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La classifica dei migliori ospedali del mondo secondo Newsweek: quasi una inserzione commerciale mascherata

di Claudio Maria Maffei

29 FEB -

Gentile direttore,
ieri su Qs è uscita una sintesi dei dati sui migliori ospedali del mondo secondo la classifica di Newsweek e siccome io di fronte a queste classifiche ho un riflesso automatico di curiosità e disgusto sono andato anche quest’anno a verificare la metodologia adottata. Questa viene descritta nella lunga nota metodologica che proverò a sintetizzare.

La cosa fondamentale da cui partire è che in modo diretto (e sfacciato) la nota dice che l’obiettivo di World’s Best Hospitals 2024 è quello di fornire i migliori dati possibile sulla reputazione e sulla performance degli ospedali dei diversi paesi in modo da aiutare i pazienti a scegliere gli ospedali più giusti per i loro bisogni. Ovviamente a prescindere dai costi e dalle modalità di pagamento. Non commento nemmeno.

Vengono innanzitutto presi in considerazione gli ospedali di maggiori dimensioni, criterio adattato alla realtà dei singoli paesi. All’interno di ciascun paese viene dato un punteggio agli ospedali sulla base di quattro tipologie di dati: i consigli (recommendations ) degli esperti, i dati disponibili sulla soddisfazione dei pazienti, gli indicatori di qualità e le indagini cosiddette Patient Reported Outcome Measures (PROMs). Per saperne di più su queste indagini rimando ad una pubblicazione su alcune di queste indagini condotte dal gruppo di ricerca PROMs del Laboratorio Management e Sanità della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa in collaborazione con la Regione Toscana.

Le classifiche così definite valgono solo per confrontare gli ospedali all’interno di ciascun singolo paese, ma Newsweek si è inventato un metodo per arrivare ad una classifica “mondiale” dei 250 migliori ospedali. Il metodo si basa soprattutto sui consigli degli esperti.

La metodologia adottata è ben descritta nello schema della Figura che riporta i quattro “pilastri” del progetto e rappresenta il peso di ciascun pilastro. I consigli degli esperti (medici, manager, professionisti sanitari) pesano per il 45 % (40% opinioni degli esperti nazionali e 5 % opinioni degli esperti stranieri), mentre gli indicatori di qualità per il 35,25%, le esperienze dei pazienti per il 16.25% e le indagini PROMS per il 3,5%.

Ma quali sono gli esperti italiani e quali sono le fonti di dati usati per l’Italia? Sugli esperti immagino ci sia riservatezza (io almeno i loro nomi non li ho trovati), quanto ai dati nella sezione dedicata agli ospedali italiani si dice che i dati vengono gestiti (managed) dall’Agenas per conto del Ministero della Salute e pubblicati (published) da Micuro, cui si fa riferimento anche per i dati sulla soddisfazione dei pazienti. Micuro di cui si offre anche il link.

Ma scusate che c’entra Micuro? Apro il link che mi viene offerto e trovo che Micuro suggerisce i migliori ospedali in base ai volumi di attività del PNE e offre pure la Micuro Card con cui risparmiare fino al 25% su visite specialistiche, esami diagnostici, fisioterapia, analisi di laboratorio e cure dentali. Di Micuro apprezzo (in alcuni casi moltissimo, in altri molto poco) il Comitato Scientifico mentre non apprezzo per niente la sua impostazione quando fa di fatto pubblicità ai grossi ospedali, che non ne hanno certo bisogno. Andate su Micuro e vedrete come partendo dai dati del PNE si arrivi fino alle caratteristiche alberghiere della struttura. Per inciso, una riflessione sugli utilizzi “perversi” del PNE bisognerà pure cominciare a farlo.

Morale: come tutte le classifiche sui migliori ospedali quella di Newsweek è molto discutibile e ancor più pericolosa. Di fatto, almeno per l’Italia, assomiglia un po’ troppo a pubblicità mascherata da informazione scientifica. Parere mio.

Claudio Maria Maffei

Coordinatore Tavolo Salute Pd Marche



29 febbraio 2024
© Riproduzione riservata

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