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Carcinoma polmonare metastatico con mutazione di EGFR. Ok dell’Ema per afatinib 


In Europa arriva l’ok dell’Ema, subito dopo che negli Stati Uniti il medicinale aveva ottenuto lo status di farmaco orfano e una corsia prioritaria accelerata, concessa solo a farmaci sperimentali per quelle patologie per le quali non esistono trattamenti alternativi soddisfacenti. L’ok arriva grazie ai risultati dello studio LUX-Lung 3.

30 LUG - L’ok arriva dal Chmp dell’Ema: l’ente regolatore ha espresso parere positivo all’approvazione di afatinib nell’Unione Europea, per il quale è stata presentata la richiesta di autorizzazione  alla commercializzazione come nuova terapia di prima linea per pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) localmente avanzato metastatico, con mutazioni del gene codificante per il recettore del fattore di crescita epidermico (EGFR) e naive agli inibitori tirosin-chinasici di quest’ultimo. La notizia è arrivata da Boehringer Ingelheim, azienda che produce il farmaco, a poco dall’approvazione del farmaco negli Stati Uniti: ora si attende la ratifica finale della Commissione europea, che permetterà all’azienda di immettere il farmaco nel mercato europeo.
 
L’approvazione di afatinib si basa sui risultati ottenuti nello studio cardine LUX-Lung 3, che ha confrontato afatinib con la chemioterapia pemetrexed/cisplatino. I risultati dello studio LUX-Lung 3 hanno dimostrato che i pazienti, che hanno assunto afatinib come terapia di prima linea, hanno avuto una sopravvivenza senza progressione della malattia (PFS) di quasi un anno (PFS mediana di 11,1 mesi) rispetto ai poco più di sei mesi (PFS mediana di 6,9 mesi) dei pazienti trattati con pemetrexed/cisplatino. Inoltre, i pazienti con NSCLC, che presentavano le due mutazioni più comuni di EGFR (Del19 o L858R), in terapia con afatinib, hanno avuto una sopravvivenza libera da progressione della malattia superiore a un anno (PFS mediana di 13,6 mesi), rispetto ai poco più di sei mesi (PFS mediana di 6,9 mesi) dei pazienti del braccio di confronto.
Inoltre, i pazienti in terapia con afatinib hanno avuto un miglioramento dei sintomi associati al carcinoma polmonare e una migliore qualità di vita rispetto a quelli trattati con la chemioterapia standard.
I più comuni eventi avversi di grado 3, correlati al trattamento con afatinib, osservati nello studio sono stati diarrea (14%), rash (16%), e infiammazione dei tessuti periungueali (paronichia) (11%), mentre quelli osservati nel braccio di trattamento con chemioterapia (pemetrexed/cisplatino) sono stati neutropenia (15%), astenia (13%), e leucopenia (8%). Nello studio le percentuali di interruzione della terapia a causa di eventi avversi correlati al trattamento sono state basse (8% per afatinib; 12% per chemioterapia). L’1% dei pazienti nel braccio di trattamento con afatinib ha interrotto la terapia per diarrea associata al farmaco.1
 
Il carcinoma polmonare è il primo tumore per mortalità al mondo, ha un’incidenza superiore negli uomini rispetto alle donne e ogni anno conta 1,6 milioni di nuovi casi. Come evidenziato dalla ricerca, il carcinoma polmonare non è un’unica patologia, ma comprende diverse tipologie ben distinte di tumore, ciascuna delle quali richiede un approccio terapeutico specifico. Un sottotipo specifico di carcinoma polmonare è quello che presenta mutazioni di EGFR (uno dei membri della famiglia dei recettori ErbB). Le mutazioni a carico del gene di EGFR si riscontrano nel 10-15% dei pazienti caucasici e nel 40% di quelli asiatici con carcinoma polmonare non a piccole cellule. Per pazienti con questo tipo di tumore polmonare, afatinib ha dimostrato, negli studi clinici, di ritardare in maniera significativa la progressione della malattia oltre a determinare un miglioramento dei sintomi associati al carcinoma polmonare e una migliore qualità di vita. La valutazione dello stato mutazionale di EGFR è di fondamentale importanza per scegliere il giusto percorso terapeutico e in quanto tale è fortemente raccomandata da parte di molte organizzazioni mediche e oncologiche internazionali. Tale valutazione consente agli operatori sanitari di effettuare la scelta terapeutica più idonea e ai pazienti di ricevere da subito la terapia più appropriata.
 
Negli studi clinici condotti, i pazienti affetti da questo sottotipo di patologia che coinvolge EGFR hanno dimostrato di beneficiare maggiormente della terapia con afatinib.  “Boehringer Ingelheim accoglie con soddisfazione la decisione del CHMP che fa seguito alla recente approvazione di afatinib da parte dell’FDA. Siamo ansiosi di rendere disponibile quanto prima afatinib per i pazienti affetti da  carcinoma polmonare con  mutazioni di EGFR in Europa. Afatinib blocca in maniera irreversibile EGFR e gli altri importanti recettori della famiglia ErbB e nei trial clinici ha dimostrato di realizzare benefici terapeutici significativi”, ha dichiarato Klaus Dugi, Corporate Senior Vice President Medicine di Boehringer Ingelheim.

30 luglio 2013
© Riproduzione riservata

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