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Specialistica ambulatoriale. Perché non siamo d’accordo col Sumai

di Domenico Bruno Buggè

22 GEN - Gentile Direttore,
il sindacato Simmat (Sindacato italiano medici medicina ambulatoriale del territorio ) ritiene il forum proposto dal Quotidiano Sanità per l’area convenzionata non chiarisce il ruolo e i compiti dei singoli attori dell’area convenzionata pubblica come sancito dall’art. 48 della legge 833/78 e smi.

Il Simmat, piccolo sindacato dell’area specialistica ambulatoriale interna convenzionata che, per l’area Specialistica, è socio fondatore “FESPA” firmatario dell’ACN della Specialistica Ambulatoriale convenzionata con il 7% degli iscritti, non condivide le dichiarazioni del Sumai in merito al “superamento del criterio dell’incompatibilità”, certo il Sumai rappresenta il 75 % degli iscritti tra gli specialisti ambulatoriali interni convenzionati.

Il Sumai secondo noi, ha perso negli anni l’impulso originario della vocazione al servizio pubblico, al sociale socialmente sostenibile, ha perso quella identità, che lo rendeva unico ed allo stesso tempo plurale.
 Adesso il Sumai è “unico e solo al comando”, forte del 75 % degli iscritti cavalca, tutte le scene politico-sindacali, ma il messaggio che porta non è più plurale, nel pubblico e nel sociale, socialmente sostenibile, ma nel privato accreditato, che è tutto tranne che servizio pubblico.

Si vuole ricordare al Dott. Antonio Magi, per comodità chiamiamo “l ‘uomo solo al Comando” della Medicina Specialistica Convenzionata interna, che il legislatore con la legge istitutiva del servizio sanitario nazionale ha inteso garantire la massima efficenza e funzionalità operativa al servizio sanitario pubblico, ritenendo che potesse spiegare effetti negativi il contemporaneo esercizio da parte del Medico sia in strutture pubbliche, che private convenzionate, ora accreditate.

Vorremmo altresì spiegare all’“uomo solo al comando” che , come più volte sancito dalla Giurisprudenza Amministrativa, dal Consiglio di Stato ed ultimamente anche dalla Corte Costituzionale, le istituzioni sanitarie private convenzionate/accreditate, svolgono una funzione integrativa e sussidiaria della rete Sanitaria Pubblica.

Dunque, disattendere il principio di unicità del rapporto di lavoro vuol dire violare l’art. 117, terzo comma, della Costituzione. Detto questo, il Simmat non crede alla tesi dell’“attrazione” sostenuta “dall’uomo solo al comando” in quanto dal punto di vista contrattuale, nel pubblico, le tutele sono maggiori che non nel privato.

Per quanto riguarda le proposte, Noi suggeriamo una rivisitazione degli ultimi 3 ACN della Specialistica Ambulatoriale interna, adeguandoli agli obiettivi del Governo, cioè:

- aumento dei servizi Specialistici nei luoghi di vita e di lavoro della popolazione , lontani dagli ospedali;

- attivazione del monte ore storico della Specialistica Ambulatoriale interna, fermo all’era ”Meledandri”;

- differenziazione, rispettando le leggi vigenti, del rapporto di lavoro convenzionato, da quello pubblico, con adeguamento dei salari, come sostiene qualche economista ai “ empi nuovi”.
     
Il suggerimento per il Ministro Speranza, ascolti tutti , poi decida! Da anni qualcuno cerca di smantellare il Servizio Sanitario Nazionale.

Domenico Bruno Buggè
Simmat


22 gennaio 2020
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