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Balduzzi: “Anche la sanità farà la sua parte”. Vendola: “No a tagli lineari”

30 MAG - “Le cifre che stanno circolando in questi ultimi giorni relative ai tagli nella sanità che potrebbero arrivare dalla spending review appartengono alla fantasia”. Queste le parole del ministro della Salute, Renato Balduzzi, a margine di una conferenza stampa organizzata dalla Regione Puglia all'interno del Forum Pa.

“In questo momento non abbiamo la possibilità di dare indicazioni precise sugli effetti della spendine review in sanità - ha chiarito il ministro - stiamo ancora lavorando. I risultati si avranno in tempi brevissimi”. Balduzzi ha poi voluto precisare come la revisione di spesa sia “riuscire a riorganizzare e riqualificare i servizi”, e non “un taglio lineare”. “Quello che occorre - ha precisato il ministro -  è intervenire sui fattori che producono la spesa, e sotto questo profilo anche la sanità farà la sua parte”. Infine, rispondendo ad una nostra domanda riguardo la possibile rimodulazione del ticket attraverso l'introduzione di una forma di franchigia, Balduzzi ha detto che, al momento, "si tratta solo di ipotesi di lavoro".

Un secco no a ulteriori tagli alla spesa sanitaria è arrivato, invece, dal presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, protagonista insieme al ministro della conferenza stampa. Per il governatore questi si tradurrebbero immediatamente in “tagli dei Livelli essenziali di assistenza”. Le razionalizzazioni della spesa, secondo Vendola, andrebbero fatte solo “radiografando gli sprechi e tenendo sempre presente che welfare e sanità sono essenziali per la vita del Paese”.

“Metodi intelligenti per ottenere risparmi sono la telemedicina o la domiciliarizzazione delle cure, tutti sistemi che abbatterebbero le spese per ricoveri inappropriati”, ha spiegato il leader di Sel. “In Puglia abbiamo chiuso 19 piccoli ospedali in un anno - ha concluso Vendola - dimostrando che se
si applica la cultura del ‘togliere mettendo’, del chiudere un ospedale organizzando contestualmente poliambulatori in modo da spostare le cure sul territorio, i cittadini risultano essere più contenti di prima. La protesta nasce solo quando si dà la sensazione di togliere un servizio senza sostituirlo con altro”.
 
G.R.

30 maggio 2012
© Riproduzione riservata

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