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Appropriatezza prescrittiva? Pensiero condivisibile, ma ci sono altre strade. A partire dal Veneto

di Ornella Mancin

27 APR - Gentile direttore,
leggo sulla stampa che il ministro Lorenzin afferma che: "I medici, ognuno con il proprio ruolo, devono essere gli attori principali per la realizzazione dell'appropriatezza prescrittiva. Ai professionisti occorrono, però, strumenti per agire secondo scienza e coscienza. In questo contesto bisogna riuscire a sfrondare gli esami non necessari".

Il pensiero del ministro è di sicuro condivisibile. Resta da intendersi su quali siano gli strumenti che i medici devono avere a disposizione per agire secondo scienza e coscienza.

Una laurea in Medicina, una specializzazione e un continuo aggiornamento verificabile  se pur con i tanto discussi ECM  non sono evidentemente  sempre sufficienti a rendere un professionista capace di discernere tra esami necessari e non.

Come però il Ministero abbia pensato di fare questo tramite un decreto legge resta inspiegabile. La materia è assai complessa. La variante umana rende difficile l’applicazione di protocolli standardizzati, anche se è ovviamente necessario fare riferimento alle “evidenze scientifiche”, evidenze che si muovono in un terreno fluido di cambiamenti, nuove scoperte, passaggi obsoleti.

Come è pensabile codificare, incasellare  nello schema rigido di una legge quando poter dosare o meno una transaminasi(tanto per fare l’esempio più banale)?

Con che rapidità potrà mai evolversi un decreto legge per dirci che quell’esame è divenuto necessario secondo le nuove conoscenze scientifiche o al contrario obsoleto?  E nel frattempo?

E perché mai un medico che ha dedicato anni della sua vita allo studio  dovrebbe improvvisamente trovare risposte ai suoi dubbi clinici da un “ingessato” documento di legge che indica le condizioni di erogabilità di un esame?

Non sarebbe forse il caso di “lavorare “ di più sull’aggiornamento continuo e reale del professionista  e su strumenti flessibili in grado di comunicare in tempo reale con il medico , capaci di trasmettere le novità scientifiche e  gli aggiornamenti   necessari per una professione in continua evoluzione?
 
In Veneto in alcune aziende sanitarie è in uso il sistema Ermete: un sistema che sostiene i medici nell’atto della prescrizione. La conoscenza di Ermete è trasmessa attraverso gli indirizzi di prescrivibilità prodotti dalla commissione scientifica nazionale e fornita al medico al momento della prescrizione elettronica  ( il medico mentre digita un esame viene avvertito da un messaggio video del computer che l’esame è obsoleto o inutile). Il sistema funge da campanello di allarme per il medico che viene in ogni caso spinto ad un approfondimento scientifico del problema in esame.

Altri sistemi di questo genere si stanno sperimentando (es. progetto Minerva)

Ecco questi potrebbero essere alcuni di quegli strumenti utili al medico per prescrivere  in maniera adeguata, risparmiando risorse, senza applicare pedissequamente  protocolli rigidi ma continuando ad adoperare tutte le proprie conoscenze scientifiche e  logiche  che gli permettano in ultima analisi di scegliere secondo scienza e coscienza. Questa è a mio avviso la sfida della medicina moderna, una medicina che deve essere capace di coniugare competenze scientifiche, abilità tecniche ed “ethos” umanitario .
 
Dr.ssa Ornella Mancin
Medico di medicina generale
Cavarzere - Venezia

27 aprile 2016
© Riproduzione riservata

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