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L’Industria farmaceutica in Italia. Gli indicatori di Farmindustria


03 LUG - Ai primi posti per competitività, produttività e intensità di Ricerca e Sviluppo (VEDI VOLUME COMPLETO)
Durante la crisi (2007-2012) il PIL è sceso del 7%, mentre la produzione farmaceutica è cresciuta del 2%. Gli investimenti totali sono crollati del 15%, mentre quelli del comparto sono aumentati del 4%. Nello stesso periodo le imprese del farmaco hanno aumentato la loro produttività del 3% annuo, l’incremento più alto tra tutti i settori dell’economia. L’industria farmaceutica in Italia è inoltre il primo settore manifatturiero per intensità di R&S e, tra quelli hi-tech, il principale per presenza industriale. Grazie ai suoi investimenti e alla qualità delle Risorse Umane è anche primo per produttività e risulta in testa nella recente classifica Istat di competitività.
 
Produzione ed export
In Europa, l’Italia è seconda solo alla Germania per valore della produzione farmaceutica con 26 miliardi, per il 67% dovuti all’export. Un vero e proprio fiore all’occhiello per il settore, basti pensare che solo negli ultimi 5 anni l’export è cresciuto del 44% rispetto al +7% della media manifatturiera.
Il comparto è inoltre primo tra i Big Ue per produzione procapite e per contributo al PIL. Considerando le imprese del farmaco e il loro indotto, il valore complessivo di investimenti, stipendi e tasse pagate (13,1 miliardi di euro) supera il ricavo dell’industria derivante dalla spesa pubblica per medicinali (11,8 miliardi).
 
Risorse umane qualificate e occupazione femminile
Il settore, che occupa 63.500 addetti, si caratterizza anche per risorse umane altamente qualificate – il 90% del personale è laureato o diplomato – e per la forte presenza femminile (40% del totale rispetto a 26% dell’industria), con ruoli importanti specie nella R&S (il 53% dei Ricercatori è donna).
E per rispondere alle esigenze del mondo femminile, spesso le aziende farmaceutiche mettono in atto misure per favorire il bilanciamento tra carriera, famiglia e vita privata.
Asili nido aziendali, mense con take away per la cena o servizi di lavanderia sono a disposizione delle mamme-dipendenti per offrire il giusto equilibrio tra vita familiare e lavoro.
 
Relazioni Industriali
La farmaceutica si distingue per un modello di  Relazioni  Industriali  innovative, che si concretizza in un rapporto moderno e aperto, tra imprese e Sindacati. Come dimostrano, per fare alcuni esempi, strumenti integrativi sanitari come Faschim, previdenziali come Fonchim, o strumenti innovativi come Welfarma per il ricollocamento dei lavoratori in esubero o come il Progetto Ponte, previsto nell’ultimo CCNL, firmato in soli quattro giorni, per favorire l’occupazione giovanile.
 
Indotto 
La farmaceutica può contare su un indotto molto competitivo, con 60.000 addetti, che genera sul territorio 13,6 miliardi di produzione e investimenti nel 2012 di oltre 500 milioni. Aziende che sono spesso leader a livello internazionale e arrivano ad esportare fino al 90% del proprio fatturato. Complessivamente nella filiera del farmaco (produttori, indotto e distribuzione) operano circa 222 mila addetti.
 
Ricerca e Sviluppo: innovazione continua
L’industria farmaceutica in Italia è la prima per impegno in Ricerca e Sviluppo, con un’intensità più che doppia rispetto ai settori a medio-alta tecnologia e oltre 5 volte la media manifatturiera.
In Italia sono impiegati 5.950 Ricercatori che nel 2012 hanno potuto contare su investimenti pari a 1.230 milioni di euro. Le imprese del farmaco finanziano oltre il 90% della Ricerca farmaceutica svolta in Italia. Nella R&S, l’industria farmaceutica rappresenta l’11% degli investimenti e il 7% degli addetti del totale manifatturiero. Ed è  il settore con la più alta quota di imprese che svolgono attività innovativa (81%), dato per il quale l’Italia è seconda in Europa solo alla Germania.
 
Biotech
Oggi nel mondo sono oltre 350 milioni i Pazienti curati con farmaci biotech, che rappresentano: il 20% di quelli in commercio; il 40% di quelli di nuova registrazione; il 50% di quelli in sviluppo. In molti casi i trattamenti di origine biotech sono l’unica possibilità di cura per patologie rilevanti e diffuse; sono poi tra le principali risposte alle malattie rare. Il comparto è composto da PMI dedicate esclusivamente al biotech e da imprese farmaceutiche sempre più orientate verso le biotecnologie. Complessivamente imprese del farmaco e PMI biotech contano 7 mila addetti alla ricerca, con investimenti in R&S pari a 1,8 miliardi di euro, l’8% del totale in Italia. Numeri che per oltre il 75% dipendono dalle imprese del farmaco.
 
Malattie rare
I farmaci biotech sono fondamentali per il trattamento delle malattie rare che colpiscono non più di 5 persone su 10 mila. Sono patologie caratterizzate da diagnosi e assistenza difficoltose, carenza di informazioni e conoscenze scientifiche, disuguaglianze nell’accesso al trattamento e alle cure. L’Italia vanta una specializzazione nella Ricerca sulle malattie rare e  vede crescere gli studi clinici con farmaci orfani.
 
La farmaceutica sul territorio
L’industria farmaceutica è una risorsa importante e un valore aggiunto per i territori dove le imprese operano e investono.
 
 
Lombardia: prima regione farmaceutica e biotech in Italia, con metà circa di addetti, produzione, Ricerca e studi clinici rispetto al totale nazionale. Vi hanno sede più di 100 aziende farmaceutiche, oltre 30 centri di Ricerca aziendali e quasi 100 imprese nelle biotecnologie per la Salute. Conta 30 mila addetti diretti, ai quali si aggiungono i 16 mila dell’indotto. La Lombardia rappresenta un modello di integrazione della Ricerca pubblica e privata.
 
Lazio: seconda regione farmaceutica per numero di addetti e prima per export, a testimonianza di una forte specializzazione produttiva. Nella farmaceutica laziale lavorano 14 mila addetti, con altri 5 mila nell’indotto. La farmaceutica è il primo settore esportatore, con un peso del 36% sul totale della Regione. Risultati resi possibili dalla presenza di importanti aziende a capitale italiano e a capitale estero, attive nella produzione, nella Ricerca (oltre 1.000 addetti in R&S), nelle biotecnologie, con significative collaborazioni con i molti poli di eccellenza pubblici, a partire dall’Istituto Superiore di Sanità.
 
Toscana: terza regione in Italia con più di 7 mila addetti diretti e 4 mila nell’indotto.
Emilia Romagna: conta 3.300 addetti, con una presenza produttiva e di Ricerca legata a importanti aziende italiane, sempre più internazionalizzate, e a grandi imprese a capitale estero. I lavoratori dell’indotto sono 6.000.
 
Veneto: conta circa 2.600 addetti farmaceutici, grazie a gruppi a capitale estero e italiano fortemente internazionalizzati e una forte presenza nella R&S. Agli addetti diretti nel settore, si aggiungono gli oltre 6.500 nell’indotto.
Tra le Regioni del Nord si segnala il Piemonte, con 1.000 addetti diretti e imprese internazionali molto attive nella Ricerca e nella produzione.
Insediamenti significativi si trovano anche in Abruzzo, Marche, Sicilia, Puglia e Campania.
 
Spesa farmaceutica pubblica e prezzi dei medicinali
Lo Stato spende, in tutti i canali di distribuzione, 15,8 miliardi di euro l’anno, 70 centesimi procapite al giorno, pari al 14% della spesa sanitaria effettiva nel 2012. Considerando sia quella territoriale sia quella ospedaliera, la spesa pubblica per medicinali in Italia è:
più bassa che nella media dei grandi Paesi Ue di oltre il 25% (260 euro pro capite rispetto ai 366 degli altri); diminuita dal 2006 al 2012 del 3%, mentre il totale della spesa sanitaria è aumentato del 9%, con punte di oltre +25% per altri beni e servizi acquistati dal SSN;
diminuita in percentuale sul PIL, in controtendenza rispetto alle altre voci di spesa sanitaria, che in ogni caso sono cresciute meno delle altre voci di spesa pubblica.
In particolare per i nuovi farmaci, ovvero quelli con brevetto introdotti negli ultimi 5 anni, la spesa procapite in Italia è inferiore del 24% rispetto ai Big Ue e i consumi, per quelli che hanno tetti di prodotto, più bassi del 40% in media, con punte superiori al 65% per alcune categorie terapeutiche.
I nuovi farmaci, che in media vengono resi disponibili dopo circa 2 anni dall’autorizzazione a livello europeo (1 anno per l’autorizzazione nazionale e in media altrettanto per l’immissione a livello regionale) hanno prezzi più bassi rispetto agli altri Paesi del 20% secondo una recente analisi BCG.
Scadenze brevettuali e misure di contenimento della spesa hanno fatto sì che il 2012 sia stato il dodicesimo anno consecutivo di calo dei prezzi dei medicinali. Dal 2001 sono scesi del 30% (-42% per i medicinali rimborsabili), rispetto a un’inflazione del 28%. Il calo dei prezzi rappresenta un fenomeno comune anche agli Paesi europei, ma che in Italia è decisamente più intenso.
 
Farmaci e vaccini per la sostenibilità del Ssn
L’uso corretto dei farmaci e dei vaccini genera significativi risparmi:
- con la prevenzione ( 1 euro speso per la vaccinazione può equivalere a 24 euro per curare chi si ammala);
- rendendo non necessari interventi chirurgici;
- accorciando i tempi di ospedalizzazione o evitando il ricovero ospedaliero (un giorno in ospedale costa oltre 1.000 euro, - pari a 4 anni di assistenza farmaceutica procapite);
- rallentando la degenerazione o attenuando la sintomatologia di alcune malattie tipiche dell’invecchiamento o riducendo il rischio di malattie invalidanti.
 
Un più intenso ricorso alla vaccinazione potrebbe determinare risparmi importanti. Si stima per esempio che vaccinando tutti i cittadini tra i 50 e i 64 anni contro l’influenza, con un investimento massimo di 76 milioni di euro, si otterrebbe un risparmio per il SSN pari a 746 milioni di euro, con un rapporto costo/beneficio di 1 a 10.
I vaccini, oltre che per i risvolti per la Salute, rivestono grande importanza anche dal punto di vista industriale. Quasi un terzo dei prodotti biologici in sviluppo negli Usa sono vaccini e in Italia, dei 109 farmaci biotecnologici disponibili, 34 sono vaccini.
L’Italia ha visto una crescita importante dell’export di vaccini, grazie alla presenza di centri di eccellenza internazionale che producono ed esportano in tutto il mondo.

03 luglio 2013
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