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Sportello Donna: dal Dg Aldo Morrone e da Livia Turco pieno sostegno a proseguire l’attività


13 GEN - Un punto di riferimento. Un’oasi dove la donna si sente accolta. Ascoltata. Un aiuto per uscire fuori da una situazione di prigionia fisica e psicologica. Un percorso di rinascita. Così le donne violate hanno descritto Sportello Donna. Un servizio vitale per le tante tantissime donne che in questi due anni si sono rivolte alle operatrici e alle avvocatesse che le assistono per uscire dal tunnel della violenza, ma la cui convenzione è scaduta nel mese di ottobre 2011.
 
Ma questa mattina, nel corso del convegno dedicato ai due anni di attività di Sportello Donna, è arrivato dal Direttore generale, Aldo Morrone l’impegno a portare avanti questa importante sfida.
 “Sportello Donna è il frutto di una sinergia tra l’azienda e le operatrici di Be Free – ha detto Morrone – una conferma che questo ospedale è luogo non soltanto di cura ma anche di accoglienza delle persone. Il lavoro della cooperativa è straordinario. Per questo ci stiamo muovendo per trovare finanziamenti non solo per mantenere Sportello donna, ma anche per investire ancora di più su questa iniziativa. Cercheremo infatti anche una sistemazione più accogliente nell’ambito del ps per avere spazi dedicati più ampi. Non solo, quindi, questo servizio continuerà la sua attività, ma sarà migliorato per far sì che questa iniziativa diventi strutturale all’interno del San Camillo Forlanini”. E per dare concretezza al suo impegno verso Sportello Donna, il Dg ha annunciato che grazie alla revisione degli accordi sull’intramoenia saranno reperiti i fondi necessari per portare avanti il progetto: “Ci siamo attivati per rivedere gli accordi sull’intramoenia affinché la percentuale dei proventi indirizzata all’ospedale non debba scendere al di sotto del 10%, questo ci consentirebbe di costituire un fondo per intervenire sulle priorità di questa Azienda, come Sportello Donna”.
 
E un forte impegno per sostenere queste iniziative e portarle all’attenzione del Ministero della Salute e delle Regioni è arrivato anche dall’onorevole Livia Turco.
“Finalmente vedo realizzato un progetto che avevamo studiato sulle carte, una grandissima soddisfazione per chi fa politica” ha detto Turco nel corso del convegno al San Camillo ricordando come il progetto Sportello Donna fosse nato insieme a Maura Cossutta sul solco di quanto indicato dall’Oms. “I dati dell’Oms – ha ricordato – ci hanno offerto autorevolezza per portarci ad assumere la salute delle donne come una priorità delle politiche della salute e sanitarie di questo Paese. Ora alla luce dei risultati ottenuti da Sportello Donna possiamo dire questo non era un vezzo femminista, ma un’indicazione reale di politica sanitaria. Avevamo proposto un’intesa in Conferenza Stato Regioni per introdurre queste attività nei Lea – ha aggiunto – ma la caduta del Governo non ci ha consentito di portare a termine questo obiettivo per far diventare queste strutture un punto certo nella rete di offerta dei servizi. Mi impegnerò quindi come parlamentare per sollecitare il ministero affinché quest’atto di intesa possa concretizzarsi e questi progetti entrino a fare parte del bagaglio culturale del nostro Paese”.
 
Ha plaudito all’iniziativa, Alessandra De Marco del Dipartimento delle Pari Opportunità presso la presidenza del Consiglio: “Sportello Donna H24 è un’esperienza importante che abbiamo preso come modello per lanciare un bando, la quale parteciperà anche l’azienda San Camillo, sul potenziamento in tutta Italia di esperienze come questa. Nel piano nazionale anti violenza la formazione adeguata del personale coinvolto nell’interazione e assistenza delle vittime di violenza e stalking e l’attivazione di percorsi dedicati è stata considerata come fondamentale”.
Le politiche del dipartimento, ha ricordato De Marco, si muovono nella direzione di supportare questa realtà valorizzando i progetti che favoriscono la cooperazione attraverso l’attivazione di bandi ad hoc. “Abbiamo investito 3mln di euro per l’attivazione di reti coordinate da enti locali volte a favorire la cooperazione come ad esempio questa realizzata al San Camillo. Altri dieci mln di euro sono stati indirizzati per supportare i centri antiviolenza, le strutture pubbliche e private che si occupano di sostenere le vittime di violenza, e l’apertura di centri nei territori con un maggiore il gap tra domanda ed offerta”.
 
A tirare le somme Maura Cossutta, dell’azienda San Camillo Forlanini, fautrice del progetto: “Sportello Donna è stata una sfida. Siamo state delle vere e proprie pioniere: non era infatti facile riuscire ad operare soprattutto all’interno di un ps. Ma questa esperienza deve continuare
Deve diventare un modello nell’organizzazione dei servizi. Un modello esportabile anche negli altri ospedali. Vogliamo approcci metodologici, verifiche, confronti con indicatori di percorso per costruire dei protocolli che ci aiutino a determinare su queste tematiche comportamenti virtuosi tra gli operatori e nell’organizzazione dei servizi. Dobbiamo promuovere questi progetti nella cultura organizzativa delle aziende. Non possiamo portare avanti un piano antiviolenza se poi non si osservano con attenzione i risultati ottenuti da queste esperienze. Ci vuole coerenza e innovazione. Serve un approccio di genere per mettere a nudo quanto la cultura di genere sia essenziale. La sanità pubblica ha la titolarità principale rispetto al fenomeno della violenza sulle donne”.

13 gennaio 2012
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