Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Mercoledì 01 MAGGIO 2024
Lettere al direttore
segui quotidianosanita.it

Di troppa propaganda il Ssn muore

di Ivan Cavicchi

10 OTT -

Gentile direttore,
ho letto la lettera che Nerina Dirindin e Enza Caruso le hanno inviato ieri 9 ottobre. Le confesso di essere rimasto abbastanza colpito della disinvoltura con la quale oggi particolarmente in sanità si continua ad usare la propaganda in luogo della politica.

Da quando il governo di destra in sanità continua sulla strada tracciata alla sinistra e la sinistra si limita a chiedergli di rifinanziare nonostante tutto tutte le politiche fatte sino ad ora io penso che di politica ce ne sia rimasta poca.

Gramsci non a caso parlava dello “squilibrio tra l’agitazione e la propaganda” (quaderno n°3) come debolezza dei partiti interpretando tra le altre cose questo squilibrio come espressione di “opportunismo”.

Io non credo che la Meloni voglia fare la festa al sistema sanitario, credo che per davvero lei come del resto tutta l’Europa come ha ben detto l’Ocse abbia seri problemi di bilancio. Nello stesso tempo credo anche che se l’opposizione invece di chiedere impossibili rifinanziamenti avesse provato a mettere su una piattaforma seria per trovare i soldi laddove ci sono definendo contestualmente i modi di spenderli al meglio, non avremmo la nadef che abbiamo.

La nadef che abbiamo è il risultato non solo di un governo di destra che non sa nulla di sanità ma anche di una sinistra che non fa politica ma solo propaganda.

In una crisi economica come quella che c’è abbiamo avuto il coraggio non solo di chiedere la parificazione della nostra spesa sanitaria alla media europea per un valore di circa 40 mld, ma anche di proporre il 7.5% del pil, e di chiedere tutti questi soldi senza offrire nulla in cambio. Nessun miglioramento, nessuna riforma, nessuna modifica. Cioè la sinistra alla destra ha chiesto di rifinanziare la “sua” sanità, quindi gli squilibri che ci sono, le diseguaglianze che ci trasciniamo da anni, le gravi inefficienze, ma soprattutto le controriforme fatte.

La differenza tra me e la Dirindin è che se io potessi vorrei tornare all’articolo 32 per riconfermarlo come diritto fondamentale come era prima che con la 502 e la 229 diventasse un diritto potestativo. Quindi se potessi mi piacerebbe portare avanti il processo di riforma iniziato nel ‘78 svilupparlo e completarlo quindi necessariamente vorrei cancellare le contro-riforme neoliberiste fatte negli anni ‘90 perché per me sono state un tragico errore che oggi paghiamo a caro prezzo.

Per me neoliberismo e welfarismo fanno a cazzotti e alla fine insieme ci creano enormi problemi di sostenibilità, il diritto alla salute non è riducibile al reddito, l’universalismo vero non può essere selettivo e la sanità privata non può sussidiare quella pubblica. Quindi se potessi cancellerei l’azienda che personalmente considero la fesseria più grande fatta dalla sinistra, cancellerei anche la seconda gamba perché se si finanzia come si deve il servizio pubblico essa non serve, quanto al privato nessuna preclusione ideologica ma a condizione come stabilito dall’art 41 della 833 che chi lo vuole se lo paghi senza nessuna esenzione fiscale e nessun aiuto finanziario. Per me la grande marchetta in particolare oggi è insostenibile.

La Dirindin da quello che vedo invece vorrebbe confermare il diritto potestativo, l’azienda e la seconda gamba quindi gli incentivi fiscali al privato cioè vorrebbe confermare la grande marchetta quindi tutte le scelte neoliberiste fatte dall’Ulivo anche se alla prova dei fatti esse si sono dimostrate fallimentari.

Ma siccome anche lei si rende conto che sono tempi difficili, e che la grande marchetta ha un costo che non ci possiamo più permettere, ha avuto una idea: siccome l’Europa è alle prese con la ridefinizione delle regole di bilancio perché sempre a sistema invariante, non rimediare qualche spicciolo escludendo dal calcolo del debito parte delle spese per la formazione e per l’assunzione del personale? .

Quando ho letto questa proposta ero indeciso se ridere o gridare.

L’Ocse ci ha spiegato che la questione davvero strategica è la riforma del rapporto pubblico/privato che è in ragione delle controriforme fatte in passato che si sono gonfiati i costi del sistema e che è soprattutto il costo del privato per giunta assistito fiscalmente dallo Stato a creare alla sanità pubblica enormi problemi di sostenibilità

Ma allora professoressa Dirindin se ha ragione l’Ocse perché perdere tempo con delle soluzioni improbabili alle quale lei per prima sembra non credere e non puntare come da noi proposto su un piano straordinario di rifinanziamento della sanità prendendo i soldi dalla spesa storica e in particolare riconvertendo parte della spesa privata a carico dello stato e quindi cancellando tutti gli incentivi fiscali?

Cioè perché non rifinanziare la sanità prendendo i soldi quelli veri dalla grande marchetta?

La Dirindin mi ha ricordato due cose:

la storiella dell’ubriaco che perde la chiave in osteria ma la cerca sotto il primo lampione che incontra per strada

una frase di un libro di Sarte (l’essere e il nulla) che mi è rimasta impressa negli anni “perché la malafede sia possibile, occorre che la sincerità sia essa stessa in malafede”

Continuiamo a fare propaganda e vedrete che brutta fine farà la sanità.

Ivan Cavicchi



10 ottobre 2023
© Riproduzione riservata

Altri articoli in Lettere al direttore

lettere al direttore
ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy