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In scienza e coscienza... ma senza divisioni e preconcetti

di Silvia Nencioni

23 DIC - Gentile Direttore,
ho letto nei giorni scorsi che, nelle pagine del suo giornale, si è aperto una sorta di dibattito su “Covid, scienza e coscienza”. Se me lo permette mi farebbe piacere intervenire perché ritengo che ragionare sulla medicina e sugli approcci più efficaci per occuparsi della salute e del benessere delle persone sia sempre molto opportuno e utile.
 
Tanto più in un momento drammatico come questo, in cui è risultato evidente che la salute non è un fatto individuale bensì collettivo, sociale, e da essa è strettamente dipendente la qualità della vita di tutti e lo sviluppo delle società. Quindi è giusto discutere di medicina, ma per farlo bisogna avere grande onestà intellettuale ed evitare confusioni, utili forse a sostenere tesi pregiudiziali, ma non certo a far fare passi in avanti con chiarezza e consapevolezza.
 
Una prima confusione è quella di voler contrapporre una supposta scienza a una supposta pseudoscienza: è una distinzione che troppo spesso definisce scienza ciò che pensa chi parla e pseudoscienza quello che pensano gli altri. Ma così è troppo facile e, soprattutto, fuorviante e insincero. Anzi, è proprio il contrario di ciò che dovrebbe essere la scienza. Perché la scienza è inclusiva dell’esperienza di chi è sul campo, non esclusiva di tutto ciò che “non mi torna” o “non comprendo”. E’ piuttosto un metodo, una ricerca continua, è la capacità di mettere in discussione oggi il risultato di ieri per trovare risposte ancora migliori.
 
E la medicina, da parte sua, è sì una scienza, a patto che non la si consideri una scienza esatta; se un secolo di progresso ci poteva aver illuso, è stato sufficiente questo sfortunato e drammatico 2020 per riportarci con i piedi sulla terra.
 
Oggi, di fronte ai tanti, troppi morti, la medicina (e intendo “tutta” la medicina) si trova di fronte a una terribile impasse. È sciocco e inutile lanciarsi reciproci anatemi. Uniamo invece le forze, le conoscenze, la passione di tutti per supportare i pazienti in questa difficile situazione, che, lo sappiamo, durerà ancora a lungo, perché se la bella notizia è che il 27 dicembre inizia la vaccinazione in Italia, sappiamo anche che ci vorranno mesi perché sia vaccinato un numero adeguato di italiani.
 
Ben vengano ancora, quindi, tutte le possibilità di supporto alla protezione che medici e farmacisti hanno a disposizione a vantaggio della salute dei pazienti: allopatia, fitoterapia, omeopatia, agopuntura, nutrizione. Senza preconcetti, integralismi, dogmatismi, ma con fiducia e stima della competenza di tutti i nostri Medici e Farmacisti, che operano ogni giorno in prima linea con Esperienza, Scienza e Coscienza.
 
Silvia Nencioni
Presidente e Amministratore Delegato di Boiron Italia


23 dicembre 2020
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