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La matematica è politica, anche in sanità

di Associazione Alessandro Liberati Cochrane Affiliate Centre

08 APR - Gentile Direttore,
dalla sua fondazione nel 1978, il Sistema Sanitario Nazionale è l’insieme di strutture e servizi che costituisce lo scheletro portante del diritto alla salute, ovvero un accesso alla cura equo ed esteso a tutti i cittadini in condizioni di uguaglianza, in attuazione dell’articolo 32 della Costituzione italiana. Purtroppo i diritti, una volta acquisiti, non vivono di vita propria, ma continuano ad esistere nel momento in cui siamo in grado di tutelarli, e il diritto alla salute non fa eccezione.

È per questo che un gruppo di quattordici persone tra le più influenti nel mondo scientifico e sanitario, tra cui Luca De Fiore, past President dell’Associazione Liberati, insieme, tra gli altri, a Nerina Dirindin, Silvio Garattini, Francesco Perrone, Giorgio Parisi, hanno scritto e diffuso un appello diretto al Governo per sollecitarlo a rafforzare un Sistema Sanitario Nazionale francamente sotto finanziato.

Il testo inizia sottolineando i numerosi problemi che caratterizzano da tempo la sanità pubblica in termini di personale sanitario, accesso ed erogazione dei servizi, strutture ospedaliere e territoriali: in altre parole in termini di qualità, equità, uguaglianza e continuità di cura, come indicano sia le crescenti disuguaglianze regionali e sociali che l’arretramento di alcuni indicatori di salute.

Gli autori dell’appello richiedono da parte del Governo un intervento tempestivo sulla quota di finanziamento destinata al Sistema Sanitario Nazionale, ad oggi insufficiente ad assicurare in modo uniforme i Livelli Essenziali di Assistenza. Infatti, se da un lato rimangono garantite prestazioni sanitarie come i ricoveri urgenti o la gestione dell’acuzie, sul piano degli esami diagnostici, delle prestazioni specialistiche e della piccola chirurgia si osserva una retrocessione dell’offerta pubblica, spesso a favore di alternative private.

Se considerassimo la sanità pubblica italiana come un trattamento per la salute, scopriremmo che dalla sua fondazione a oggi ha avuto il merito di produrre il più marcato incremento dell’aspettativa di vita tra i Paesi ad alto reddito: da 73,8 a 83,6 anni, un beneficio pari o superiore alle più efficaci terapie mediche correnti, prese singolarmente.

In politica sanitaria, è una verità universalmente riconosciuta che un intervento in grado di aumentare l’aspettativa di vita dei cittadini debba essere incentivato, e non de-finanziato: eppure, come sottolinea l’appello, nel 2025 al Sistema Sanitario Nazionale sarà destinato il 6,2% del PIL, paradossalmente meno di 20 anni fa e comunque molto meno rispetto agli standard dei Paesi Europei più avanzati (8% del PIL). La spesa sanitaria pro-capite in Italia è, per esempio, il 53% in meno rispetto alla Germania e il 42% in meno rispetto alla Francia.

“La matematica è politica”, in questo caso politica sanitaria, e infatti gli autori dell’appello sottolineano come questi numeri si traducano in sottrazione di diritti, realtà che tutti noi sperimentiamo ormai quotidianamente, sia come sanitari che come pazienti o cittadini: la carenza di personale in rapporto al volume e alla complessità delle attività sanitarie, gli stipendi sanitari inadeguati a fronte della media europea, le lunghe liste di attesa per esami teoricamente indifferibili, l’inadeguatezza di molte infrastrutture, la discontinuità di cura, l’assenza di una comunicazione sistematica tra ospedale e territorio, la non uniformità di accesso ed erogazione sanitaria tra regione e regione, tra centro e periferia. Problemi che sono epifenomeni di passi indietro già attuati e che in questi anni hanno inesorabilmente convertito il diritto alla salute per tutti nel privilegio di pochi: un esempio è l’approdo alle diagnosi e alle cure migliori e più tempestive per privilegio geografico (essere nati al nord piuttosto che al sud) o economico (potersi permettere prestazioni sanitarie a pagamento).

L’appello, scritto da un collettivo, e che sottoscriviamo come Associazione, ci ricorda in definitiva che qualità, equità, uguaglianza e continuità di cura sono diritti acquisiti solo finché vengono tutelati dalla collettività e quindi dai governi, e ancora prima, come ha scritto una volta Luca De Fiore ricordando Alessandro Liberati, sono “valori che un tempo saremmo stati così temerari da definire universali”.

Associazione Alessandro Liberati Cochrane Affiliate Centre

08 aprile 2024
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