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Paralisi cerebrale infantile. Finanziato con Horinzon un progetto di ricerca coordinato dall’Università di Pisa


“BornToGetThere” ha ottenuto 3,7 milioni di euro nell’ambito del Programma Quadro europeo per la Ricerca e l’Innovazione. Oltre a Pisa, partecipano al progetto altri 9 partner provenienti da 3 paesi europei (Italia, Danimarca e Paesi Bassi), da 2 paesi associati (Georgia e Sri Lanka) e dall’Australia. Per la Toscana, insieme all’Università di Pisa, partecipano la Fondazione Stella Maris, la Fondazione Toscana Life Sciences e Hubstract srl. L’obiettivo è offrire l'erogazione personalizzata di interventi precoci e per la prevenzione delle complicanze secondarie ai neonati e un efficace sostegno ai genitori.

04 FEB - È un progetto europeo che ha come obiettivo costruire una rete europea per la diagnosi e l’intervento precoci nei neonati a rischio di sviluppare una paralisi cerebrale infantile, quali ad esempio i nati pre-termine o i neonati con parto difficoltoso. Si chiama “BornToGetThere - Implementation of early detection and early intervention service delivery in infants at risk for cerebral palsy to promote infants’ psychomotor development and maternal health” e sarà coordinato per 4 anni da Andrea Guzzetta, professore associato di Neuropsichiatria infantile presso il dipartimento di Medicina clinica e sperimentale dell'Università di Pisa.

Oltre a Pisa, partecipano al progetto altri 9 partner provenienti da 3 paesi europei (Italia, Danimarca e Paesi Bassi), da 2 paesi associati (Georgia e Sri Lanka) e dall’Australia. Per la Toscana, insieme all’Università di Pisa, partecipano la Fondazione Stella Maris, la Fondazione Toscana Life Sciences e Hubstract srl. Il progetto è stato finanziato con 3.7 milioni di euro nell’ambito della sfida sociale dedicata alla Salute (SC1) del programma Horizon 2020.

“BornToGetThere si pone l’obiettivo di migliorare i programmi sanitari per la diagnosi e la sorveglianza precoci delle menomazioni associate nei neonati con paralisi cerebrale – spiega Guzzetta in una nota dell’Università di Pisa - Da un lato, vogliamo favorire l'erogazione personalizzata di interventi precoci e la prevenzione delle complicanze secondarie per i neonati e, dall’altra, un efficace sostegno ai genitori”.

Il progetto implementerà la prima International Clinical Practice Guideline in diversi paesi in Europa (Italia, Danimarca, Paesi Bassi), in paesi a reddito medio (Georgia, Sri Lanka) e presso popolazioni difficili da raggiungere (Remote Queensland e Western Australia). “BornToGetThere” porrà inoltre particolare attenzione alla relazione vitale tra il bambino e i suoi genitori (e in particolare con la madre), relazione che, si legge nella nota dell’Università di Pisa, “viene messa in pericolo quando gli eventi perinatali modificano la salute del bambino e dalla cui salvaguardia dipendono la qualità di vita del bambino e l’armonia della famiglia”.

La paralisi cerebrale infantile è la disabilità fisica più comune nell'infanzia, che colpisce più di 1 milione di persone in Europa e più di 17 milioni in tutto il mondo. Causata da un danno a carico del sistema nervoso centrale che si origina durante la gravidanza o nelle primissime settimane di vita, essa comporta un'alterazione persistente delle funzioni motorie e sensoriali con livelli molto diversi di gravità a seconda delle circostanze. “Trattandosi di una condizione che persiste per tutto l'arco della vita - fa notare l’Università -, comporta enormi costi sanitari e sociali con un impatto difficilmente calcolabile sulle famiglie e sulla comunità”.

04 febbraio 2020
© Riproduzione riservata

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