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Negri (ospedale Maggiore, Bologna): “Un nuovo articolo, ma vecchie e irrisolte affermazioni”

01 GIU - Il contributo di Nadia Negri, assistente amministrativo, ospedale Maggiore Bologna
30/07/08, il Resto del Carlino “Dopo 34 anni da medico lascio l’ospedale per dire: la sanità è in pericolo” Chiarini: “contano solo tagli, budget e quantità”.
Dopo 34 anni di attività come medico del Servizio sanitario all’ospedale Maggior e primario per molti anni dell’unità operativa di Endocrinologia dell’ospedale di largo Nigrisoli, il dottor Valerio Chiarini ha lasciato volontariamente e in anticipo il suo ruolo. (………) “Le regole dell’Azienda non permettono critiche ai propri dirigenti: per questo ho deciso di uscire dall’Azienda sanitaria di Bologna e da semplice cittadino esprimere pubblicamente le mie perplessità, invitando tutti – in particolare chi ha responsabilità nelle istituzioni elettive e in quelle direzionali – a riflettere su questi temi. E se possibile, a pensare ad apportare correttivi”.

Questo è un sunto di un lungo articolo, redatto da Renata Ortolani, dove un temerario medico rilasciò una dettagliata e accorata testimonianza rivolta a collegi, a bolognesi e in special modo a coloro che hanno responsabilità decisionali nelle istituzioni, esortandoli a riflettere e se possibile correggere le anomalie da lui rilevate.  
Il primo a rispondergli, il giorno dopo sul quotidiano, fu proprio il numero uno della sanità in Regione, l’assessore Giovanni Bissoni, il quale cominciò a smentire il medico, ad esempio, su tagli e spese. Ribadendo che le risorse finanziarie per il comparto sanitario sono aumentate del 4 – 5% ogni anno, e di tagli se ne parlerà semmai nel 2010. Per ciò che concerne la parte relativa alla burocrazia, l’assessore continua con le sue rassicuranti smentite, facendo notare che l’Ausl ha alleggerito di 82 unità il comparto tecnico-amministrativo aggiungendone 155 a quello assistenziale e il nuovo lavoro che, per carenza di impiegati, dovranno aggiungere alla loro professionalità medici e paramedici, non corrisponde ad atti burocratici, ma ad azioni che danno qualità all’assistenza.
Con cotanta bonaria famigliarità l’assessore redarguisce il medico, nell’avere affidato pubblicamente le sue riflessione, mettendo in evidenza il rapporto di lealtà e fiducia che intercorre tra dirigenti e responsabili con i vertici. Facendo notare che l’Azienda è un luogo in cui i professionisti, liberamente possono dire ciò che ritengono giusto. Personale riflessione: (chissà perché il Dottor Chiarini non ha avvertito, in tanti anni, questa democratica disponibilità).
Ho letto, con attenzione, i vari ed autorevolissimi contributi inerenti questo problema, che purtroppo non riguarda solo la figura del medico, ma in simbiosi tutto quell’universo che vi orbita attorno. Magari il medico Sergio Harari, come all’epoca il suo collega bolognese dottor Chiarini, sarà rassicurato, assieme a tutti i cittadini, dal politico di turno che gli dimostrerà quanto non sia afferrato sull’organizzazione e sul veritiero andamento sanitario, nel quale opera.
 

01 giugno 2011
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