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Rossi e le differenti responsabilità tra infermiere e operatore socio sanitario

di Cosimo Molinaro

02 MAR - Gentile Direttore,
il Collegi Ipasvi della provincia di Arezzo, in merito alla risposta su codeste colonne del Governatore Rossi  al sindacato medico Anaao, prende posizione e pone una riflessione su quanto ha dichiarato: "Almeno in parte sarà possibile sostituire il gran numero di infermieri, che potranno andare in pensione, con un certo numero di giovani operatori socio sanitari preparati, pieni di voglia di fare, e non ancora colpiti da quel fenomeno serio, come il burn-out”. Dopo aver letto questa affermazione, siamo preoccupati e ci auguriamo che il Governatore medesimo in tempi brevi possa rasserenare l’animo degli oltre 35 mila infermieri della Toscana che si sono sentiti offesi dalle parole sopracitate e che chiedono una spiegazione.

Crediamo che il Presidente Rossi conosca bene le differenze di ruolo, profilo e responsabilità tra infermiere e operatore socio sanitario, pensiamo che la sua posizione scaturisca da una “seria preoccupazione” dovuta ai tagli previsti per la sanità, nel 2015, che saranno non inferiori a 250/350 milioni. Di qui la decisione di fare una “Riforma strutturale che taglia il numero delle Asl, i doppioni dei primariati, le strutture organizzative ridondanti, le eccedenze e gli sprechi”. Capiamo la criticità del momento e lo si desume dall'affermazione“...Sarà dura ma è l'unico modo per salvare la Sanità Pubblica e la nostra qualità”, tuttavia noi vorremmo, mettere in guardia dal fare affrettate riforme ad un Sistema Sanitario virtuoso sul panorama nazionale al quale gli infermieri tutti hanno certamente collaborato con impegno, volontà, motivazione, abnegazione e compensazione su tutti i fronti. Il rischio potrebbe essere quello di deturpare la fisionomia del sistema sanitario regionale Toscano con:

1. Un abbassamento del funzionamento dei servizi, e maggior rischi per i pazienti: può essere sostenibile un servizio sanitario regionale che intenda basarsi, nel prossimo futuro, sulle prestazioni domestico alberghiere ed assistenza di base degli operatori socio sanitari che sostituiranno gli infermieri?
2. Un rallentamento nello sviluppo dei servizi nei prossimo anni: sarà possibile mantenere la qualità dei servizi se non investiremo sull'innovazione?
Si propone, inoltre, una radicale riforma, senza aver coinvolto gli attori interessati, dai sindaci ai professionisti, alle autorità accademiche e ai cittadini comuni, in una regione che vanta una storia di grande tradizione democratica delle sue istituzioni e servizi. Sentiamo la necessità, infine, per il ruolo che ricopriamo, ricordare che ci sono anche moltissimi giovani infermieri toscani “preparati e pieni di voglia di fare non ancora colpiti dal fenomeno del burn-out”, non vorremmo per questo essere fraintesi: ben vengano assunzioni di Operatori Socio Sanitari, purché siano fatte in un quadro strategico ben delineato e condiviso.

Ancora, prendendo spunto da un articolo del Prof. Gavino Maciocco il quale sostiene: “...i tagli ci saranno e saranno dolorosi. Il peggio che potrebbe capitare è quello di affrontarli nel mezzo di un caos organizzativo regionale, con una dirigenza allo sbando e con professionisti demotivati e privi di punti di riferimento, in un terreno dove operano le ruspe, laddove – per dirla con Marco Geddes – ci sarebbe invece assoluto bisogno di cacciaviti".
Auspichiamo e concludo, che venga organizzato in tempi brevi un confronto con tutta la rappresentanza professionale per approfondire la proposta di legge nei suoi contenuti e per trovare spazio di valorizzazione delle professioni sanitarie tutte ed in particolare di quella infermieristica. Ribadiamo ancora che gli infermieri del territorio aretino e tutti gli infermieri della Toscana in generale sono pronti a collaborare su tutti i temi di riforma che questa regione vorrà portare avanti certamente in un ottica di ascolto e collaborazione.
 
Cosimo Molinaro
Presidente Collegio Ipasvi Arezzo

02 marzo 2015
© Riproduzione riservata

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