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Sanità e terapie digitali. Dalla revisione dei percorsi di diagnosi e cura al quadro regolatorio, il focus a Frontiers Health 2023


Relatori e pubblico si sono uniti in un momento strategico di confronto tra attori chiave del sistema salute, espressione delle istituzioni nazionali e locali, del settore clinico e scientifico, del comparto industriale e dell’associazionismo, coinvolti nel percorso di trasformazione digitale del Servizio Sanitario Nazionale. Diverse le esperienze illustrate sul palco e anche i progetti innovativi messi in campo da aziende, istituzioni, ricercatori.

10 NOV - L'arrivo delle terapie digitali e il quadro regolatorio di cui dotarsi per far sì che penetrino in maniera omogenea e arrivino ai cittadini; le nuove scoperte frutto della ricerca scientifica in ambito farmaceutico e biomedicale, il ruolo dell’intelligenza artificiale nella costruzione del SSN del futuro. Sono solo alcuni dei temi che sono stati affrontati durante l'ottava edizione di Frontiers Health 2023, che si è tenuto a Roma presso l'auditorium della Tecnica.

Al Frontiers Health Italian Summit 2023 “Sanità Digitale e Terapie Digitali: Integrazione Sistemica e Valore per l’Italia”, relatori e pubblico si sono uniti in un momento strategico di confronto tra attori chiave del sistema salute, espressione delle istituzioni nazionali e locali, del settore clinico e scientifico, del comparto industriale e dell’associazionismo, coinvolti nel percorso di trasformazione digitale del Servizio Sanitario Nazionale. Diverse le esperienze illustrate sul palco e anche i progetti innovativi messi in campo da aziende, istituzioni, ricercatori.

Un focus anche su cosa manca all'Italia affinché si possa partire con una digitalizzazione efficace del sistema sanitario e del sistema salute in generale. Secondo Valentino Confalone, presidente e ad di Novartis Italia, “il Pnrr ha messo a disposizione del sistema salute risorse importanti per la digitalizzazione anche se al momento il dibattito si è concentrato soprattutto sull'aspetto infrastrutturale. Quello che io credo manchi ancora è un ripensamento dei percorsi di cura del paziente, sfruttando al meglio le potenzialità che il digitale metterà a disposizione. Per quanto riguarda la ricerca clinica, anche in questo caso si è parlato di trial che possono aumentare di efficienza, anche per quanto riguarda la raccolta di dati. Quello che è ancora più importante è il potenziale che l'intelligenza artificiale ci darà in termini di efficientamento del percorso di ricerca di un nuovo farmaco, in particolare attraverso l’individuazione di target più precisi e di pathways innovativi che ci consentiranno di arrivare più rapidamente a individuare potenziali farmaci innovativi che abbiano un impatto reale sulla vita dei pazienti. Dal punto di vista della creazione di infrastrutture abbiamo alcuni elementi di innovazione in Italia. In particolare la piattaforma di telemedicina, che è quello che consentirà di dare a livello omogeneo su tutto il territorio nazionale un’infrastruttura di base per la digitalizzazione. Questo è certamente un beneficio, un valore aggiunto, un elemento competitivo per il sistema Paese. C'è però da fare una riflessione più ampia su come riuscire a ottimizzare questa piattaforma, questa infrastruttura, e su questo abbiamo tantissimo lavoro da fare. La manovra finanziaria, in un contesto complesso come quello che stiamo vivendo a livello globale e a livello di Paese in particolare, introduce alcuni elementi che ci fanno ben sperare in termini di attenzione alla salute in generale, oltre che al sistema industriale farmaceutico. È stato fatto un sforzo oggettivo di alimentare e finanziare il Fondo sanitario nazionale nei prossimi tre anni e questo consentirà di mantenere quantomeno quei livelli necessari per garantire che il sistema universalistico continui effettivamente ad essere tale. Si è cercato di mettere mano anche al tema della governance farmaceutica. Ci sono alcuni elementi, anche innovativi, che riguardano le terapie avanzate, che è un elemento importante sia per l'accesso dei pazienti a queste terapie innovative, ma anche per il sistema industriale, per continuare a investire nella ricerca. Da questo punto di vista abbiamo trovato senza dubbio una grande attenzione da parte del governo. La strada da fare è tantissima, le condizioni economiche non sono solo ideali, ma in questo contesto, devo dire, è stato fatto uno sforzo importante a favore sia del sistema salute, e quindi dei cittadini, sia dell'industria e dell'innovazione che questa industria può portare”.

Lorenzo Wittum, presidente e ad AstraZeneca Italia, ha parlato dell'esperienza della sua azienda nel nostro Paese: “In Italia abbiamo in corso 164 studi clinici, ma l'obiettivo sicuramente è di accelerare, superando i 200 nel 2024, con più di 92 milioni di investimento nel 2023 e nel 2024. Possiamo fare tutto questo grazie alla collaborazione con importanti centri di ricerca. Stiamo lavorando, nel contesto del Pnrr, con l'Università di Padova, con il Centro nazionale di terapia genica e RNA. Lavoriamo con Irccs, con centri ricerca come Human Technopole sul tema del genoma editing. Il nostro obiettivo è mettere in contatto le conoscenze delle brillanti menti dei ricercatori italiani con le opportunità che offre la ricerca globale, insieme alle istituzioni. Per questo abbiamo deciso di lanciare Researchalize, una piattaforma di connessione fra le diverse istituzioni, i diversi centri con i quali collaboriamo per poter accelerare lo sviluppo di soluzioni per il paziente. Crediamo che davvero questa sia un'opportunità per permettere ai ricercatori italiani di trasformare le loro idee e i loro progetti in soluzioni scalabili. E questo è semplicemente il primo passo, perché il nostro obiettivo è quello di portare un centro di ricerca in Italia. Stiamo lavorando con le istituzioni per far sì che ci possa essere un investimento molto importante, pari a circa 80 milioni nei prossimi anni, per far sì che in Italia vengano attratti grandi progetti di ricerca internazionale”.

Davide Bottalico, Digital Director Pfizer Italia: “Stiamo partendo per un viaggio incredibile, un viaggio che ha un forte impatto tecnologico. E dobbiamo fare i conti con l'equipaggio. In questo caso l'equipaggio non è di pochi uomini, come accade nelle missioni per andare sulla Luna. Sono migliaia di medici che devono salire a bordo di questa navicella. Devono essere in grado di governarla. E questa non è una cosa semplice, perché quando i medici studiano, non acquisiscono la competenza per utilizzare le nuove tecnologie per la gestione dei loro pazienti. E allora, insieme con Fism, siamo partiti in una partnership che vuole in qualche modo creare nuovi percorsi paziente, vuole far sì che essi vengano ridisegnati utilizzando le opportunità che le nuove tecnologie, come il teleconsulto, la televisita, il monitoraggio remoto, mettono a disposizione. La sanità diventa data driven e questo significa che dobbiamo sfruttare l'opportunità della gestione dei dati dei pazienti per cogliere tutte le opportunità nei percorsi di cura. Con la Fism siamo pronti per partire con piccoli progetti pilota che spero possano servire a gettare le basi per il futuro”.

Loreto Gesualdo, presidente Fism ha aggiunto: “Stiamo vivendo una rivoluzione copernicana. Finalmente abbiamo a disposizione strumenti che ci permetteranno di cambiare il nostro modo di prenderci cura del paziente. Grazie alle tecnologie digitali oggi abbiamo la possibilità di ridisegnare quelli che chiamiamo PDTA, i percorsi diagnostico terapeutici assistenziali. Con le tecniche di digitalizzazione e l'utilizzo delle terapie digitali, siamo in grado di fare una migliore prevenzione, e con gli strumenti di e-health, in particolare la telemedicina, siamo in grado di ridisegnare la presa in cura del paziente perché abbiamo la possibilità non solo di vedere in presenza il paziente, ma di condividerlo con gli altri professionisti della salute. E mi riferisco in modo particolare al paziente affetto da malattie cronico degenerative, una fra tutti il diabetico o iperteso, che essendo un paziente con più patologie deve essere condiviso non solo con il medico di medicina generale, ma con i vari specialisti. Grazie a queste tecnologie abilitanti oggi possiamo disegnare, dunque, nuovi PDTA digitalizzati. E proprio su questa scia Fism, la Federazione italiana delle Società medico Scientifiche e che raccoglie in sé più di 190 federate, sta ridisegnando il percorso del pazienti con malattia renale cronica. Grazie al lancio di un progetto che si chiama ‘Ecosistema digitale della cronicità, dalla multidisciplinarietà alla prescrizione unica‘”.



10 novembre 2023
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