E-cig e tabacco riscaldato. Cricelli (Simg): “Sosteniamo la loro efficacia come supporto alla riduzione del rischio”
Il presidente della Società di medicina generale sottolinea come “l'atteggiamento che abbiamo assunto è prioritariamente di sviluppare tutti i sistemi che aiutano le persone a sospendere a smettere il fumo ma anche ad aiutare coloro i quali non riuscendo o non volendo devono essere protetti dal rischio rappresentato dal fumo tradizionale”.
30 NOV - “I medici di medicina generale italiani sono, in Europa, tra quelli più competenti e sensibili ai problemi legati al fumo. Il problema che ci siamo posti è che a fronte di una diminuzione del numero dei fumatori e di un aumento purtroppo delle patologie legate al fumo, occorre fare un intervento su quella fascia di popolazione che non riesce oppure non desidera smettere di fumare". Lo ha detto
Claudio Cricelli, presidente della Simg, la Società Italiana di Medicina Generale, riunita a congresso a Firenze come riporta l’
Aska.
“L'atteggiamento che abbiamo assunto - ha proseguito Cricelli - è prioritariamente di sviluppare tutti i sistemi che aiutano le persone a sospendere a smettere il fumo ma anche ad aiutare coloro i quali non riuscendo o non volendo devono essere protetti dal rischio rappresentato dal fumo tradizionale”.
“Abbiamo dato supporto proprio alla riduzione del rischio. Noi siamo convinti che gli strumenti moderni sia dal punto di vista della riduzione del rischio che della configurazione dell'uso siano in grado di diminuire in maniera sostanziale i danni che produce il vecchio fumo di sigaretta o di altri strumenti di fumo”, ha concluso Cricelli.
"La scelta della classe medica deve essere quella di incentivare la cessazione del fumo. Di fronte all'impossibilità o alla mancanza di volontà di smettere del tutto, si possono prendere in considerazione valide alternative, come sigaretta elettronica e prodotti a tabacco riscaldato". Lo ha spiegato
Damiano Parretti, responsabile area cardiovascolare della Simg. "Tali alternative - ha aggiunto Parretti - riducono il rischio di contrarre malattie fumo correlate". "Nonostante si pensi che il fumo faccia male prevalentemente ai polmoni, in realtà un po' meno note sono le conseguenze in termini di malattie cardiovascolari. Eppure il fumo ne è il maggiore responsabile in gran parte dei casi. Come medici di medicina generale, è fondamentale il dialogo col paziente fumatore per aiutarlo in un percorso che può avvenire per gradi", ha concluso Parretti.
"Se un medico incontra un fumatore deve partire dal consiglio di smettere. Non bisogna avere alibi su questo. Il fumatore si deve proporre di smettere di fumare, che fa malissimo. C'è poi una larga fetta di fumatori che non sono in grado di ricevere questo consiglio. Questi fumatori non vanno lasciati a se stessi". Ha spiegato
Fabio Beatrice, direttore del Centro Antifumo San Giovanni Bosco di Torino. “Vanno accompagnati nel cambiamento -ha continuato Beatrice- o ripetendo la proposta nei nostri successivi incontri oppure fornendo chiarimenti sul fumo digitale sul paragone e le differenze tra fumo normale e fumo elettronico. Il fumo elettronico può essere un momento di interesse del fumatore per migliorare la propria salute. Può essere una finestra nella quale si inserisce lo specialista. Il medico su questo deve fare una curva di apprendimento importante. Bisogna conoscere i device elettronici, i loro limiti, i loro vantaggi e bisogna poter creare nell'ambito del processo di cura una vera alleanza col paziente fumatore nella speranza di poterlo portare all'obiettivo finale che è la cessazione". Per questo, Beatrice parla di una "alleanza tra medico fumatore", che "non solo è necessaria ma è obbligatoria perché il paziente necessita di aiuto e il medico non ha un obbligo di guarigione, ma di cura, ha un obbligo morale soprattutto. Curare la persona vuol dire assecondarla e aiutarla nella ricevibilità delle terapie".
30 novembre 2018
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