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Tumori. Il ginseng per trattare la fatigue dei pazienti curati o in terapia


Si tratta di uno dei sintomi più comuni e severi dei pazienti guariti dal cancro, i cosiddetti survivors: una vera e propria spossatezza, che persiste anche a terapia conclusa. Ma la Mayo Clinic ha già trovato la soluzione nel ginseng americano, che potrebbe aiutare sia i pazienti in trattamento che quelli ormai guariti.

31 LUG - Misure sicure ed efficaci per migliorare la cancer related fatigue – cioè la fatica correlata al cancro, uno dei sintomi più comuni per i pazienti affetti o che sono guariti da tumori – sono diventate sempre più necessarie, man mano che venivano sviluppati trattamenti e terapie capaci di curare un numero maggiore di patologie. Oggi una speranza potrebbe arrivare dal ginseng americano: secondo uno studio della Mayo Clinic, pubblicato su The Journal of the National Cancer Institute, la pianta (nome scientifico Panax quinquefolius) avrebbe infatti dimostrato di portare benefici ai pazienti con questo sintomo, rispetto a coloro che assumono un placebo.
 
“Uno dei sintomi più severi che i pazienti guariti dal cancro, cosiddetti survivors, accusano è una stanchezza severa, una vera e propria spossatezza, in inglese fatigue, non dovuta alla presenza del tumore, che è stato controllato dai trattamenti precedenti, ma a cause non note, in particolare un’alterazione del sistema immunitario causata del tumore o dalle terapie conseguenti”, ha spiegato Umberto Tirelli, direttore del dipartimento di oncologia medica dell’Istituto Tumori di Aviano, esperto italiano che non era coinvolto nello studio. “Fino ad oggi nella mia esperienza ho potuto valutare una cinquantina di casi di pazienti, in particolare con tumore della mammella e linfomi, che dopo anni dalla terapia oncologica e senza malattia attiva in atto accusavano questa patologia vera e propria definita stanchezza correlata al cancro. Questa condizione è simile alla cosiddetta sindrome da fatica cronica della quale ho accumulato esperienza in migliaia di casi italiani”.
 
La ricerca randomizzata in doppio cieco ha coinvolto per 8 settimane 364 pazienti guariti dal cancro negli Stati Uniti, che sono stati divisi in due gruppi: in uno venivano somministrate dosi da 2000mg di ginseng americano, nell’altro un placebo. I ricercatori hanno osservato i valori di fatigue secondo una scala chiamata Multidimensional Fatigue Symptom Inventory–Short Form (MFSI-SF), e contemporaneamente valutato la tossicità e gli eventi avversi della pianta. In questo modo hanno osservato il miglioramento, non solo nei pazienti che avevano completato il loro trattamento antitumorale, ma anche e soprattutto nelle persone che erano ancora sottoposte a terapia. Per quanto riguarda la tossicità, invece, non sono state rilevate differenze statisticamente significative negli eventi avversi nei due gruppi.

31 luglio 2013
© Riproduzione riservata

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