune in Italia, ma che risulta ben codificato nel sistema inglese.

La diversificazione della carriera infermieristica prevede infatti quattro distinte opzioni: manageriale, clinica, educativa e di ricerca. Ogni opzione prevede il conseguimento di titoli universitari ed il raggiungimento di particolari livelli di esperienza con adeguate competenze e adeguate retribuzioni.

Per farle un esempio, Le descrivo il mio percorso formativo.

Nel 2015 cominciai a lavorare nel reparto di chirurgia oncologica come infermiera neolaureata, livello che corrisponde al quinto su scala inglese. Dopo aver raggiunto le competenze di base nel coordinamento dell’unità operativa, cominciai a coordinare il reparto. La responsabilità del coordinamento è il primo step verso una carriera di tipo manageriale, e prevede l’innalzamento di livello al sesto.

Nel 2016, decisi di traferirmi nel reparto di terapia intensiva cardio-toracica, dove tutt’ora lavoro. In questa unità operativa ho avuto la possibilità non solo di progredire dal punto di vista manageriale verso il sesto livello, ma visto il mio interesse verso la pratica clinica della terapia intensiva, ho potuto cominciare un corso magistrale di pratica clinica avanzata e raggiungere il settimo livello. La mia posizione attuale si qualifica come infermiere di pratica clinica avanzata, specializzato in terapia intensiva. Posizione che ho potuto raggiungere con sei anni di esperienza in terapia intensiva cardio-toracica, una laurea magistrale e un corso sulla prescrizione di farmaci, in gran parte finanziato dall’azienda ospedaliera per cui lavoro che riconosce le mie attuali competenze con un ottavo livello (su un massimo di nove livelli previsti per la carriera infermieristica).

Un ulteriore vantaggio offerto dal Regno Unito è quello di poter conseguire una carriera clinica ed una educativa in contemporanea. Data la salda collaborazione presente tra aziende ospedaliere e istituzioni universitarie. Infatti, nel marzo del 2021, cominciai una collaborazione con l’università di Oxford, Oxford Brookes University, dove mi assunsero come docente associato, con un contratto a chiamata. Un piccolo passo verso l’inizio di una possibile carriera educativa, che sto costruendo con un ulteriore anno alla London South Bank University, ricoprendo una posizione da docente di ruolo.

Vorrei concludere dicendoLe che io personalmente non credo di avere nulla di diverso rispetto ai miei colleghi italiani, avendo frequentato l’università in Italia, posso dirle sono molti i talenti. E non credo di dirle nulla di nuovo: la grande differenza tra la mia carriera e la carriera di un infermiere italiano, è semplicemente il contesto nel quale la carriera stessa si sviluppa. Una delle cose più importanti che ho appreso vivendo all’estero è quanto il nostro Paese sia pieno di potenzialità e che forse è davvero arrivato il momento di riconoscerle, a tutti i livelli.

Aurora Medonica

Lecturer in Adult Nursing, London South Bank University and Advanced Critical Care Practitioner, mFICM
Cardiothoracic Critical Care Unit, Oxford Heart Centre



09 novembre 2022
© Riproduzione riservata

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